Non passi lo straniero: lo sdoppiamento del campionato, i primi successi della Pro Vercelli e il controverso primo titolo dell’Inter

LO SDOPPIAMENTO DEL CAMPIONATO: FEDERALE E ITALIANO

All’epoca le squadre più forti e competitive avevano in rosa soprattutto giocatori stranieri residenti in Italia, soprattutto inglesi e svizzeri, riducendo di molto le possibilità ai giocatori italiani di giocare e dire la loro. Ciò generò i malumori di una fazione nazionalista, che chiese di escludere i giocatori stranieri dai campionati italiani in modo da permettere ai giocatori italiani di crescere ed emergere. All’assemblea federale del 1907, la FIF scelse di adottare un compromesso, stabilendo lo sdoppiamento del campionato in un campionato federale, al quale potevano prendere parte anche gli stranieri purché con residenza fissa in Italia, e in un campionato italiano, al quale erano ammessi solo giocatori italiani. Al vincitore del campionato federale sarebbe spettata la Coppa Spensley, a quello del campionato italiano la Coppa Romolo Buni. Questa fu la deliberazione dell’assemblea:

L’Assemblea delibera che il Regolamento organico sia modificato in modo da comprendere due gare di campionato: la prima chiamata Campionato Federale, libera a tutti i soci appartenenti alle società iscritte alla Federazione, anche se stranieri…, e la seconda chiamata Campionato italiano e riservata ai soli giuocatori italiani o nazionalizzati… Alla prima sarà assegnata la Coppa Spensley… Alla seconda sarà invece assegnata la Coppa Buni…

Il quotidiano “La Stampa” di Torino il 2 dicembre 1907 così riassunse la decisione della Federazione:

“Gli amanti di questo sport ricordano come sempre maggiore divenisse il numero degli stranieri partecipanti […impedendo] a società giovani di affermarsi a giocatori italiani o a cimentarsi in esse gare… Occorreva dunque escludere il campione straniero dalle Gare di campionato nazionale… Si decise quindi: 1° di far giuocare i campionati italiani soltanto a giuocatori italiani. 2° di indire, oltre a quel campionato, una gara di campionato federale, aperta a qualunque giocatore socio delle Società federate. Ambedue queste gare saranno suddivise in I, II e III Categoria. Concludendo, la gara preesistente fu lasciata tale e quale, cioè libera a tutti, ma le fu mutato il nome in Gara federale, mentre si istituì con il nome di Campionato italiano una gara importantissima, aperta ai soli italiani, e che avrà come premio la stupenda Coppa… Romolo Buni.”

IL BOICOTTAGGIO

Alle società “spurie internazionali” (cioè che facevano largo uso di giocatori stranieri), come Genoa, Milan e Torino, questo compromesso non andò bene, e, insieme a Libertas e Naples, abbandonarono per protesta l’assemblea. Vedevano nel cambiamento di denominazione del torneo misto da italiano a federale una diminutio capitis, e temevano che sarebbe stato solo il primo passo verso l’esclusione definitiva degli stranieri da qualunque campionato. In tutta risposta, la Federazione emanò allora il seguente ordine del giorno:

I delegati presenti, addolorati per il ritiro dei delegati delle società Club Torino, Milan Club, Libertas, Genoa Club, Naples FBC, affermano solennemente il concetto che nel proporre un campionato italiano riservato ai soli giuocatori italiani… hanno inteso dare maggior incremento al giuoco, diffondendolo ovunque in Italia, senza per questo pregiudicare i diritti delle società composte da giuocatori stranieri, alle quali hanno riservato la maggior gara di campionato federale.

Genoa e Torino non tornarono però sui propri passi e boicottarono sia campionato federale che italiano. Il Milan, invece, si iscrisse inizialmente al Campionato Federale in quanto voleva aggiudicarsi definitivamente la Coppa Spensley, ma si ritirò dal torneo il 1 gennaio 1908, a pochi giorni dal suo inizio, «in segno di protesta contro l’illegale ed arbitrario procedere della Federazione»; secondo “La Stampa”, infatti, «il Milan Club aveva inviato la propria iscrizione al Campionato Federale, subordinandola ai diritti acquisiti con vincere per due anni consecutivamente la Coppa Spensley, con il titolo di Coppa del Campionato Italiano. La Federazione non poteva aderire al desiderio del Milan Club, sconfessando le deliberazioni di una vasta maggioranza, che volle per l’avvenire destinata al Campionato Federale tale Coppa, mutando così titolo e significato alla medesima; e in questo senso il Comitato direttivo della FIF rispose al Milan Club, aggiungendo che in caso di nuova vittoria si sarebbe cercato di salvaguardare i diritti preesistenti». In una lettera scritta dal segretario del Genoa Goetzloff a “La Stampa Sportiva” nel 1908 venne affermato che la Federazione aveva reso la Challenge Spensley un trofeo permanente per rendere il campionato italiano più attraente; questo implica che il Milan, se anche l’avesse vinta per la terza volta, non se la sarebbe aggiudicata definitivamente. Il Milan dunque si ritirò dal campionato federale, e non prese parte nemmeno al campionato italiano.

IL CAMPIONATO FEDERALE 1908

Il risultato del boicottaggio fu che il campionato federale si risolse in una sfida a due tra Juventus e Andrea Doria, terminata solo dopo cinque mesi a favore dei bianconeri, a causa della disorganizzazione del torneo. Nella prima sfida, disputatasi a Genova il 19 gennaio 1908 la Juventus sembrò aver ipotecato il titolo battendo i doriani con un netto 3-0, ma perse inopinatamente il retour match di Torino del 23 febbraio (0-1). Tutto da rifare quindi, in quanto non contava la differenza reti (o equivalentemente il punteggio aggregato), ma semplicemente i punti in classifica. Tuttavia, la Juventus, avendo la differenza reti a suo favore, acquisì il diritto di disputare lo spareggio in casa propria. La “bella” del 15 marzo 1908 finì tuttavia in parità (2-2 dopo i tempi supplementari) e dovette essere ripetuta. La Juventus tuttavia chiese e ottenne l’annullamento dell’incontro per errore tecnico dell’arbitro (che aveva favorito il pareggio della Doria), conservando così il diritto di disputare lo spareggio in casa. La ripetizione dello spareggio annullato del 15 marzo si disputò addirittura il 10 maggio (!), sempre a Torino: questa volta i bianconeri ebbero nettamente la meglio (5-1), laureandosi così “Campioni Federali d’Italia 1908”. C’erano voluti ben cinque mesi, a causa della disorganizzazione del torneo. Infatti, anche in seguito al ritiro del Milan, il calendario originario (che prevedeva la disputa di Doria-Juve e Juve-Doria a quasi un mese di distanza, poiché anche i rossoneri erano inclusi nel calendario) fu mantenuto, invece di far disputare le due sfide a una settimana di distanza. L’intasamento del calendario, con bianconeri e doriani impegnati anche nel campionato italiano e nel torneo internazionale indetto da “La Stampa”, fece il resto. Il torneo farsesco a due ebbe così termine con ben tre mesi di ritardo.

IL CAMPIONATO ITALIANO 1908

Il campionato italiano di Prima Categoria vide invece l’eliminazione dei bianconeri per mano della debuttante Pro Vercelli (che nel frattempo nel febbraio 1908 si era laureata “Campione Federale d’Italia di Seconda Categoria” con la prima squadra), che si aggiudicò il campionato avendo la meglio nel girone finale su U.S. Milanese e Andrea Doria. La Pro Vercelli sembrava aver compromesso il campionato pareggiando contro il fanalino di coda Andrea Doria e a Vercelli contro la U.S. Milanese, ma, vincendo lo scontro diretto a Milano, riuscì a spuntarla per un solo punto sui meneghini. La formazione campione era costituita da: Innocenti, Salvaneschi, Celoria, Ara, Milano I, Leone, Romussi, Bertinetti, Fresia, Visconti, Rampini I.

IL RIAVVICINAMENTO

A fine stagione, si tentò un riavvicinamento tra le squadre “spurie internazionali” e la Federazione, ma la loro proposta di cambiare denominazione al “Campionato Federale” in “Campionato Federale Italiano” fu respinta. In compenso la Federazione deliberò che la Coppa Spensley venisse aggiudicata definitivamente al Milan, risarcendo così i rossoneri, e che al Campionato Federale fosse abbinata la Coppa Zaccaria Oberti.

Nel frattempo il 9 marzo 1908 alcuni soci del Milan, contrari alla linea di dialogo con la FIF dei vertici del Milan e favorevoli invece a un indiscriminato afflusso di giocatori stranieri, avevano abbandonato il Milan e fondato quella che sarebbe divenuta col tempo una delle tre principali società calcistiche italiane: l’Internazionale (comunemente abbreviata in Inter).

CAMPIONATO FEDERALE 1909

Il Campionato Federale cominciò ancora una volta per primo e questa volta non fu boicottato dalle squadre “spurie internazionali”. L’inizio della fase finale, previsto per febbraio, fu però rinviato di circa due mesi a causa dell’annullamento (e conseguente ripetizione) di alcune partite della fase regionale per irregolarità e del rinvio di altre a causa delle abbondanti nevicate che interessarono il Triangolo Industriale. Alla fase finale si qualificarono Pro Vercelli, U.S. Milanese, Genoa e Venezia. La Pro Vercelli, battendo in semifinale il Genoa, si qualificò alla finale contro la U.S. Milanese, che non aveva avuto problemi a regolare il derelitto Venezia vincendolo in entrambe le partite con punteggi umilianti (7-1 a Venezia e 11-2 a Milano). La Pro Vercelli vinse per 2-0 a Vercelli all’andata e impattò 2-2 a Milano al ritorno, aggiudicandosi così il Campionato Federale.

CAMPIONATO ITALIANO 1909

Nel frattempo cominciò anche il campionato italiano che però fu boicottato dalle squadre “spurie internazionali” Genoa, Milan, Torino (oltre all’Inter che nemmeno si iscrisse) e persino dalla “pura italiana” Pro Vercelli. Il settimanale “La Stampa Sportiva” commentò: «I Campionati italiani di quest’anno, se pur volgono relativamente a bene perché con lodevole fretta verranno in breve sbrigati, dal lato sportivo rappresentano invece una specie di… liquidazione volontaria per gli inaspettati e numerosi forfait dichiaratisi alla vigilia delle eliminatorie regionali». I primi forfait arrivarono il 28 marzo allorquando erano in programma le stracittadine Juventus-Torino e Milan-US Milanese: tuttavia torinisti e rossoneri decisero di dichiarare forfait, e di disputare tra loro una partita di Palla Dapples. Il settimanale “La Stampa Sportiva” commentò: «Ora noi chiediamo alla Federazione: è giusto che senza motivo plausibile una Società rinunci ad un match di Campionato per effettuarne un altro di gara libera sul proprio campo, defraudando in tal modo il Club avversario degli introiti che il match fissato dal Calendario avrebbe potuto procurare? È o non è una canzonatura questa di rinunciare ad un incontro di Campionato, per sostenerne in sua vece un altro nello stesso giorno, sul proprio campo, per la Palla Dapples? In Inghilterra simili irregolarità verrebbero punite con forti ammende, ed un forfait non giustificato comporterebbe la squalifica della squadra da tutte le altre gare di Campionato. Ci pensi la nostra Federazione a frenare in tempo queste licenze… poco poetiche, per la serietà e la correttezza dello sport italiano.» Il 2 maggio arrivarono altri due forfait: erano in programma Genoa-Andrea Doria e Pro Vercelli-Juventus, ma genoani e vercellesi dichiararono forfait, regalando l’accesso in semifinale a doriani e bianconeri. Il Genoa prese questa decisione per uniformarsi ai forfait di Milan e Torino, mentre la Pro Vercelli lo fece in quanto «troppo carica di allori e con tre o quattro elementi di prima squadra sotto le armi».

La Juventus, grazie ai forfait di Torino e Pro Vercelli e alla vittoria di misura sulla matricola Piemonte, si qualificò alle semifinali del torneo, dove doveva confrontarsi con l’Andrea Doria. Furono i bianconeri a prevalere alla “bella” e a qualificarsi alla finale contro l’U.S. Milanese che aveva battuto senza problemi il Vicenza nell’altra semifinale. Juventus e Milanese pareggiarono l’andata a Torino, ma al ritorno furono i bianconeri a espugnare il campo dei meneghini aggiudicandosi così il Campionato Italiano e la Coppa Romolo Buni.

IL CAMPIONATO 1909-10: IL CONTROVERSO SPAREGGIO TRA PRO VERCELLI E INTER

Nell’autunno 1909 si stabilì la ridenominazione della F.I.F. (Federazione Italiana Football) in F.I.G.C. (Federazione Italiana Giuoco Calcio) e la fusione dei Campionati Federali e Italiani in un unico campionato nazionale, a girone unico ma esteso alla sola Prima Sezione (Italia Nord-Occidentale). Vi presero parte nove squadre (il Piemonte rinunciò a parteciparvi preferendo iscriversi alla Seconda Categoria). Secondo l’articolo 2 del Regolamento dei Campionati 1909-10:

I Campionati Nazionali di calcio sono di I e II Categoria. Quello di I Categoria è suddiviso in Campionato Federale e Campionato Italiano. Al primo possono prendere parte anche giuocatori di nazionalità estera, residenti in Italia, il secondo è riservato esclusivamente ai giuocatori di nazionalità italiana.

Fu stabilito che il campione assoluto del girone unico si sarebbe aggiudicato il titolo di Campione Federale mentre la migliore tra le squadre pure italiane si sarebbe aggiudicato il titolo di Campione Italiano. Ovviamente era il titolo di Campione Federale l’unico che contasse davvero. La favorita Pro Vercelli si dovette guardare dall’Inter: i neroazzurri, dopo un inizio altalenante, vinsero 11 partite consecutive, recuperando così il divario dai bianchi leoni, ma non riuscirono a sorpassare i vercellesi a causa di una sconfitta per 4-0 subita a Genova contro il grifone.

Essendo Internazionale e Pro Vercelli in vetta a pari punti, si rese dunque necessario lo spareggio che si sarebbe dovuto disputare a Vercelli in quanto la Pro aveva la migliore differenza reti. Sennonché la Pro Vercelli chiese il rinvio della data stabilita per la disputa dello spareggio (24 aprile 1910) in quanto proprio in quel giorno aveva alcuni dei suoi giocatori impegnati in un torneo militare. L’Inter e la Federazione opposero un rifiuto, in quanto non erano disponibili altre date, essendo i neroazzurri impegnati in una tournée in Toscana e in Emilia a partire dal 1 maggio e anche a causa del debutto della nazionale italiana. Inoltre si sospettò che la Pro Vercelli temporeggiasse perché aveva alcuni giocatori infortunati, e non voleva scendere in campo incompleta.

La Federazione fu irremovibile sulla data del 24 aprile, e così la Pro Vercelli schierò in campo per protesta la quarta squadra, comprendente giovani di 11 anni. Il risultato fu un match burletta, terminato 10-3 in favore dell’Inter, che così si aggiudicò il suo primo titolo nazionale. Si narra che all’inizio della partita il capitano della Pro Vercelli Rampini II (fratello minore di Rampini I, titolare della prima squadra), “un bamboccio undicenne” alto poco più di un metro, si recò dal lunghissimo Fossati per presentargli dei cioccolatini, per poi dare un pezzo di gesso da lavagna a Peterlj affinché potesse conteggiare con esso il numero di gol che l’Internazionale avrebbe segnato. La cronaca prosegue notando che i vercellesi si segnarono apposta degli autogol per rendere più ampio il divario, e che l’Inter permise loro di segnare tre gol perché “i difensori neroazzurri, pur di non svolgere un giuoco forte, li lasciarono divertirsi a suo agio”. La cronaca nota che, al termine dell’incontro, “mentre gli Internazionali si avviavano al loro cascinale, qualcuno di essi ebbe a ricevere calci nelle gambe da qualche spettatore imbestialito”. Il cronista lodò inoltre “l’ammirevole contegno […dell’]Internazionale. Ai dileggi, alle provocazioni, essi opposero calma e serietà… Essi furono dei veri uomini di sport: e quegli undici marmocchi prepotenti, aizzati temerariamente all’insulto di tutta un’équipe valorosa, non si ebbero dai componenti di questa il minimo atto di violenza”.

Dopo la partita la Pro Vercelli presentò reclamo per la presunta posizione irregolare di Aebi dell’Internazionale, accusato di essere uno svizzero non regolarmente residente in Italia, e chiedendo le sconfitte a tavolino dell’Inter in tutte le partite in cui Aebi era stato schierato, che avrebbe consegnato la vittoria alla Pro. La Federazione respinse però il reclamo in quanto Aebi «è di nascita italiana e in Italia dimora dalla sua nascita – salvo una breve interruzione per causa di studio – ciò che gli permette di non cadere in incompatibilità col disposto degli articoli [del regolamento]». Il 1 maggio 1910 la Federazione squalificò la Pro Vercelli per tutto l’anno 1910, per aver subordinato «le gare di campionato ad altre gare indette da società o da enti privati» e per aver «incitato i suoi giuocatori a beffarsi degli avversari, dando così nessun esempio di correttezza sportiva, né verso gli avversari, né verso i propri giuocatori». La squalifica venne però in seguito amnistiata per permettere alla Pro Vercelli di prendere parte senza problemi al campionato 1910-11.

Dopo questo campionato la suddivisione in campionato federale e campionato italiano fu definitivamente abolita. E’ da notare che il campionato federale 1908 e il campionato italiano 1909 vinti dalla Juventus, e il campionato italiano 1910 vinto dalla Pro Vercelli non compaiono nell’albo d’oro, in quanto sono stati disconosciuti dalla Federazione.