Archivio mensile:Settembre 2018

Stabia Sporting Club

LA FONDAZIONE E LE PRIME AMICHEVOLI

Lo Stabia Sporting Club fu fondato il 19 marzo 1907 dai fratelli Romano e Pauzano Weiss, ed era una polisportiva dedita a diversi sport come scherma, ciclismo, podismo, canottaggio e nuoto. La prima partita di calcio disputata dallo Stabia di cui si ha notizia (la cronaca fu pubblicata sul “Mattino” del 12 febbraio 1911) è quella di Torre Annunziata disputata contro una formazione locale oplontina e terminata 3-0 a favore degli stabiesi. Non si può comunque escludere che in precedenza lo Stabia avesse disputato altri incontri di calcio contro altre compagini campane.

Inizialmente era attiva a carattere locale, disputando amichevoli o contro compagini concittadine (come quella della Giovanna d’Arco) che corregionali (umiliante fu una sconfitta addirittura per 14-0 patita il 3 febbraio 1914 sul campo della compagine di Caserta), e fu solo nel 1914 che si affiliò al Comitato Regionale Campano della FIGC. Lo Stabia S.C. indossava una casacca giallo-blu e disputava le proprie partite interne al campo di Via Gragnano. Il 1 febbraio 1914 fu inaugurato il nuovo campo con uno 0-0 ottenuto contro la terza squadra del Naples. La formazione scesa in campo in quel giorno era: Dell’Aquila, Schettino, Celoro, De Rosa, Laugeri (capitano), Amato, Weiss, Pauzano, Romano I, Romano II, Cappa. Sempre nel febbraio 1914 avvenne il primo incontro “internazionale” per lo Stabia, perso per 11-1 contro l’equipaggio della nave britannica “Black Prince”.

LA SOSPENSIONE BELLICA

Durante il periodo bellico, il club disputò il campionato regionale di Terza Categoria e altri tornei bellici. Nel 1916-17 arrivò fino alla semifinale di Terza Categoria, dove venne eliminata dal Savoia di Torre Annunziata (5-1 il risultato finale).

Il 21 aprile 1919 lo Stabia S.C., presieduto all’epoca dall’avvocato Vincenzo Bonifacio, vinse per 6-0 un’amichevole contro i marinai britannici dei “War Lion”. La formazione era: Amoruso, De Michele, De Rosa, Boerio, Celoro (capitano), Coppola, Tessitore, Esposito, Sarcinelli, Romano, Crippa. Nel frattempo il giornale stabiese “Vaco e pressa” riportò i risultati e le cronache di alcune partite disputate dallo Stabia. Il 1 giugno 1919 lo Stabia ottenne un prestigioso pareggio per 2-2 sul campo del Naples, recriminando anche per il rigore dubbio che permise ai padroni di casa di pareggiare. Il 5 giugno lo Stabia sconfisse a Castellammare l’equipaggio del piroscafo inglese “Prinz Luitpold” per 3-0.

Il 15 giugno i gialloblu persero sul campo di Agnano un’amichevole contro l’U.S. Internazionale. Il settimanale “Vaco e pressa” riportò un resoconto goliardico dell’incontro che è qui allegato.

“Vaco e pressa” era una testata dai contenuti alquanto goliardici.

IN PROMOZIONE

Nel frattempo, con la ripresa ufficiale del regolare campionato di calcio in seguito alla conclusione della prima guerra mondiale, lo Stabia fu chiamato a disputare un torneo di qualificazione alla Prima Categoria (la massima divisione dell’epoca, strutturata in eliminatorie regionali). La squadra fu sorteggiata al primo turno contro gli oplontini del Savoia. Il 27 ottobre 1919 lo Stabia perse l’incontro di qualificazione contro il Savoia per 3-2 e si dovette accontentare di disputare il campionato di Promozione (comunque neanche il Savoia fu promosso in Prima Categoria in quanto perse la finale del torneo di qualificazione contro il Pro Caserta). In attesa dell’inizio del campionato, previsto per la primavera del 1920, lo Stabia disputò numerose amichevoli. Nel dicembre 1919 lo Stabia S.C. prese parte alla “Coppa Tiro a Segno”, venendo eliminato dalla U.S. Puteolana (che poi avrebbe vinto il torneo) ai quarti di finale a causa di un contestato rigore concesso ai rossi di Pozzuoli nel corso dei tempi supplementari.

Nel 1920 lo Stabia S.C. assorbì per fusione i concittadini dello Sport War Club, squadra sorta nell’agosto 1919, e continuò a disputare amichevoli di preparazione al campionato. Il 19 gennaio 1920 si ebbe sul campo di Via Gragnano di Castellammare di Stabia l’incontro amichevole tra lo Stabia e l’U.S. Internazionale di Napoli, arbitrato dal signor Pauzano di Castellammare (che arbitrò imparzialmente). Finì 3-0 a favore dell’Internazionale (reti di Volpe al 40° del primo tempo e di De Crescenzo e di Volpe nella ripresa).

Il 26 gennaio 1920, sullo stesso terreno di gioco, lo Stabia sconfisse per 4-0 la Libertas F.C. di Napoli. Il 10 febbraio 1920 sul campo neutro di Torre Annunziata i giallo-blu sconfissero per 2-0 la U.S. Cavese di Cava de’ Tirreni.

Nel frattempo, la settimana successiva ebbe inizio il campionato regionale di Promozione. Lo Stabia fu inserito nel girone B con Savoia, Salernitana e Pro Italia di Torre Annunziata. Lo Stabia chiuse il girone al secondo posto con otto punti, staccato dalla Salernitana (che chiuse a punteggio pieno) di quattro lunghezze. Decisive risultarono le due sconfitte negli scontri diretti (1-0 a Castellammare e 2-0 a Salerno), in quanto lo Stabia aveva vinto tutti gli altri incontri.

Nel frattempo lo Stabia disputò contro il Naples la Coppa Ruffo. Persa l’andata sul campo del Naples, lo Stabia si impose per 2-1 al ritorno, imponendo uno spareggio sul campo Oncino di Torre Annunziata che vide vincitore il Naples addirittura per 5-0 (27 giugno 1920).

 

Nel campionato 1920-21 disputò di nuovo il campionato regionale di Promozione 1920-21 a tre squadre. La promozione arrivò dopo una vittoria in trasferta sul Portici. Lo Stabia concluse il campionato a punteggio pieno ottenendo una meritata Promozione.

IN MASSIMA DIVISIONE

Il debutto nella massima divisione non fu fenomenale ma nemmeno totalmente negativo. Lo Stabia chiuse il campionato al sesto e penultimo posto, con nove punti in classifica su 12 partite disputate, centrando la salvezza (a differenza della Salernitana fanalino di coda con zero punti e condannata alla retrocessione). Lo Stabia ottenne una prestigiosa vittoria per 1-0 sull’Internazionale, vinse entrambi gli scontri diretti con la derelitta Salernitana, e ottenne tre punti su quattro contro la Bagnolese (vittoria per 3-2 all’andata e pareggio 1-1 al ritorno), perdendo tutti gli altri incontri. La sconfitta con più ampio margine fu lo 0-6 inflittole all’Oncino dal Savoia alla prima giornata.

La stagione successiva fu più positiva e per un certo periodo lo Stabia poté addirittura sperare nella qualificazione alle semifinali a scapito dell’Internaples, squadra appena sorta dalla fusione di Naples e Internazionale. Lo Stabia disputava all’epoca le proprie partite interne al Campo delle Scuole. Alla prima giornata lo Stabia sconfisse per 2-1 l’Internaples.

Alla seconda giornata i gialloblu espugnarono per 4-2 il campo della Cavese mentre l’Internaples batteva per 3-2 all’Oncino il Savoia. Tuttavia la vittoria dell’Internaples sul campo del Savoia fu annullata per errore tecnico dell’arbitro e la partita fu mandata a ripetere a fine girone. Alla terza giornata lo Stabia vinse a tavolino la rinunciataria Bagnolese, guadagnando altri due punti sull’Internaples, che aveva perso inopinatamente sul proprio campo contro la Cavese. Tuttavia nella giornata successiva, lo Stabia uscì sconfitto per 4-2 all’Oncino dal Savoia, e l’Internaples ne approfittò battendo la Bagnolese e accorciando di due punti il divario dai gialloblu. Alla prima giornata di ritorno lo Stabia perse per 1-0 sul campo dell’Internaples, che a questo punto si fece minaccioso avvicinandosi a soli due punti di distacco. La settimana successiva, tuttavia, l’Internaples pareggiò in casa (0-0) contro il Savoia, e lo Stabia, battendo per 2-1 la Cavese, ne approfittò per portare a tre i punti di vantaggio sui partenopei. La classifica parziale pubblicata dalla Gazzetta dello Sport a questo punto del torneo (a tre giornate dal termine) era: Savoia 9; Stabia 8; Internaples 5; Cavese 4; Bagnolese 0.

A questo punto l’unione delle sentenze del Comitato Regionale Campano e della sconfitta interna con il Savoia (0-1) resero possibile la rimonta dell’Internaples. I partenopei infatti ottennero dal Comitato Regionale la vittoria a tavolino nella partita persa sul campo per 2-1 contro i gialloblu (a causa degli incidenti provocati dall’irruento pubblico stabiese) guadagnando quattro punti su di essi e sorpassandoli in classifica. Lo Stabia chiuse il campionato al terzo posto con 8 punti, staccato di tre punti dall’Internaples, mancando l’accesso alle semifinali della Lega Sud. Decisivo fu quel ribaltamento a tavolino (anche se andrebbe precisato che anche l’Internaples si vide annullata dal Comitato Regionale Campano la vittoria sul campo del Savoia, perdendo poi per 3-0 la ripetizione).

Nella stagione 1923-24 lo Stabia non riuscì a ripetersi chiudendo al quinto posto. Le difficoltà economiche costrinsero il club a rinunciare all’iscrizione alla Prima Divisione e a ripartire dalla Seconda Divisione. Nella stagione 1924-25 i giallo-blu vinsero il campionato campano di Seconda Divisione qualificandosi allo spareggio di qualificazione contro l’ultima classificata del campionato campano di Prima Divisione, la Salernitanaudax: la vincente dell’incontro si sarebbe qualificato alla Prima Divisione dell’anno successivo. Lo Stabia tuttavia uscì sconfitto per 3-1 all’andata e al ritorno non riuscì a ottenere meglio di un pareggio 1-1, e la promozione sfumò, almeno sul campo. Qualche mese dopo, infatti, Savoia, Cavese e Salernitanaudax non riuscirono a iscriversi alla Prima Divisione, e il Comitato Regionale Campano decise di ripescare anche lo Stabia (le altre ripescate furono Casertana, Bagnolese e Puteolana).

Lo Stabia disputò così per l’ultima volta la Prima Divisione. Lo Stabia partì fortissimo con due vittorie nelle prime due giornate (3-1 sul campo della Puteolana e 3-1 in casa contro la Bagnolese) ma nel resto del campionato, a parte la vittoria casalinga per 5-0 sulla derelitta Puteolana, ottenne solo sconfitte. Il punto più basso della stagione si raggiunse con le due umilianti sconfitte per 6-0 inflittole da Internaples e Bagnolese. Lo Stabia chiuse il torneo al quarto e penultimo posto con sei punti.

La Carta di Viareggio del 2 agosto 1926 escluse (ovviamente) lo Stabia dalla Divisione Nazionale (alla quale fu invece ammesso il campione campano, l’Internaples, che poi si trasformò nel Napoli) e stabilì che solo otto squadre avrebbero partecipato al Gruppo Sud della Prima Divisione. Il Direttorio Divisioni Superiori comunicò che tutte le squadre centromeridionali interessate a partecipare alla Prima Divisione avrebbero potuto inviare domanda di iscrizione, e sarebbe stato il Direttorio a selezionare tra quelle che avevano presentato domanda le otto elette ammesse a disputare la Prima Divisione. Alla fine, anche se il Gruppo Sud fu allargato a dieci squadre, il Direttorio decise di ammettere in Prima Divisione solo due campane, la Bagnolese e la Casertana, e lo Stabia fu costretto a ripartire dalla Seconda Divisione.

STORIA SUCCESSIVA

Lo Stabia S.C. non riuscì affatto a risalire la china, disputando numerosi campionati di terzo livello (denominati dapprima Seconda Divisione e poi Prima Divisione), prima di sciogliersi nel 1933. Nel frattempo nel 1930 aveva cambiato denominazione in F.C. Stabiese.

In seguito allo scioglimento nel 1933 della F.C. Stabiese, fu costituita una nuova società, l’A.C. Stabia, che riuscì rapidamente a risalire in Serie C e nel 1951 conquistò addirittura una storica promozione nella Serie B a girone unico grazie alla vittoria nello spareggio promozione contro il Foggia. Due retrocessioni consecutive portarono gli stabiesi al fallimento per debiti e allo scioglimento della società.

In seguito al fallimento nel 1953 dell’A.C. Stabia, il suo posto fu preso dalla S.S. Juve Stabia, società fondata nel 1945 e che divenne l’erede e il continuatore dello Stabia storico. La Juve Stabia risalì la china e, dopo aver disputato numerosi campionati di Serie C e di Serie D e dopo aver affrontato anche dei fallimenti societari (come quello del 2001), nel 2010-11 venne promossa in Serie B. Seguirono tre campionati consecutivi in Serie B, in cui il miglior piazzamento ottenuto fu il nono posto nel 2011-12 (nonostante una penalizzazione di 4 punti). Nella stagione 2013-14 la Juve Stabia retrocesse in Serie C, dove milita tuttora.

La rappresentativa della Lega Sud

LA “NAZIONALE” DELLA LEGA SUD

Negli anni venti anche la “Lega Sud” aveva una propria “nazionale”  o per meglio dire selezione o rappresentativa. Infatti all’epoca venivano formate delle rappresentative o delle selezioni regionali o addirittura subnazionali (come quelle della Lega Nord e della Lega Sud) anche allo scopo di testare i giocatori in vista di una loro futura convocazione nella nazionale maggiore. Talvolta l’esito delle amichevoli che queste rappresentative disputavano sovvertivano i pronostici pre-partita, come la storica vittoria per 2-1 della rappresentativa romana sulla Juventus del giugno 1926.

LA NASCITA DELLA RAPPRESENTATIVA “LEGA SUD”

Nella seduta del Consiglio Federale del 26 febbraio 1923, tenutasi a Genova, fu accettata la proposta della federazione francese di far disputare un incontro tra la rappresentativa della Lega Sud italiana e della Lega Sud-Est francese. L’incontro fu inizialmente fissato per il 15 aprile 1923. La Lega Sud, al fine di selezionare i giocatori che avrebbero disputato l’incontro di Roma del 15 aprile con la rappresentativa della Lega Nord e quello (sempre a Roma) del 29 aprile 1923 contro la rappresentativa della Francia Sud-Est, fece disputare un incontro tra la rappresentativa meridionale e quella laziale il giorno 31 marzo 1923 allo Stadio di Roma.

31 marzo 1923 – Roma, Stadio – Rappresentativa Laziale-Rappresentativa Sud 3-2

RAPPRESENTATIVA LAZIALE:

RAPPRESENTATIVA SUD:

In seguito alla vittoria per 3-2 della rappresentativa laziale su quella Sud, la commissione tecnica decise di far disputare alla rappresentativa meridionale un ulteriore incontro contro il Roman da disputare il lunedì successivo (2 aprile 1923) in tre tempi di trenta minuti ciascuno. I giocatori convocati per la partita contro il Roman furono: Vittori, Saraceni, Mattei (Roma), Pirandello (Palermo), Vacca (Bari), Cassese (Napoli), Ferrari IV e Parboni (Roma), Jaquinto (Napoli), Corbjons, Rovida e Degni (Roma), Sacchi e Parodi (Napoli), Bernardini (Roma).

2 aprile 1923 – Roma – Roman-Sud Italia ?-?

ROMAN:

SUD ITALIA:

9 aprile 1923 – Roma – Audace-Sud Italia 3-6

AUDACE:

SUD ITALIA:

Nella partita di allenamento vinta contro l’Audace, l’innesto di Bernardini migliorò notevolmente la prima linea.

15 aprile 1923 – Roma – Lega Sud-Lega Nord 4-3

LEGA SUD: Vittori; Mattei, Degni; ?, ?, ?; ?, ?, ?, ?, ?.

LEGA NORD:

La rappresentativa centro-meridionale ottenne una vittoria di prestigio contro la rappresentativa della Lega Nord, favorita anche dal fatto che la Lega Nord non poté schierare i titolari, impegnati con la nazionale maggiore a giocare contro l’Austria a Vienna. Il primo tempo si era chiuso sul 3-3, nei minuti conclusivi della ripresa l’albino Degni segnò la rete della vittoria per la Lega Sud.

29 aprile 1923 – Roma – Sud Italia-Francia Sud-Est ?-?

SUD ITALIA:

FRANCIA SUD-EST:

 

Per la stagione 1923-24, in vista dei giochi olimpici, si decise di far disputare alla rappresentativa della Lega Sud nuove partite. I giocatori convocati furono divisi in due squadre, quella dei “probabili” (selezione A, divisa bianca) e quella della “squadra allenatrice” (selezione B, divisa rossa), che si scontrarono tra loro, al fine di scegliere i titolari.

Le partite di selezione furono le seguenti.

23 dicembre 1923 – Roma, campo della Rondinella – Italia Centro Meridionale A-Italia Centro Meridionale B 2-2

SQUADRA A: Vittori (50′ Sclavi), Minter (46′ Saraceni), Lo Bianco (46′ Muzzi), Alice, Ferraris IV, Sartoris, Oliviari, Rovida, Degni, Maneschi, Canestrelli (35′ Furga).

SQUADRA B: Sclavi (50′ Vittori), Saraceni (46′ Minter), Muzzi (46′ Lo Bianco), Iaquinto, Zama, Cassese, Staccioli, Filippi, Vonau, De Giuli, Sacchi.

ARBITRO: sig. Bellucci.

MARCATORI: 66′ Degni, 68′ Degni (rig.), 81′ Vonau, 83′ Filippi.

 

Giovedì 27 dicembre 1923 – Roma, stadio Nazionale – Italia Centro Meridionale A-Italia Centro Meridionale B 2-1

SQUADRA A: Vittori (46′ Sclavi), Manfrenati (46′ Minter), Mattei, Alice (46′ Cassese), Ferraris IV, Sartoris, Invorio (46′ Alice), Rovida, Degni, Bernardini, Maneschi.

SQUADRA B: Sclavi (46′ Vittori), Minter, (46′ Manfrenati), Lo Bianco, Gobbi, Cellini, Cassese (46′ X), Olivieri, Bianchi, Bramante, Sansoni, Lommi.

ARBITRO: sig. Ambrosini.

MARCATORI: st 8′ Bramante, 22′ Maneschi, 24′ Alice.

Dopo i primi 45 minuti, la Commissione Tecnica attuò alcuni cambiamenti nelle due formazioni al fine di poter meglio valutare le qualità di qualche elemento, del valore del quale si nutrivano ancora dei dubbi.

Dopo la vittoria dei “probabili”, la Commissione Tecnica decise di convocare i seguenti giocatori nella rappresentativa della Lega Sud: Vittori (Fortitudo); Minter (Internaples) e Mattei (Alba); Sartoris (Liberty), Ferraris (Fortitudo) e Cassese (Bagnolese); Alice (Alba), Rovida (Alba), Degni (Alba), Bernardini (Lazio), Canestrelli (Fortitudo). Le riserve furono le seguenti: Sclavi (Lazio), Lo Bianco (Savoia), Maneschi (Lazio), Sansoni III (Fortitudo), Invorio (Internaples). Il giudizio della “Gazzetta dello Sport” sulla rappresentativa della Lega Sud fu il seguente:

In complesso, ripetiamo, ottima squadra, robusta all’attacco e ben inquadrata nella linea di sostegno; leggermente debole nel terzino arretrato; sicurissima nel portiere. Squadra che contando uomini delle varie regioni del Centro-Meridionale è una rappresentativa nel vero senso della parola; e sentirà vibrare all’unisono la passione per la difficile disputa e si voterà fino al sacrificio pur di assicurare alla Lega Sud e all’Italia un nuovo alloro.

Purtroppo Canestrelli si infortunò nel corso della prima partita di selezione e furono chiamati a sostituirlo nel ruolo di ala sinistra Maneschi e Sansoni III.

Domenica 30 dicembre 1923 – Roma – Italia Centro Meridionale-Francia del Sud 2-1

ITALIA CENTRO-MERIDIONALE: Vittori (Fortitudo); Minter (Internaples) e Mattei (Alba); Sartoris (Liberty), Ferraris IV (Fortitudo) e Cassese (Bagnolese); Alice (Alba), Rovida (Alba), Degni (Alba), Bernardini (Lazio), Sansoni III (Fortitudo).

FRANCIA DEL SUD: Robert; Subriny e Domergue; Baroni, Dedieu e Rapetit; Jacquemet, Brumel, Rouchét, Boyer e Magne.

ARBITRO: Kolmar (Cecoslovacchia).

MARCATORI: 39′ Cassese, 42′ Brumel, 60′ Rovida.

La partita si disputò a Roma alla presenza di numerosi sportivi del settentrione. Il Sud Italia scese in campo con una divisa bianca, la Francia del Sud Est scese in campo con una casacca blu. Secondo le cronache dell’epoca, “il consiglio della Federazione del Calcio era completo dopo le fatiche di una seduta lunga e laboriosa”. Inoltre, “la Commissione Tecnica, in cerca di elementi per la nazionale, non si era lasciata sfuggire la occasione di vedere al lavoro i giocatori” della Lega Sud. Assistettero all’incontro anche numerosi consiglieri della Lega Nord e della Lega Sud. La vittoria arrise all’Italia Centro-Meridionale per 2-1, malgrado la Francia del Sud avesse schierato numerosi giocatori della nazionale maggiore francese. Si hanno delle discordanze di fonti sui marcatori delle reti, si prende per buona la cronaca del “Corriere della Sera” in quanto più dettagliata. Al 39′ Cassese portò in vantaggio il Sud Italia con un insidioso tiro spiovente. Al 42′ Brumel, su centro di Magné, segna la rete del pareggio. Al 15′ della ripresa un tiro di Degni venne bloccato dal portiere transalpino Robert che tuttavia, caricato, si lasciò sfuggire il pallone consentendo a Rovida di segnare a porta vuota il gol della vittoria. L’incontro dimostrò i progressi dell’Italia Centro-Meridionale a livello calcistico. Il Consiglio Federale decise di premiare la formazione vincitrice con delle medaglie d’oro.

Domenica 23 marzo 1924 – Roma, campo della Rondinella – Italia Centro Meridionale-Anconitana 6-2

In vista della partita contro la Francia Sud-Est furono convocati i seguenti giocatori: Bianchi Placido (Fortitudo), Cassese (Savoia), Chiocchini (Audace), Corbjons (Alba), Degni (Alba), Ferraris IV (Fortitudo), Fraschetti Mario (Pro Roma), Lommi (Fortitudo), Mattei (Alba), Minter (Internaples), Panosetti (Tiberis), Rovida (Alba), Sansoni III (Fortitudo), Sartoris (Liberty), Sclavi (Lazio), Vona (Audace), Vittori (Fortitudo). Parboni, centro-sostegno della Lazio, rifiutò la convocazione per motivi di studio.

Fu disputata una partita di allenamento contro l’Anconitana, vinta dalla rappresentativa centro-meridionale per 6-2. La partita si era svolta in tre tempi di 30 minuti ciascuno: il primo tempo si chiuse sull’1-1, il secondo sul 2-2, e fu solo nel terzo che l’Italia Centro-Sud prese il sopravvento segnando quattro gol e vincendo 6-2.

In seguito alla partita la Commissione Tecnica scelse la seguente formazione titolare contro la Francia del Sud: Sclavi; Lommi, Mattei; Sartoris, Ferraris, Cassese; Chiocchini, Rovida, Degni, Andreani, Corbjons. Riserve: Chiatti, Pittori, Marinari.

Domenica 30 marzo 1924 – Marsiglia – Francia del Sud-Italia Centro Meridionale 2-1

FRANCIA SUD-EST: Formazione da reperire.

ITALIA CENTRO-SUD: Sclavi (Lazio); Lommi (Fortitudo), Mattei (Alba); Sartoris (Ideale), Ferraris IV (Fortitudo), Cassese (Savoia); Marinari (Anconitana), Rovida (Alba), Bernardini (Lazio), Vona (Audace), Corbjons (Alba).

SOSTITUZIONI: nel secondo tempo Chiocchini (Audace) sostituisce Rovida.

ARBITRO: M. Vetrano (Francia).

MARCATORI: ?, ?, Ferraris IV.

La Francia Sud-Est chiuse il primo tempo in vantaggio per 2-0 (il secondo gol fu segnato su punizione) e l’Italia Sud riuscì a segnare il gol che riaprì teoricamente l’incontro solo nei minuti finali per merito del capitano Ferraris IV. I migliori di campo per l’Italia Sud furono Mattei, Ferraris IV, Cassese e Rovida.

Domenica 31 maggio 1925 – Roma – Rappresentativa Lega Sud-Rappresentativa Lega Nord 1-3

NORD ITALIA: Combi; Calligaris, Rosetta; Mattea, Milano IV, Candini; Conti, Baloncieri, Ardizzone, Banchero (Forlivesi), Levratto.

SUD ITALIA: Sclavi; Mattei, Minter; Nesi, Bernardini, Parboni; Chiocchini (Rovida), Palmisano, Degni, Scioscia, Corbjons.

ARBITRO: Dani (Genova).

MARCATORI: 25′ Baloncieri, 53′ Ardizzone, 71′ Parboni (o autorete di Calligaris?), 85′ Levratto.

Gli spettatori che assistettero a questa partita di allenamento per la costituenda squadra nazionale furono all’incirca 20.000. La rappresentativa della Lega Sud, priva di Vojak (al suo posto giocò Scioscia, che tuttavia non disputò una buona partita) e di Ferraris IV, si impegnò molto, a differenza degli avversari. La difesa della rappresentativa della Lega Nord fu messa a dura prova, con i terzini Rosetta e Calligaris che talvolta si fecero superare dai veloci attaccanti centro-meridionale, e il portiere Combi si rese artefice di interventi decisivi. Nonostante ciò, al 25′ Baloncieri, su assist di Conti, portò in vantaggio la Lega Nord. All’8′ della ripresa Ardizzone, ancora su assist di Conti, raddoppiò. La Lega Sud accorciò le distanze al 26′ della ripresa grazie a un tiro di Parboni deviato accidentalmente da Calligaris caduto a terra. A cinque minuti dalla fine la Lega Nord chiuse la partita andando a segno con Levratto ancora su assist di Conti. Secondo il quotidiano romano “L’Impero” l’arbitraggio di Dani del Genoa non fu troppo convincente.

Domenica 1 novembre 1925 – Roma – Rappresentativa Lazio-Rappresentativa Sud 4-1

RAPPRESENTATIVA LAZIALE: Niccoli (Lazio); Mattei (Alba), Corbyons (Alba); Nesi (Lazio), Ferraris IV (Fortitudo), Sansoni III (Fortitudo); Battilani (Audace), Chiocchini (Audace), Degni (Alba), Bianchi Angelo (Fortitudo), Canestrelli (Fortitudo).

RAPPRESENTATIVA ITALIA SUD: Pieri (Pro Italia); Pirandello (Palermo), Lo Bianco (Pro Bagnoli); Cassese (Savoia), Ghisi II (Internaples), Chiatti (Anconitana); Ghisi I (Internaples), Ferrari (Internaples), Sacchi (Internaples).

MARCATORI: 5′ Chiocchini (Fiorini?), 32′ Bianchi, 48′ Ferraris, 76′ Ferrari, 77′ Chiocchini.

L’incontro di allenamento tra l’Italia Sud e la rappresentativa laziale ebbe luogo in vista della partita tra l’Italia Sud e la Jugoslavia. La partita terminò 4-1 in favore dei laziali grazie alle reti di Chiocchini e Bianchi nel primo tempo e di Ferraris e ancora Chiocchini nella ripresa; il gol della bandiera per l’Italia Sud fu siglato da Ferrari dell’Internaples. Ferrari sbagliò un rigore al 26′ della ripresa facendosi ipnotizzare dal portiere Niccoli che riuscì a deviare in angolo la conclusione dal dischetto.

Domenica 8 novembre 1925 – Napoli – Rappresentativa Sud-Jugoslavia 1-3

ITALIA DEL SUD: Pelvi, Mattei I, Corbions, Nesi, Ferraris IV, Cassese, Battilana, Ghisi, Degni, Ferrari, Rosso.

JUGOSLAVIA: Friedrich, Urbancic, Pazur, Kritz II, Premil, Hitrec, Gradenic, Bencic, Persho, Petkovic, Seculic.

ARBITRO: Bellini.

MARCATORI: 36′ Petkovic, 58′ Petkovic, 78′ Bencic, 88′ Corbions (rig.).

La partita si disputò a Napoli all’Arenaccia. La scelta del campo favorì gli iugoslavi, che avevano il vento a favore. L’Italia del Sud impegnò il portiere jugoslavo già al primo minuto, ma furono poi gli jugoslavi, con passaggi precisi, a mettere in pericolo più volte la porta italiana. Anche l’Italia del Sud tuttavia ebbe le sue buone occasioni di rete. “Una buona discesa Ferrari-Rosso viene da questi sciupata da pochi metri”. Al 36′ Petkovic portò in vantaggio la Jugoslavia segnando imparabilmente da due metri. La reazione italiana si ebbe con un tiro di Ghisi che però non entrò in porta. Il finale del primo tempo fu caratterizzato da un gioco falloso da ambedue le parti. All’inizio della ripresa, con il vento calmatosi, la Jugoslavia, con rapidi passaggi rasoterra, attaccò ripetutamente impegnando la retroguardia italiana. L’Italia del Sud riuscì finalmente a impegnare il portiere avversario Friedrich, che tuttavia è fallosissimo nel trattenere la palla, ma l’arbitro non fischiò fallo. Petkovic al 10′ della ripresa raddoppiò. Cominciò a piovere e l’Italia del Sud attaccò insistentemente nel tentativo di riaprire la partita ma sciupando le occasioni create. Tuttavia fu la Jugoslavia a segnare il terzo gol al 34′ con Bencic. Poco dopo, sugli sviluppi di un calcio di punizione assegnato all’Italia, Degni andò a segno ma l’arbitro annullò il gol. L’Italia del Sud attaccò insistentemente alla ricerca del gol della bandiera, incitato dal pubblico in piedi. Al 43′ della ripresa l’arbitro concesse un rigore all’Italia che fu trasformato da Corbjons. La partita si concluse con la vittoria per 3-1 della Jugoslavia.

Con lo scioglimento della Lega Sud decretato dalla Carta di Viareggio del 2 agosto 1926 si sciolse anche la sua rappresentativa.

La storia della nazionale italiana di calcio (1919-1926)

UN NUOVO INIZIO

Dopo una sosta forzata per ragioni belliche di ben cinque anni, la nazionale italiana tornò finalmente in campo il 18 gennaio 1920 in una amichevole contro la Francia disputata a Milano. La partita rischiò pure di non giocarsi, a causa della precarietà dei collegamenti ferroviari internazionali, che ritardò di un giorno l’arrivo della nazionale francese. Infatti la partita era in programma il 17 gennaio ma il mancato arrivo della nazionale francese fece pensare al loro forfait e gli organizzatori comunicarono che la nazionale azzurra avrebbe affrontato, in sostituzione dei transalpini, una rappresentativa militare. Tuttavia, il giorno successivo si scoprì che i francesi avevano semplicemente ritardato il loro arrivo di un giorno senza preavviso. Dopo aver pernottato in Svizzera, la mattina del 18 gennaio presero il treno per Milano, giungendo alle 12. La partita si poté così disputare, alle ore 15.

Poiché all’entrata in campo ci si rese in campo che entrambe le nazionali avevano colori molto simili, tale da rendere difficile distinguere giocatori di squadre differenti, si ebbe il problema che l’Italia non disponesse al momento di una divisa di riserva di colore diverso. Fu Luigi Maranelli, fondatore dell’ULIC (una federazione indipendente dalla FIGC che organizzava campionati calcistici giovanili provinciali), a risolvere il problema fornendo alla nazionale italiana le bianche casacche di una squadra minore. Queste bianche casacche erano malridotte ma i giocatori italiani si accontentarono, e vi fu pure chi cucì lo scudetto dei Savoia sulla casacca del portiere Cameroni per distinguerlo dai calciatori di movimento. La partita finì 9-4 in favore dell’Italia. Fu un nuovo inizio per l’Italia, ancora una volta contro la Francia, ancora una volta in maglia bianca.

LE OLIMPIADI DEL 1920

La nazionale tornò in campo il 28 marzo a Berna contro i padroni di casa della Svizzera. L’Italia schierò molti giocatori dell’Internazionale (o Inter), in virtù del 5-0 inflitto dai neroazzurri al Bologna in campionato alcune settimane prima. Gli elvetici tuttavia dominarono l’incontro vincendo 3-0 e il passivo avrebbe potuto essere anche maggiore se non fosse stato per la buona prova della difesa azzurra che riuscì a limitare i danni. La debacle di Berna destò grosse preoccupazioni perché giungeva a pochi mesi dalle Olimpiadi del 1920 da disputare in Belgio, e, nel tentativo di dare una svolta, la Commissione Tecnica fu rinnovata, confermando solo l’allenatore, ovvero Giuseppe Milano. Il 13 maggio 1920 si disputò a Genova un’amichevole contro l’Olanda, terminata 1-1.

A fine agosto si disputarono le Olimpiadi ad Anversa. Complice il calendario compresso all’inverosimile (con le nazionali costrette a disputare una partita al giorno), la nazionale italiana non fece grande figura, superando il primo turno a stento con un risicato 2-1 ai danni dell’Egitto, e venendo eliminata già nel turno successivo (disputato il giorno dopo) dalla Francia (3-1). Come attenuante, andrebbe ricordato che i transalpini, a causa del forfait in suo favore della Svizzera al primo turno, scese in campo molto più riposata rispetto agli azzurri. Anche nel torneo di consolazione, l’Italia non fece grandi cose. Superò la Norvegia solo grazie a una rete siglata nel corso del terzo tempo supplementare (il regolamento prevedeva infatti quattro tempi supplementari), ma fu eliminato dalla Spagna (0-2) nonostante la doppia superiorità numerica (a causa dell’infortunio al 35′ di Pagasa e dell’espulsione di Zamora all’84’).

VITTORIE INCORAGGIANTI

In seguito alla debacle olimpica, la Commissione Tecnica fu rinnovata, e ne entrò a far parte di nuovo Vittorio Pozzo. La nazionale tornò in campo il 20 febbraio 1921 a Marsiglia contro i padroni di casa della Francia compiendo una memorabile impresa: quella della prima vittoria in campo francese (2-1 in rimonta il risultato finale, con le reti di Cevenini III e di Santamaria). I membri della Commissione Tecnica andavano però assai poco d’accordo e alla vigilia della partita contro la Svizzera del 6 marzo, non essendosi raggiunto l’accordo su quali giocatori mandare in campo, i membri della Commissione Tecnica rassegnarono dimissioni immediate, rimanendo in carica solo per la durata della partita, che fu vinta per 2-1. Fu costituita così una nuova Commissione, costituita da Umberto Meazza, Terziolo e l’allenatore Milano I. Il 5 maggio 1921 l’Italia compì un’altra impresa superando in Belgio i padroni di casa (peraltro campioni olimpici in carica) dopo una entusiasmante rimonta dallo 0-2 al 3-2. Tra i protagonisti in campo vi fu l’esordiente Barbieri del Genoa. Tre giorni dopo in Olanda gli azzurri pareggiarono 2-2 con i padroni di casa, dopo essere stata a un certo punto in vantaggio di due reti. Con queste due eccelse prestazioni nella tournée belga-olandese, si concluse la stagione 1920-21 per la nazionale italiana, e la Commissione Tecnica fu sciolta per sceglierne un’altra all’inizio della stagione successiva.

LO SCISMA

Con lo scisma delle 24 maggiori squadre italiane, che secedettero dalla FIGC costituendo una propria confederazione (la CCI) e un proprio campionato, la nazionale italiana dovette fare a meno dei grandi campioni militanti negli squadroni della CCI. Infatti, almeno inizialmente, solo i giocatori delle squadre rimaste fedeli alla FIGC erano convocabili in nazionale. Nell’amichevole di Ginevra del 6 novembre 1921 contro i padroni di casa della Svizzera debuttarono così ben otto giocatori, militanti in club poco blasonati come Valenzana, Novese, Reggiana, Virtus Bologna, Sampierdarenese, Saronno e Lucchese. Nonostante tutto finì 1-1 (per gli azzurri segnò Moscardini della Lucchese al suo esordio in nazionale).

Alcune settimane dopo, a causa del riavvicinamento tra FIGC e CCI, fu stabilito che la nazionale avrebbe potuto convocare anche i calciatori militanti nel campionato della CCI. Nella successiva partita di Milano contro l’Austria, disputata il 15 gennaio 1922 e terminata 3-3 (doppietta di Moscardini e rete di Santamaria), scesero in campo sette calciatori confederali e quattro federali. Nelle successive due partite arrivarono risultati prestigiosi contro le più blasonate compagini europee: il 26 febbraio pareggiò 1-1 a Torino contro la Cecoslovacchia argento olimpico alle Olimpiadi 1920 e il 21 maggio a Milano sconfisse 4-2 i campioni olimpici in carica del Belgio. La nazionale italiana stava crescendo.

IL RITORNO DI POZZO

Nella stagione 1922-23 lo scisma si ricompose e gli azzurri, dopo aver pareggiato 2-2 contro la Svizzera, sconfissero a Milano la Germania per 3-1 il giorno di Capodanno. Seguirono due pareggi a reti bianche contro le forti Ungheria e Austria, prima di incappare nella disfatta di Praga del 27 maggio 1923: 5-1 il risultato a favore dei cecoslovacchi, con Moscardini a siglare il gol della bandiera per gli azzurri. Dopo otto mesi di pausa, il 20 gennaio 1924 la nazionale incassò un’altra allarmante debacle, perdendo 4-0 a Genova (!) contro l’Austria. Le due gravi sconfitte consecutive apparvero preoccupanti, considerato che erano avvenute alla vigilia delle Olimpiadi. Per tentare di cambiare la situazione il 17 febbraio 1924 il direttorio federale decise di nominare Vittorio Pozzo commissario unico della nazionale italiana. Pozzo inizialmente era restio ma accettò a condizione che sarebbe rimasto in carica soltanto per pochi mesi, fino al termine delle Olimpiadi.

La prima partita di Pozzo come commissario unico della nazionale azzurra si disputò a Milano il 9 marzo 1924 contro la Spagna e terminò a reti bianche. In vista della partita successiva contro i padroni di casa dell’Ungheria, Pozzo si trovò in grandi difficoltà perché Genoa e Bologna, impegnate nella finale della Lega Nord, gli negarono i propri giocatori. Pozzo dovette schierare una formazione improvvisata, priva dei grandi campioni genoani e felsinei, e incappò nella più pesante sconfitta mai patita dalla nazionale italiana: un pesante 7-1 senza appelli. Vittorio Pozzo affermò in seguito:

 Dieci giorni dopo, la Presidenza della Federazione, in un comunicato ufficiale, ringraziava i giuocatori e il Commissario per la prova di fermezza data e per il dovere compiuto in circostanze avverse. L’esempio di fermezza fu dato dai dirigenti federali in quell’occasione, bisogna dirlo schietto. E diede i suoi frutti, ché ognuno tacque, nessuno recriminò, e gli interessati, punti sul vivo, si rimboccarono le maniche.

LE OLIMPIADI DEL 1924

Pozzo convocò inizialmente 30 giocatori, dopo alcuni giorni ne tagliò otto, e provò i rimanenti 22 in due partitelle di allenamento con Makkabi Bruhn e Wiener Amateure. Insoddisfatto dei risultati, chiamò a sorpresa un attaccante del Vado, Levratto, che due anni prima aveva segnato il gol decisivo che aveva permesso al Vado di vincere la Coppa Italia. Pozzo partì dunque per Parigi, città ospitante le Olimpiadi, con una nazionale fortemente rinnovata con quattro esordienti e sei giocatori con una sola presenza in nazionale.

L’esordio nel torneo olimpico contro la Spagna, il 25 maggio a Parigi, si risolse con una risicata vittoria per 1-0 grazie a un autogol del terzino spagnolo Vallana mentre tentava di recuperare su Magnozzi e nel tentativo maldestro di allungare indietro al proprio portiere. La Spagna, pur ridotta in dieci dall’espulsione di Larraza, sullo 0-0 aveva giocato meglio e attaccato di più, impegnando allo stremo il portiere azzurro Combi. La vittoria risultò dunque inaspettata e in un certo senso fortunata. Quattro giorni dopo l’Italia sconfisse per 2-0 il Lussemburgo qualificandosi ai quarti di finale contro la Svizzera. La partita con gli elvetici cominciò in salita per gli azzurri, che subirono in avvio di ripresa la rete di Sturzenegger, ma trovarono il pari con Della Valle; un miracoloso intervento dell’estremo difensore svizzero negò tuttavia il possibile raddoppio a Della Valle e, come se non bastasse, a causa di uno sciagurato errore difensivo di Caligaris, Abegglen, in sospetta posizione di fuorigioco (non rilevato dall’arbitro), riportò in vantaggio gli elvetici. La Svizzera vinse 2-1 l’incontro e invano gli azzurri chiesero l’annullamento dell’incontro per la presunta irregolarità per fuorigioco del gol della vittoria elvetico.

Gli azzurri tornarono in patria a mani vuote e Pozzo, provato anche dalla perdita della moglie deceduta in quei giorni per una grave malattia, decise di declinare l’insistente offerta del consiglio federale di riconfermarlo commissario unico della nazionale.

IL RITORNO ALLA COMMISSIONE TECNICA

Nel frattempo l’assemblea federale del 29 giugno 1924 aveva stabilito che il Consiglio Federale avrebbe eletto “uno o più commissari, ma non più di tre”. Furono nominati commissari Milano I (scelto dalla Lega Nord), Baccani (scelto dalla Lega Sud) e l’arbitro Augusto Rangone. La nuova commissione tecnica debuttò il 16 novembre 1924 con un pareggio 2-2 a Milano contro la Svezia. Una settimana dopo a Duisburg l’Italia sconfisse per 1-0 i padroni di casa della Germania grazie a una rete di Janni, che peraltro non era in perfette condizioni fisiche dato che si era leggermente infortunato a causa del gioco duro dei tedeschi.

Il 18 gennaio 1925 a Milano si giocò Italia-Ungheria. Gli azzurri erano desiderosi di riscattare il pesante 7-1 subito pochi mesi prima dalla potente nazionale ungherese, ma persero ancora una volta, anche se questa volta di misura, 2-1 il risultato finale. Gli azzurri erano peraltro passati per primi in vantaggio, prima di subire la rimonta degli avversari. Il 22 marzo 1925 l’Italia annientò a Torino la Francia imponendosi per 7-0. La partita è da segnalare per l’addio alla nazionale della “bandiera” Renzo De Vecchi e l’esordio in nazionale del laziale Fulvio Bernardini, primo giocatore di una squadra della Lega Sud a debuttare nella nazionale maggiore. Fu il filolaziale Baccani, suo grande estimatore, a volerlo in campo. Nel giugno 1925 l’Italia andò in tournée nella penisola iberica, subendo due sconfitte di misura (entrambe per 1-0) contro i padroni di casa di Spagna e Portogallo, anche a causa delle defezioni di Cevenini III e di Levratto, il primo perché andato a cercare un ingaggio in Inghilterra e il secondo per il servizio militare. Dopo la doppia debacle in tournée, si decise di porre fine al “triumvirato” Milano I-Baccani-Rangone, affidando a Rangone l’incarico di commissario unico della nazionale.

RANGONE COMMISSARIO UNICO

Rangone debuttò come commissario unico nella partita di Padova contro la Jugoslavia, vinta per 2-1 il 4 novembre 1925. Rangone fece esordire in quella partita due giocatori di grande valore: il bomber Schiavio del Bologna e il difensore Allemandi della Juventus. Fu proprio Schiavio a segnare la doppietta della vittoria, ripagando così la scelta di Rangone. Nelle amichevoli successive Rangone ottenne risultati lusinghieri, pareggiando 1-1 contro i padroni di casa dell’Ungheria, battendo per 3-1 a Torino la forte nazionale cecoslovacca (e prendendosi la rivincita per la debacle per 5-1 di tre anni prima), imponendosi per 3-0 sull’Irlanda a Milano (vittoria all’esordio contro una nazionale delle isole britanniche, dove era nato e si era sviluppato il calcio). Seguirono due incontri con la Svizzera, uno a Zurigo terminato 1-1 e un altro a Milano vinto per 3-2 dagli azzurri. Il 18 luglio 1926, tuttavia, arrivò la prima sconfitta della gestione Rangone: a Stoccolma gli azzurri persero contro i padroni di casa della Svezia per 5-3.

Nel frattempo fu organizzata una nuova importante competizione, la Coppa Internazionale, contesa tra le più importanti nazioni dell’Europa Centrale.

La storia della nazionale italiana di calcio (1910-1919)

LA SELEZIONE MISTA DELLA FEDERAZIONE

La nazionale italiana di calcio esordì ufficialmente nel 1910. In realtà, fin dal 1899, una selezione italiana disputò alcune sporadiche amichevoli, ma si trattava di una selezione mista dei migliori calciatori del campionato italiano, comprendente numerosi atleti stranieri. Riepiloghiamo comunque brevemente le partite di questa selezione mista della F.I.F. (il nome vecchio della FIGC).

La prima partita della selezione dei calciatori rappresentanti la F.I.F. fu disputata il 30 aprile 1899 al Velodromo Umberto I di Torino contro una selezione svizzera: finì 2-0 per gli svizzeri. La selezione italiana, costituita da soli giocatori del Genoa e dell’Internazionale di Torino, giocò con la maglia del Grifone, ed era, a dispetto del nome, ben poco “italiana”. Scesero in campo per l’Italia infatti: Beaton, De Galleani, Dobbie, Bosio, Spensley, Pasteur I, Leaver, Weber, Kilpin, Savage, Agar. Solo De Galleani e Bosio erano italiani.

Successivamente, nel maggio 1907, all’Arena di Milano si disputò una partita tra la selezione mista della F.I.F. e gli svizzeri del Grasshopper, vinta dagli “italiani”.

Nell’aprile 1909 una rappresentativa italiana mista prese parte al torneo internazionale organizzato dal settimanale “La Stampa Sportiva”. Secondo le cronache dell’epoca, “gli italiani indossano la casacca bianca con la fascia tricolore intorno alla vita: novità che piace al pubblico e gli strappa il primo applauso”. La selezione italiana perse per 2-1 ai supplementari la partita contro gli elvetici del Winthertur; in compenso, il giorno dopo sconfisse per 2-1 lo Stoccarda e il 13 pareggiò 1-1 con gli albionici del West Auckland. La selezione mista comprendeva anche buoni elementi di nazionalità italiana come Faroppa, Capra, De Bernardi, Fresia, Berardo e Simonazzi.

LA NASCITA E L’ESORDIO DELLA NAZIONALE 

Affinché nascesse una rappresentativa davvero nazionale, costituita da soli elementi italiani, fu necessario attendere il 1910, in seguito ai successi della Pro Vercelli in campionato nel 1908 e soprattutto nel 1909. La Pro Vercelli dimostrò che era possibile vincere il campionato nazionale anche con una squadra costituita da soli elementi italiani, insomma dimostrò che nel campionato italiano militavano anche ottimi calciatori di nazionalità italiana, non solo stranieri di grande valore. Per di più nel 1909 divenne presidente della Federazione Luigi Bosisio, convinto fautore dell’italianizzazione del campionato. I tempi erano ormai maturi. Nel 1909 la FIFA scelse Milano come sede del suo settimo congresso, in programma nella primavera 1910. Bosisio colse la palla al balzo per allestire una selezione italiana costituita da soli elementi italiani e di farla debuttare in un’amichevole contro la Francia, scelta appositamente per evitare una brutta figura (i transalpini all’epoca non godevano di grande reputazione, a differenza delle forti Ungheria e Svizzera, avendo già perso numerose partite con ampio margine). L’esordio contro la Francia fu programmato per il 15 maggio 1910. Ora bisognava soltanto scegliere i membri della commissione che avrebbe dovuto selezionare i giocatori degni di indossare la maglia della nazionale. Poiché all’epoca non esistevano ancora dei veri e propri trainer, si scelse di affidare alla Commissione Arbitrale, costituita da cinque arbitri, il compito di “formare la squadra nazionale per una competizione ufficiale internazionale”. Infatti all’epoca gli arbitri, in mancanza di veri e propri allenatori, erano quelli più idonei a valutare correttamente le qualità di un calciatore, essendo stati in passato anch’essi calciatori. All’epoca i cinque membri della Commissione Tecnica Arbitrale erano Umberto Meazza, Agostino Recalcati, Alberto Crivelli, Gianni Camperio e Achille Gama Malcher. Il 13 gennaio 1910, infine, la rivista “Football”, organo ufficiale della FIGC, pubblicò il seguente articolo:

LA SQUADRA NAZIONALE ITALIANA – Quest’anno anche l’Italia avrà la sua squadra nazionale composta da soli giocatori italiani. La FIGC ha a questo uopo incaricata la Commissione Tecnica Arbitrale, e questa si è messa al difficile ed ingrato lavoro con tutta la maggiore buona volontà guidata da quei sentimenti di equanimità e di avvedutezza che sinora l’hanno fatta segno alla generale approvazione. Vari nomi corrono già sulla bocca di qualcuno e si assicura la formazione della squadra; tutto ciò è assolutamente prematuro; anzi è certo che la Commissione non si lascerà impressionare da indicazioni azzardate, talvolta interessate o mosse da simpatie compiacenti; essa proseguirà nel suo lavoro, pazientemente, animata da una sola idea, quella di poter mettere insieme una squadra che degnamente sappia rappresentare i colori dell’Italia, colla speranza che la vittoria arrida agli undici valorosi atleti.

Di fronte alle difficoltà nello scegliere un undici ideale, la Commissione Tecnica Arbitrale decise di dividere i calciatori candidati in due squadre, quella dei “probabili” e quella dei “possibili”, e di farle scontrare tra di loro. Una pesante grana, inoltre, arrivò allorquando la squadra della Pro Vercelli fu squalificata dalla FIGC fino al 31 dicembre 1910 per aver schierato nello spareggio contro l’Internazionale (o Inter) la quarta squadra di undicenni. Ciò significava che tutti i giocatori della Pro Vercelli, che era la squadra con i giocatori italiani più forti, non erano convocabili per tutta la durata della squalifica. La Commissione Tecnica fu dunque costretta a fare ricorso a giocatori di altre squadre per scegliere i “probabili” e i “possibili”. La partita di selezione tra probabili e possibili si disputò il 5 maggio 1910 sul campo del Milan. I “probabili” indossavano una casacca bianca, i “possibili” una divisa celeste. Di seguito sono riportate le formazioni che scesero in campo.

PROBABILI: De Simoni (U.S. Milanese), Varisco (U.S. Milanese), Calì (Andrea Doria), Trerè (Ausonia), Fossati (Internazionale), Capello (Torino), Bontadini (Ausonia), Rizzi (Ausonia), Cevenini I (Milan), Lana (Milan), Baiocchi (U.S. Milanese).

POSSIBILI: Pennano (Juventus), Capra (Torino), De Vecchi (Milan), Colombo (Milan), Goccione (Juventus), Caimi (Internazionale), Borel I (Juventus), Zuffi (Juventus), Fresia (Torino), Berardo (Piemonte), De Bernardi (Torino).

I “probabili” si imposero per 4-1. Un’ulteriore partita tra “probabili” e “possibili” ebbe luogo tre giorni dopo sul campo dell’Inter, con alcuni cambiamenti di formazione, in parte dovuti alle defezioni di Capra e Colombo, in parte stabiliti dalla Commissione per sperimentare varianti. La partita vide ancora una volta la vittoria dei “probabili”, questa volta per 4-2. La Commissione Tecnica decise allora di schierare contro la Francia i dieci undicesimi della formazione dei “probabili” che aveva vinto la prima partita, con il solo “possibile” De Bernardi ad essere scelto al posto del “probabile” Bontadini.

Il debutto della nazionale italiana, avvenuto il 15 maggio 1910 all’Arena di Milano contro la Francia, di fronte a un pubblico di 4.000 spettatori, fu trionfale con una netta vittoria per 6-2. Il quotidiano torinese “La Stampa”, adirato con la Federazione per la squalifica inflitta alla Pro Vercelli, rimarcò tuttavia che la nazionale francese non poteva schierare i giocatori dei club più blasonati d’oltrealpe, “dissidenti dalla federazione francese in seguito ancora alle controversie dilettantismo e professionismo”, e dunque la vittoria fu conseguita contro una Francia menomata (anche l’Italia tuttavia era menomata dall’assenza dei giocatori della Pro Vercelli). Inoltre il quotidiano torinese rimpianse il mancato schieramento dei giocatori della squalificata Pro Vercelli, affermando che “col potente ausilio dei campioni vercellesi, la sconfitta che si sarebbe inflitta agli ospiti avrebbe potuto avvicinare quella clamorosa patita dai francesi contro gli inglesi” (10-1 il 16 aprile 1910).

Undici giorni dopo la nazionale azzurra si recò in Ungheria per disputare la sua seconda partita ufficiale. La squadra, stanca per il viaggio spossante (dapprima a bordo di un treno di terza classe, poi in traghetto fino a Trieste, poi di nuovo in treno), subì una pesante sconfitta (6-1) per mano della forte Ungheria (il gol della bandiera fu siglato da Rizzi). L’unica nota positiva fu costituita dal debutto del sedicenne De Vecchi, chiamato a sostituire l’infortunato centravanti Cevenini I. Il pesante rovescio patito spinse la FIGC a ridurre la squalifica della Pro Vercelli di tre mesi, perché ci si era resi conto che senza l’apporto dei giocatori della Pro Vercelli la nazionale italiana non avrebbe potuto conseguire risultati di rilievo.

IL DEBUTTO DELL’AZZURRO

Nelle prime due partite la nazionale italiana giocò con la casacca bianca, ma non per omaggio alla squalificata Pro Vercelli come è stato in passato erroneamente scritto, ma semplicemente perché non era stato ancora raggiunto l’accordo sul colore, e il bianco, essendo un “non colore”, era ritenuto sufficientemente neutro (scegliere il bianco equivaleva a non scegliere alcun colore). Il portiere Mario De Simoni dichiarò:

La maglia dei primi due incontri era bianca, cioè la maglia comune a tutte le squadre… povere, e bianchi erano anche in maggioranza i calzoncini; quanto ai calzettoni, ognuno usava quelli della sua società. Lo scudo italico non c’era ancora; in compenso, un nastrino tricolore, attaccato in qualche modo, ricordava la nostra bandiera.

Alla fine l’accordo sul colore arrivò. Il 31 dicembre 1910 il “Corriere della Sera” annunciò:

Siamo informati che la nostra squadra nazionale avrà finalmente una sua propria divisa: una maglia di colore bleu marinaro, con sul petto uno scudo racchiudente i colori italiani.

Secondo alcuni l’azzurro fu scelto per omaggio alla dinastia regnante dei Savoia. La nazionale italiana scese per la prima volta in maglia azzurra il 6 gennaio 1911 all’Arena di Milano contro l’Ungheria, perdendo di nuovo per 1-0 (rete decisiva di Schlosser, schierato peraltro con il falso nome di Lakatos per aggirare il divieto impostogli, per impegni militari, di lasciare l’Ungheria). Tuttavia l’Italia questa volta non sfigurò e De Simoni e Milano I ricevettero dalla “Gazzetta dello Sport” una medaglia d’oro come premio per la prova sostenuta. A Milano I fu inoltre pagato il viaggio per assistere a Zurigo all’incontro Svizzera-Ungheria. In questo modo avrebbe potuto studiare la nazionale svizzera, prossima avversaria dell’Italia, in modo da riferire importanti informazioni alla commissione tecnica. Nel frattempo la nazionale azzurra pareggiò per 2-2 a Parigi contro la Francia, complice anche l’arbitro albionico che convalidò la doppietta del francese Maes, nonostante entrambe le reti fossero viziate da una carica al portiere De Simoni. Infatti la scuola inglese ammetteva la carica al portiere anche se quest’ultimo aveva già afferrato con le mani il pallone. L’Italia disputò poi, nel maggio 1911, due partite contro la Svizzera, pareggiando la prima 2-2 a Milano il 7 maggio e perdendo 3-0 in campo avverso il 21 maggio, complici anche le disavventure capitate agli azzurri poco prima del retour match. Infatti dapprima l’auto si guastò e gli azzurri dovettero spingerla a mano fino alla ferrovia di montagna che avrebbe dovuto condurli al luogo dell’incontro, poi dovettero prendere parte a una stancante gita a un laghetto di montagna. Gli azzurri, giunti stanchi in campo, persero nettamente 3-0, come già accennato.

LA PRIMA ESPERIENZA DI VITTORIO POZZO E LE OLIMPIADI 1912

Nel frattempo, in prossimità delle Olimpiadi di Stoccolma 1912, a cui la nazionale italiana aveva deciso di partecipare, fu organizzata un’amichevole contro la Francia. Essa si disputò a Torino il 17 maggio 1912 e vide la vittoria per 4-3 dei transalpini (tripletta del solito Maes), favoriti dalle papere del portiere Faroppa, alla sua prima e ultima partita in nazionale. La commissione tecnica, in seguito alla disfatta, fu sciolta e sostituita da un’altra, mentre il presidente della FIGC Alfonso Ferrero rassegnò addirittura le dimissioni. Nell’atto di dimettersi, tuttavia, chiamò Vittorio Pozzo, all’epoca segretario federale, chiedendogli di “restare in carica con qualche altro dirigente” e di traghettare la nazionale italiana fino al termine delle olimpiadi. Si narra che il presidente federale dimissionario Alfonso Ferrero fece il seguente discorso a Pozzo: “Andare bisogna andare, altrimenti nasce un uragano. Lei se ne intende, lei parla le lingue. Prenda lei il comando, vada, faccia quello che può. Buona fortuna”.  Fu per Pozzo la sua prima esperienza come dirigente della nazionale italiana. Sotto la sua guida l’Italia avrebbe vinto due mondiali (1934 e 1938), un oro (1936) e un bronzo olimpico (1928).

Tornando al 1912, la sua prima esperienza alla guida della nazionale per Vittorio Pozzo si rivelò un fiasco autentico. Gli azzurri infatti uscirono al primo turno delle Olimpiadi di Stoccolma, battuti di misura ai tempi supplementari (3-2) dall’abbordabile e modesta Finlandia. Nel torneo di consolazione, eliminò di misura (1-0) i padroni di casa della Svezia ma fu a sua volta eliminato dall’Austria, subendo una netta sconfitta per 5-1. Al ritorno in patria, Pozzo rassegnò le dimissioni. La sua rivincita sarebbe arrivata soltanto un ventennio dopo.

LA “CURA GARBUTT” E LA PRIMA VITTORIA IN TRASFERTA

Dopo due ulteriori sconfitte, per mano dell’Austria (3-1) e della Francia (con il solito mattatore Maes a segnare con una carica al portiere), ci si rese conto che qualcosa andasse cambiato e come allenatore fu ingaggiato il britannico William Garbut, trainer del Genoa. Si decise inoltre di privilegiare un blocco di giocatori della stessa squadra, in modo da poter schierare un undici più affiatato; a tal uopo nella partita contro il Belgio disputata a Torino il 1 maggio 1913 furono schierati in campo i nove undicesimi della Pro Vercelli, all’epoca la squadra italiana più forte, con De Vecchi del Milan e Fresia dell’Andrea Doria a completare l’undici. Si narra che il presidente della Pro, dopo la vittoria azzurra, annunciò trionfante in un telegramma “la Pro Vercelli ha battuto il Belgio”. La nazionale italiana a questo punto organizzò un amichevole contro l’Austria da disputare a Vienna, confermando il blocco dei giocatori della Pro Vercelli. Nonostante i sette undicesimi della nazionale fossero costituiti da giocatori della Pro Vercelli, due reti su tiri da fuori del terzino austriaco Brandstatter condannarono gli azzurri alla sconfitta (2-0).

Sei mesi dopo, l’11 gennaio 1914, a Milano si disputò la partita Italia-Austria, terminata 0-0. Scesero in campo quattro giocatori della Pro Vercelli e tre del Casale, formazione che in quell’annata avrebbe posto fine all’egemonia della Pro vincendo addirittura il campionato. Nei mesi successivi la nazionale italiana, cui la “cura Garbutt” cominciò a giovare, si impose per 2-0 contro la Francia a Torino e centrò la prima vittoria in assoluto in trasferta, il 17 maggio a Berna contro la Svizzera, dopo aver pareggiato 1-1 a Genova un precedente incontro contro gli elvetici solo per sfortuna, dato che gli azzurri avevano dominato anche allora. Il presidente della FIGC Carlo Montù volle premiare gli autori dell’impresa (la prima vittoria in trasferta) regalando a ogni calciatore sceso in campo una medaglia d’argento con la propria effige su un lato e sull’altro il punteggio della partita.

LO SCOPPIO DELLA GRANDE GUERRA FERMA TUTTO

Lo scoppio della prima guerra mondiale impose una dura battuta d’arresto all’attività della nazionale azzurra. Nonostante l’Italia non fosse entrata ancora in guerra, molte delle nazioni europee lo erano entrate ed era diventato arduo trovare delle avversarie da affrontare, se non altro per le difficoltà di muoversi in territori devastati dalla guerra e invasi da eserciti nemici. L’Italia riuscì soltanto a combinare un’amichevole con la Svizzera, data la comune neutralità (almeno per il momento). L’amichevole si disputò il 31 gennaio 1915 a Torino, e vide l’esordio di Cevenini III. Grazie all’eccellente prestazione dei fratelli Cevenini (Cevenini III trasformò un rigore mentre Cevenini I siglò una doppietta), l’Italia si impose per 3-1 sugli elvetici. Quella fu l’ultima amichevole disputata dall’Italia per quattro anni. Nel maggio 1915, infatti, l’Italia entrò in guerra e si dovette attendere la conclusione del conflitto per rivedere giocare la nazionale. La nazionale tornò in campo solo il 18 gennaio 1920.

Campionati regionali lombardi 1925-26

Terza Divisione

Nell’agosto 1925 il consiglio della Lega Nord decise di implementare una importante riforma dei campionati. A partire dal 1926-27 la massima serie, ribattezzata Divisione Nazionale per l’occasione, sarebbe stata a girone unico e vi sarebbero state ammesse le prime otto classificate di ognuno dei due gironi di Prima Divisione della Lega Nord 1925-26. Il nuovo campionato cadetto, la Prima Divisione Nord 1926-27, sarebbe stato costituito da 2 gironi interregionali di 12 squadre ciascuno, per un totale di 24 squadre, ovvero le ultime quattro classificate di ognuno dei due gironi di Prima Divisione 1925-26, a cui si sarebbero aggiunte le prime quattro classificate di ognuno dei quattro gironi di Seconda Divisione 1925-26. La Seconda Divisione 1926-27 avrebbe avuto la stessa formula della Prima Divisione Nord, con 24 squadre suddivise in due gironi interregionali, ovvero le classificate dal 5° all’8° posto nei quattro gironi di Seconda Divisione 1925-26, a cui si sarebbero aggiunte otto squadre provenienti dalla Terza Divisione.

Per la Lombardia si iscrissero al campionato di Terza Divisione 46 squadre, suddivise in sei gironi.

Girone A: Arduino Pavia F.C. di Pavia, G.S. Ferrovieri di Milano, Italia F.C. di Milano, S.C. Pro Broni di Broni, Sport Iris Milan di Milano, A.C. Stelvio Olona di Milano, Vigor F.C. di Milano, A.C. Vogherese di Voghera.

Girone B: S.S. Brugherio di Brugherio, S.G. Gallaratese di Gallarate, U.S. Samaratese di Samarate, Saronno F.C. di Saronno, U.S. Sestese di Sesto Calende, S.S. Sommese di Somma Lombardo, A.S. Varesina di Varese, G.C. Vigevanesi di Vigevano.

Girone C: C.S. Canturino di Cantù, Esperia F.C. di Como, S.C. Italia di Ponte Chiasso, S.C. Lario di Monte Olimpino, S.G. Pro Lissone di Lissone, C.S. Savoia di Cernobbio, Seregno G.C. di Seregno, A.S. Seveso di Seveso San Pietro.

Girone D: Abbiategrasso F.C. di Abbiategrasso, G.S. Vigevanese di Vigevano, S.C. Dergano di Dergano, Minerva F.C. di Milano, Alba F.B.C. di Cardano, S.C. Farini di Milano, S.C. Vis Nova di Giussano, U.S. Parabiaghese di Parabiago.

Girone E: U.S. Codogno di Codogno, A.P. Manerbio di Manerbio, S.S. Casalbuttano di Casalbuttano, Chiari F.B.C. di Chiari, U.S. Soresinese di Soresina, S.C. Suzzara di Suzzara, U.S. Sermidese di Sermide.

Girone F: G.S. Officine Meccaniche di Milano, Alzano F.C. di Milano, G.S. Marelli di Sesto San Giovanni, Pro Palazzolo di Palazzolo, S.S. A.L.P.E. di Bergamo, Pro Victoria F.C. di Monza, S.G.M. Forti e Liberi di Monza.

Le vincenti di ogni girone si sarebbero qualificate ai gironi finali interregionali gestiti dalla Lega Nord delle Società Minori. Per la prima volta furono introdotte dalla Lega Nord le retrocessioni in Quarta Divisione. Il Consiglio della Lega Nord decise che fine stagione sarebbero state retrocesse in Quarta Divisione 43 squadre. Per determinare il numero di retrocesse per regione, si sarebbe diviso il numero di squadre partecipanti a quel campionato regionale di Terza Divisione (per la Lombardia 46) per il rapporto tra 170 (il numero delle iscritte totali ai campionati regionali settentrionali di Terza Divisione) e 43 (il numero di retrocesse totali contando tutte le regioni). In pratica si è fatta la proporzione 46:170=x:43 che fornisce x=(43*46)/170. Per la Lombardia (quoziente 11,6353) sarebbero dovute retrocedere dodici società, le settime e le ottave classificate dei sei gironi (ovvero 10 squadre, tenendo conto che i gironi E e F erano a sette squadre) e le ultime due classificate del girone salvezza tra le seste classificate dei sei gironi. Le retrocessioni furono successivamente tutte annullate a causa di una ulteriore riforma dei campionati, stabilita con la Carta di Viareggio, che apportò numerosi cambiamenti in corsa rispetto a quelli già pianificati nell’agosto 1925.

GIRONE A A
R
D
U
I
N
O
F
E
R
R
O
V
I
E
R
I
I
T
A
L
I
A
P
R
O
B
R
O
N
I
S
P
O
R
T
I
R
I
S
M
I
L
A
N
S
T
E
L
V
I
O
O
L
O
N
A
V
I
G
O
R
V
O
G
H
E
R
E
S
E
ARDUINO 2-1
FERROVIERI 0-0
ITALIA 1-1 4-1
PRO BRONI 3-0 0-2
SPORT IRIS MILAN 2-0
STELVIO OLONA 3-2
VIGOR 2-4
VOGHERESE 2-1 6-0 2-0 2-1 4-0 3-0 7-1

 

CLASSIFICA GIRONE A PT PARTITE GOL CASA GOL FUORI GOL
G V N P F  S V N P F  S V N P F  S
STELVIO OLONA 25 14 12 1 1 49  21 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
VOGHERESE (-1) 18 14 9 1 4 36  16 7 0 0 26  3 2 1 4 10  13
ITALIA 18 14 8 2 4 32  19 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
SPORT IRIS MILAN 17 14 7 3 4 29  21 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
ARDUINO 14 14 6 2 6 35  32 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
PRO BRONI 11 14 5 1 8 20  24 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
FERROVIERI 6 14 1 4 9 16  38 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
VIGOR 2 14 0 2 12 10  56 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?

Stelvio Olona qualificata alle finali interregionali di Terza Divisione.

Pro Broni qualificata al girone salvezza (poi annullato per riforma dei campionati).

Ferrovieri e Vigor retrocesse in Quarta Divisione ma ripescate per riforma dei campionati.

Nota: La classifica è stata pubblicata sul “Giornale di Voghera”, che però commette un errore nel riportare la Vogherese a 19 punti, in quanto non tiene conto del punto di penalizzazione per la rinuncia all’ultima giornata (punto di penalizzazione che viene attribuito erroneamente all’Arduino dal Fontanelli). In ogni modo, a differenza di quanto scrive Fontanelli, la Vogherese chiuse seconda e non terza, in virtù del migliore quoziente reti rispetto all’Italia.

GIRONE B B
R
U
G
H
E
R
I
O
G
A
L
L
A
R
A
T
E
S
E
S
A
M
M
A
R
A
T
E
S
E
S
A
R
O
N
N
O
S
E
S
T
E
S
E
S
O
M
M
E
S
E
V
A
R
E
S
I
N
A
V
I
G
E
V
A
N
E
S
I
BRUGHERIO
GALLARATESE
SAMMARATESE
SARONNO
SESTESE 5-1
SOMMESE
VARESINA
VIGEVANESI

 

CLASSIFICA GIRONE B PT PARTITE GOL CASA GOL FUORI GOL
G V N P F  S V N P F  S V N P F  S
VIGEVANESI 22 14 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
SESTESE 21 14 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
SARONNO 18 14 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
GALLARATESE 16 14 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
VARESINA 16 14 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
SOMMESE 9 14 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
SAMARATESE 6 14 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
BRUGHERIO (-1) 3 14 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?

Vigevanesi qualificata alle finali interregionali di Terza Divisione.

Sommese qualificata al girone salvezza (poi annullato per riforma dei campionati).

Samaratese e Brugherio retrocesse in Quarta Divisione ma ripescate per riforma dei campionati.

Campionati regionali lombardi 1924-25

Terza Divisione

Le 34 squadre partecipanti vengono divise in quattro gironi, di cui due da 8 e due da 9.

Girone A: S.G. Gallaratese di Gallarate, A.C. Stelvio Olona di Milano, Abbiategrasso F.B.C. di Abbiategrasso, U.S. Sestese di Sesto Calende, A.S. Varesina di Varese, Ardita Ausonia F.C. di Milano, Pro Victoria F.C. di Monza, Meda F.C. di Meda.

Girone B: Minerva F.C. di Milano, Saronno F.C. di Saronno, Seregno F.C. di Seregno, S.G.M. Forti e Liberi di Monza, S.G. Pro Lissone di Lissone, C.S. Savoia di Cernobbio, Vigor F.C. di Milano, S.C. Italia di Ponte Chiasso, A.S. Seveso di Seveso San Pietro.

Girone C: Crema F.C. di Crema, U.S. Codogno di Codogno, Pro Palazzolo di Palazzolo, U.S. Soresinese di Soresina, G.S. Marelli di Sesto San Giovanni, S.S. A.L.P.E. di Bergamo, G.S. Officine Meccaniche di Milano, Alzano F.C. di Alzano, U.S. Veltro di Caravaggio.

Girone D: G.C. Vigevanesi di Vigevano, Casteggio F.B.C. di Casteggio, S.C. Dergano di Dergano, Ass. Vogherese Calcio di Voghera, S.C. Farini di Milano, Sport Iris Milan di Milano, Italia F.C. di Milano, S.G. Stradellina di Stradella.

La prima e la seconda classificata di ogni girone si qualificano ai gironi di semifinale. La vincente di ognuno dei due gironi di semifinale si qualifica alla finale per il titolo di campione lombardo di Terza Divisione e per la promozione diretta in Seconda Divisione.

GIRONE A A
B
B
I
A
T
E
G
R
A
S
S
O
A
R
D
I
T
A
A
U
S
O
N
I
A
G
A
L
L
A
R
A
T
E
S
E
M
E
D
A
P
R
O
V
I
C
T
O
R
I
A
S
E
S
T
E
S
E
S
T
E
L
V
I
O
O
L
O
N
A
V
A
R
E
S
I
N
A
ABBIATEGRASSO
ARDITA AUSONIA 1-0 2-0 5-0 1-2 3-0
GALLARATESE 2-1 3-3
MEDA 0-2 0-2 0-2
PRO VICTORIA 1-2 2-3 1-3
SESTESE 2-0 4-1
STELVIO OLONA 0-1 4-0
VARESINA 1-1 2-2 2-0 1-1

 

CLASSIFICA GIRONE A PT PARTITE GOL CASA GOL FUORI GOL
G V N P F  S V N P F  S V N P F  S
GALLARATESE 20 14 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
STELVIO OLONA 20 14 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
ABBIATEGRASSO 19 14 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
SESTESE 16 14 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
VARESINA 14 14 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
ARDITA AUSONIA 13 14 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
PRO VICTORIA 8 14 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
MEDA 0 14 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?

Spareggio per il primo posto (a Seregno): Gallaratese-Stelvio Olona 1-0.

Gallaratese e Stelvio Olona qualificate alle semifinali lombarde.

Meda ritirato dopo la terza giornata, perde a tavolino (per forfait) le partite ancora da disputare.

GIRONE B F
O
R
T
I
E
L
I
B
E
R
I
I
T
A
L
I
A
M
I
N
E
R
V
A
P
R
O
L
I
S
S
O
N
E
S
A
R
O
N
N
O
S
A
V
O
I
A
S
E
R
E
G
N
O
S
E
V
E
S
O
V
I
G
O
R
FORTI E LIBERI 1-1 2-0 5-0 0-1 2-0 2-0
ITALIA 1-6 2-1
MINERVA 2-0 6-0 4-2 2-0 5-0
PRO LISSONE 1-2
SARONNO 2-0
SAVOIA 1-0
SEREGNO 1-0 1-0 1-0 3-0 7-1
SEVESO 0-3
VIGOR 2-3

 

CLASSIFICA GIRONE B PT PARTITE GOL CASA GOL FUORI GOL
G V N P F  S V N P F S V N P F S
MINERVA 29 16 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
SARONNO 24 16 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
SEREGNO 23 16 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
FORTI E LIBERI 17 16 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
PRO LISSONE 15 16 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
SAVOIA 13 16 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
VIGOR 10 16 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
ITALIA 6 16 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
SEVESO 5 16 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?

Minerva e Saronno qualificate alle semifinali lombarde.

GIRONE C A
L
P
E
A
L
Z
A
N
O
C
O
D
O
G
N
O
C
R
E
M
A
M
A
R
E
L
L
I
O
F
F
I
C
I
N
E
M
E
C
C
A
N
I
C
H
E
P
R
O
P
A
L
A
Z
Z
O
L
O
S
O
R
E
S
I
N
E
S
E
V
E
L
T
R
O
ALPE 0-1 2-0
ALZANO 1-2 2-0
CODOGNO 5-1 0-0
CREMA 5-1 9-0 8-2 2-0
MARELLI 1-2 2-1
OFFICINE MECCANICHE 5-2 3-1 2-1
PRO PALAZZOLO 0-0
SORESINESE 2-0
VELTRO 0-2 0-2 0-2 0-2

 

CLASSIFICA GIRONE C PT PARTITE GOL CASA GOL FUORI GOL
G V N P F  S V N P F S V N P F S
CREMA 24 16 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
CODOGNO 23 16 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
PRO PALAZZOLO 21 16 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
SORESINESE (-1) 18 16 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
MARELLI 15 16 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
ALPE 14 16 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
OFFICINE MECCANICHE (-2) 13 16 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
ALZANO 13 16 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
VELTRO 0 16 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?

Crema e Codogno qualificate alle semifinali lombarde.

Veltro ritirato dopo la terza giornata, perde a tavolino (per forfait) le rimanenti partite ancora da disputare.

GIRONE D C
A
S
T
E
G
G
I
O
D
E
R
G
A
N
O
F
A
R
I
N
I
I
T
A
L
I
A
S
P
O
R
T
I
R
I
S
M
I
L
A
N
S
T
R
A
D
E
L
L
I
N
A
V
I
G
E
V
A
N
E
S
I
V
O
G
H
E
R
E
S
E
CASTEGGIO 0-0
DERGANO 4-0 10-0 0-1 2-0
FARINI 2-1 0-0 1-1
ITALIA 0-0 2-0 0-2
SPORT IRIS MILAN 2-4 3-2
STRADELLINA 1-3 0-2 3-2 1-1
VIGEVANESI 4-0 3-1
VOGHERESE 2-3 5-1 2-1 2-0 1-0 4-0

 

CLASSIFICA GIRONE D PT PARTITE GOL CASA GOL FUORI GOL
G V N P F  S V N P F  S V N P F  S
VIGEVANESI 21 14 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
CASTEGGIO 19 14 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
DERGANO 18 14 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
VOGHERESE 18 14 8 2 4 24  17 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
FARINI 16 14 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
SPORT IRIS MILAN (-2) 8 14 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
ITALIA (-2) 4 14 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
STRADELLINA (-4) 0 14 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?

Vigevanesi e Casteggio qualificate alle semifinali lombarde.

Stradellina ritirato dopo la terza giornata, perde a tavolino (per forfait) le rimanenti partite ancora da disputare.

“La Gazzetta dello Sport” riporta il risultato Italia-Vogherese 2-0 (forfait), invece il “Giornale di Voghera” riporta che “la nostra squadra si sarebbe ugualmente recata a Milano” ritenendo “giustamente antisportivo rinunciare alla gara” ma “l’Italia F.B.C. ci ha dato partita vinta”. Quindi “La Gazzetta dello Sport” ha invertito il risultato e la Vogherese non è stata penalizzata di un punto per forfait (come riportato da Fontanelli) ma lo è stata l’Italia, considerando anche che il “Giornale di Voghera” scrive che la Vogherese ha conquistato 18 punti frutto di 8 vittorie, 2 pareggi e 4 sconfitte, 24 gol fatti e 17 subiti (8 vittorie e 2 pareggi fanno 18 punti, quindi non è stata penalizzata), del resto anche il Fontanelli, pur riportando il punto di penalizzazione, riporta la Vogherese con 18 punti (ma le classifiche della Terza Divisione del Fontanelli riportano solo i punti in classifica). Rispetto alla classifica del Fontanelli, il punto di penalizzazione è stato trasferito dalla Vogherese all’Italia, che sale così da due a tre punti di penalizzazione.

SEMIFINALI GIRONE A C
A
S
T
E
G
G
I
O
C
R
E
M
A
G
A
L
L
A
R
A
T
E
S
E
S
A
R
O
N
N
O
CASTEGGIO
CREMA
GALLARATESE
SARONNO

 

CLASSIFICA GIRONE A PT PARTITE GOL CASA GOL FUORI GOL
G V N P F  S V N P F  S V N P F  S
CREMA 9 6 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
CASTEGGIO 7 6 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
GALLARATESE 7 6 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
SARONNO 1 6 0 1 5 ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?

Crema qualificata alle finali lombarde.

SEMIFINALI GIRONE B C
O
D
O
G
N
O
M
I
N
E
R
V
A
S
T
E
L
V
I
O
O
L
O
N
A
V
I
G
E
V
A
N
E
S
I
CODOGNO
MINERVA
STELVIO OLONA
VIGEVANESI

 

CLASSIFICA GIRONE B PT PARTITE GOL CASA GOL FUORI GOL
G V N P F  S V N P F  S V N P F  S
CODOGNO 9 6 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
MINERVA 7 6 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
STELVIO OLONA 7 6 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
VIGEVANESI (-3) 0 6 0 1 5 ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?

Codogno qualificata alle finali lombarde.

FINALI LOMBARDE
SQUADRE PUNTI G V N P GF GS
CREMA 3 2 1 1 0 2 1
CODOGNO 1 2 0 1 1 1 2
DATA LOCALITÀ GIRONE FINALE LIGURE RIS.
?-?-1925 CODOGNO CODOGNO – CREMA 0-0
?-?-1925 CREMA CREMA – CODOGNO 2-1

Crema Campione Lombardo di Terza Divisione 1924-25 e promossa direttamente in Seconda Divisione 1925-26.