Football Club Internaples – Stagione 1925-26 – Almanacco delle partite ufficiali

 

FOOT-BALL CLUB INTERNAPLES

 

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Almanacco delle partite ufficiali

Campionato campano di Prima Divisione

29 novembre 1925: Internaples-Bagnolese 4-2

Non è disponibile al momento la cronaca di questa partita.

13 dicembre 1925: Casertana-Internaples 0-10

Non è disponibile al momento la cronaca di questa partita.

20 dicembre 1925: Internaples-Puteolana 6-0

Da “Il Mattino” del 22-23 dicembre 1925:

Internaples b. Puteolana 6-0
Con la vittoria di ieri sugli animosi puteolani lo squadrone cittadino ha segnato un’altra tappa della sua marcia verso la conquista del campionato campano.
Benché scesa in campo priva di Claar e di Ghisi I, sostituiti da Fariello e Iaquinto II, l’Internaples non ha durato fatica ad imporre la superiorità della propria classe al team di Greco che per altro incompleto per la assenza del capitano Elia, di Pappalardo, Gamba ed Esposito Vittorio.
La Puteolana, al suo primo match fuori dal proprio campo, priva dell’incoraggiamento del suo pubblico e per altro esposta ad una squadra dalla quale si riteneva nettamente chiusa, non ha nemmeno tentato di impostare il suo giuoco, che se pur rudimentale era valso a sostenere encomiabilmente il peso della squadra bagnolese ed a farsi preferire a quello dei casertani nella prima giornata di campionato.
I diavoletti rossi di Pozzuoli hanno dato alla partita odierna tutta la loro anima ed hanno moltiplicato la loro tradizionale foga pur di contenere nei più stretti limiti la superiorità di tecnica e di proporzioni dell’Internaples.
Guitto è incappato in una giornata nerissima e nella prima ripresa avrebbe potuto evitare almeno due dei cinque goal segnatigli quando il quintetto napoletano, favorito dal vento, si è installato prepotentemente nella sua area. Magliuolo con Cassese III e Spina sono stati gli uomini migliori della squadra rossa e specie quest’ultimo nel secondo tempo quando è stato
opportunamente spostato a terzino.
Dell’Internaples riteniamo superfluo riesaminare il gioco svolto perché gli uomini di Ascarelli sono stati ancora una volta quelle ottime individualità che compongono nell’assieme “la squadra cittadina”.
Diciamo solo che l’attacco ha risentito non poco della mancanza di Ernesto Ghisi e che nel secondo tempo non è riuscito a vincere la migliore difesa avversaria e l’handicap del vento.
L’unico gol nella ripresa infatti è stato segnato su calcio d’angolo magnificamente raccolto ed infilato di testa da Toth.
Nel complesso la partita è risultata poco piacente per la disparità evidente dei valori in campo e un po’ il vento impetuoso che ne ha impedito il regolare svolgimento, e se vi asteniamo di registrare la cronaca ci è consentito dedurre che l’Internaples ha battuto la Puteolana ma non l’ha sgominata come voleva qualche azzardato pronostico della vigilia.

Da “Il Mattino” del 23-24 dicembre 1925.

27 dicembre 1925: Internaples-Stabia 4-1

Da “Il Mattino” del 29-30 dicembre 1925:

Internaples batte Stabia 4-1
Il match ha avuto una fisionomia predominante pressoché uguale nei due tempi: prestanza fisica e pressione accentrata dei bleu cittadini contro la tenace rabbiosa inesauribile difensiva stabiese, che riusciva perfino, una volta liberatasi dalla morsa stringente, ad alimentare il giovane attacco in audaci sgroppate.
Anzi se non fosse stata l’incertezza, qualche tempo d’arresto nell’azione risolutiva, il quintetto giallo-bleu avrebbe mandato più d’una volta il pallone a saggiare il fondo della rete di Pelvi.
Ma non osiamo [?] rimproveri a giovanissimi che avevano di fronte [?], Toth, Ghisi, Marra, ed un campione della tecnica come l’inarrivabile Minter.
Peraltro l’Internaples ha fatto delle belle cose e s’è impegnato con grande foga e velocità, ma non con eguale rigorosa misura. Noi vorremmo vedere lo squadrone bleu muoversi più lento, sobrio e riflessivo, scolpire l’azione non precipitarla.
I quatto goals non dicono tutta la superiorità però, che Beccaro, già annunziatosi in gran forma, ha confermato pienamente la sua classe. Il bravo portiere ha fermato e respinto efficacemente di pugno tutto il possibile.
De Martino e l’energico Isaia si sono battuti da eroi contro il formidabile attacco, che ha avuto in Sacchi l’accorto fornitore e nel trio Ferrari, Ghisi, Sallustro i più invidiosi tiratori. Carcano non è interamente piaciuto al pubblico grosso, ma ha centrato bei palloni.
Tuttavia il problema dell’estremo destro non è pienamente risolto all’Internaples.
Per la cronaca i napoletani segnavano tre goals al primo tempo con Ferrari su centro preciso di Sacchi, Ghisi in melèe e Ferrari con ribattuta di lontano.
Alla ripresa Villani salvava l’onore per lo Stabia su azione in linea e Sallustro terminava col quarto goal il vantaggio per l’Internaples.
Toth falliva sulla traversa un penalty accordato ai napoletani.
Buon arbitro Tisei del Tivoli.

 

10 gennaio 1926: Bagnolese-Internaples 1-1

Da “Il Mattino” del 12-13 gennaio 1926:

La partita d’onore del campionato campano
Bagnolese ed Internaples pareggiano
dopo un match emozionantissimo sul campo dell’Ilva
Nerostellati ed azzurri han terminato alla pari ieri sul campo dell’Ilva: uno ad uno. Partita pari, che dice tutta la bellezza della lotta spazimosa tra le due grandi squadre campane. E’ il primo anno questo in cui la Campania allinea due formidabili finaliste una per ognuno degli agguerriti gironi in Lega Sud.
Fino ad ieri avevamo solo un Internaples oggi abbiamo due squadre. Il collaudo non poteva essere più favorevole per la seconda equipe campana: essa vi ha impegnato le sue più giovani esuberanti energie; vi ha rivelato il suo onore, di grande inesauribile combattente.
Ha superato nella prova le più rosee previsioni. L’emozione del rispettabile avversario non ha stroncato l’ardore combattivo, le traversie di un match sfortunato non hanno avvilito i nerostellati, che in dieci uomini, privi del loro più brillante sostenitore hanno saputo disperatamente reagire contro tutto e contro tutti ed acciuffare il goal dell’onore e del pareggio.
L’auspicio è fausto: il cantiere operoso ha temprato le due [?] campane per il non lontano duello interregionale.
Il taglio di entrambe le equipes dovrà essere limato a dovere.
La Bagnolese deve scoccare più decisa il tiro conclusivo, l’Internaples turare la falla di destra. Una diagnosi definitiva non può scaturire dall’affannoso duello di ieri.
La posta d’onore in campo ha reso nervosi tutti i ventidue baldi atleti, ha impedito il calmo sviluppo dei lumi del rendimento pieno pei due undici. Ma le manchevolezze, sia pure in tono meno accentuato sono effettive. L’assenza di Sallustro ha mutilato l’intera ala destra d’attacco, che aveva alle spalle il vuoto, poiché Marra, attanagliato dalla emozione (forse di giocare contro i vecchi compagni di squadra) non ha brillato nel primo tempo, quello in cui le due squadre non erano state gravate da handicaps. In questa ripresa il team di Bagnoli senza tecnica sfolgorante e finezze stilistiche, ma per la saldezza della difesa sorvegliata da una vedetta portentosa, l’inesauribile Cassese ha tagliato la via all’attacco avversario, mentre il proprio quintetto non riusciva a far tesoro di così valido rincalzo.
Nel secondo tempo quando la minaccia bagnolese si faceva impressionante, con un guizzo improvviso l’Internaples segnava. Il successo accolorava l’ambiente ed i tentativi di riscossa bagnolesi venivano infranti dal [?] Pelvi. L’uscita di campo di Cassese sembrava avesse dovuto far tramontare ogni ulteriore speranza, ma in dieci i nerostellati si difendevano [strenuamente?], poi passavano ancora all’offensiva ed in un insidioso attacco acciuffavano il pareggio.
Risultato meritato non per le speciali [?] della partita (che è moralmente a tutto vantaggio della Bagnolese) ma in valore assoluto per l’efficienza reale della squadra del cav. Colapenna.
La difesa ha resistito a tutti i [?]: Finizio, [?] impegnato, ha [afferrato?] in tuffo anche il penalty di Ghisi ed è [uscito?] da qualche groviglio con l’energia e l’autorevolezza del gran portiere.
La coppia dei terzini è stata brillante per la decisione estrema nella entrata, ma non proprio per la rigorosa precisione nei rimandi.
Volenterosi ma non [classici?] i mediani laterali, Tiburzi più efficace di Piccolo (aveva anche un compito più agevole), Cassese si è [assegnato?] tutto il gravoso compito del sostegno ed ha [?] con continuità sorprendente, impetuosità irresistibile in lungo ed in largo il campo, tenendo a bada da solo spesso anche i mediani avversari e sostituendosi in qualche momento agli attaccanti nell’insidiare Pelvi.
L’attacco bagnolese non è stato uguale alla difesa, è mancato in pieno nella fase finale: Kargus il cannoniere salernitano, che ha cercato a tratti di prender le redini della linea, ha giocato molto al di sotto della sua fama, in giornata discreta le ali, buono Parodi l’uomo del goal ed il piccolo Parascandolo, un giocatorino di grande avvenire, che ha fatto miracoli contro il povero Toth.
In complesso la Bagnolese non deve migliorare che l’attacco, allenarlo soprattutto al tiro (fin troppo modesto) ed al gioco un po’ più a terra: ma deve giocare, giocare molto ancora prima di essere bene a punto, di poter ottenere il rendimento massimo: e fra tutti Kargus ha bisogno di molto lavoro.
L’INTERNAPLES
La squadra cittadina ha cozzato contro una difesa troppo forte, vigile sempre a combattere ogni insidia. I suoi attacchi travolgenti concettosi, spumeggianti di velocità e di spostamenti sono stati sempre presto o tardi tagliati a mezzo dagli accorti scrupolosissimi avversarii nel prevenire quasi l’evolversi dell’azione e se Ghisi non fosse stato alle spalle di Lobianco il goal l’Internaples non lo avrebbe segnato.
Ernesto Ghisi è stato il galoppatore insidioso, Ferrari il locmentatore intelligente, Sacchi lo scavalcatore violento: gli attacchi spezzettati dagli avversari han tolta l’abituale fluidità al quintetto, quella plastica manipolazione della discesa delle più belle giornate dell’Internaples.
Un incontro fra le due equipes con Sallustro in lizza riuscirebbe veramente interessante.
La difesa cittadina non è stata eroica, ma ha fatto tutto il suo dovere sempre nelle più intricate fasi i terzini sono stati questa volta più efficaci dei mediani e Pelvi poi magnifico. Il minuscolo scoiattolo rosso ha difeso da per suo la grossa gabbia.
Tuffi, balzi, uscite sono state tutte di una decisione estrema ed hanno risparmiato qualche punto all’Internaples.
Gli azzurri hanno combattuto con baldanza sul campo avverso, ma non han giocato con la stessa autorevolezza dimostrata contro il Nemzeti martedì. Forse ne risentivano l’improba fatica: la palma d’onore della giornata spetta ai bagnolesi. Ai napoletani ora il riprenderla negli incontri di allenamento prima dei gironi finali.
LA PARTITA
Pubblico non eccessivamente numeroso sul campo dell’Ilva a Bagnoli. Gli appassionati ed i buongustai non sono mancati ed han vissuto un duello veramente interessante con una disciplina che è stato di alto onore pei due pubblici napoletani.
Agli ordini dell’arbitro Galassi dell’Audace di Roma le due squadre scendono in campo così inquadrate:
BAGNOLESE: Finizio, Zita e Lobianco, Tiburzi, Cassese, Piccolo, Invorio, Parascandolo, Kargus, Parodi e Polisano.
INTERNAPLES: Pelvi, Claar e Minter, Toth, P. Ghisi e Marra, Sacchi, Ferrari, E. Ghisi, Valente e Carcano.
La Bagnolese ha la scelta del campo, ma preferisce il campo in salita, ma a favore di sole.
L’Internaples ha l’invio: Ghisi e Marra si fan luce subito, Cassese respinge, poi Ghisi sbaglia un tiro sulla sinistra.
La breve minaccia è rintuzzata dalla Bagnolese: Parascandolo allunga alto a sinistra. Polisano risponde ed Invorio sbaglia in pieno da 4 metri.
Un susseguente tiro di Polisano è respinto da Claar, poi è Minter che entra di astuzia a soffiare il pallone a Parodi e Kargus su tiro di punizione tirato da Piccolo fallisce per poco.
Le prime battute del match sono così a favore della squadra più volitiva benché meno precisa. Tiri e passaggi bagnolesi si accavallano e si rimediano mentre Cassese inizia quel suo lavoro di rifornimento, il quale terrà la sua squadra insistentemente in campo avversario.
L’Internaples studia più l’azione e tarda a ritrovarsi. Un centro di Invorio è bloccato di posizione da Claar che invia agli avanti. Ghisi ghermisce il pallone, scarta Cassese, sguscia a Lobianco, è solo innanzi al goal, ma Finizio energico blocca in gioco pericoloso.
L’Internaples conserva l’iniziativa ed un centro di Carcano è ribattuto alto da Ferrari.
L’orgasmo degli attaccanti facilita il compito delle difese.
Claar leva un difficile pallone dai piedi di Parodi e di rimando Lobianco salva di forza una vertiginosa discesa di Sacchi.
Un free-kick di Piccolo al 17′ va fuori e Pelvi è costretto a salvarsi da un colpo di testa di Kargus.
Un preciso free-kick di Sacchi al 20′ passa fra una selva di gambe paurosamente innanzi la porta di Finizio, ma senza effetto.
Di rimando Invorio e Parascandolo impegnano a fondo Pelvi, che si salva a corner.
Ferrari ribatte di testa il tiro di Parascandolo e Lobianco entra in velocità ad infrangere la successiva discesa degli azzurri.
Il terzino bagnolese in uno scontro poi con Sacchi è a terra, ma presto si rialza: Polisano raccoglie l’allungo di punizione, trova facile il passo, che Marra ha un inizio incerto, ma tira fuori. Risponde l’Internaples con una folata Ferrari centra al volo di precisione e Carcano in velocità fallisce per poco di testa.
L’Internaples insiste all’attacco ed ottiene il suo corner al 36′. Tira Carcano, ma Piccolo di testa allontana.
E’ l’ultimo quarto d’ora della ripresa che Bagnoli stringe la minaccia.
Cassese a metà campo sostiene incessante i suoi uomini e Pelvi è chiamato ad arrestare un prrimo tiro di Kargus, poi un passaggio di Parodi.
Subito dopo Polisano fallisce da 4 metri il bersaglio ed al 40′ Claar salva miracolosamente a corner una intricata situazione. Tira Polisano, Toth ed Invorio si scontrano e restano qualche secondo a terra mentre il pallone va fuori.
Cassese tiene ormai il comando della partita e non molla, si avvicina ai mediani e tenta l’insidia con uno dei suoi portentosi spioventi.
Il portierino napoletano toglie di classe il pallone a Polisano e poco dopo un debole tiro di Kargus.
L’insistenza accentuata bagnolese però non conclude per l’infelicità al tiro e la poca prestanza dell’attacco.
Pino Ghisi infrange risoluto l’assedio avversario ed ancora l’Internaples imbastisce una classica discesa, il pallone viaggia da un azzurro all’altro e da quattro metri Sacchi invia un bolide raso terra che Finizio blocca in angolo. Una punizione di Cassese dà modo a Kargus di farsi luce fra i terzini, ma Claar sorveglia ed il tiro va fuori. Dopo poco termina la prima ripresa.
Il secondo tempo pel declivio naturale del campo si annunzia a favore dei bagnolesi.
IL GOAL NAPOLETANO
E L’ESPULSIONE DI CASSESE
I nerostellati infatti attaccano ottenendo subito un corner senza effetto. Un altro calcio d’angolo dopo qualche minuto provocato da Minter subisce la stessa sorte. Poi la situazione da un rimando di Minter si capovolge. L’Internaples tiene il campo avversario e Ferrari sbaglia per poco. […]

24 gennaio 1926: Internaples-Casertana 2-0

Da “Il Mattino” del 26-27 gennaio 1926:

Internaples e Bagnolese vittoriose nella I Div.
La Casertana, discesa in campo con la più decisa intenzione di cancellare il catastrofico ricordo del match di andata, è riuscita in gran parte a fare onore alle sue promesse, riuscendo per tutto il primo tempo a mantenere inviolata la sua rete e ad ostacolare il vigoroso serrate finale degli azzurri napoletani. Il match, che ha visto nelle file di Carcano l’assenza di Minter e di Sallustro, ha assunto sin dalle prime battute carattere di lotta aspra e travolgente. Il gioco ha esulato, naturalmente dalla pelouse e l’incontro è stato una successione di azioni nell’uomo piuttosto che nel pallone. Privo di Sallustro, con Ferrari in giornata scialba, l’attacco napoletano ha mostrato chiaramente la sua incertezza di penetrazione, pure insistendo in permanenza a ridosso del viluppo difensivo avversario. La Casertana merita lode, però, per l’intelligente tattica assunta e svolta in campo. Gli uomini di De Nigro, infatti, lasciando quasi sempre all’attacco solo le ali ed il centro, hanno costituito uno sbarramento difensivo efficace, lasciando all’improvviso rovesciarsi del giuoco ed all’insidioso allungo l’alea offensiva. Il giuoco, così, spostato a volta di colpo, ha visto anche la casacca casertana sotto la rete di Pelvi ch’è stato costretto a belle parate.
La mediana azzurra, però, ha avuto sempre agio di mostrare la sua autorevolezza, in ispecie nel secondo tempo allorché Toth è tornato al suo posto abituale, rifornendo l’attacco d’innumerevoli palloni e sbarrando decisamente ogni spiraglio all’insidia degli ospiti. La partita non ha, quindi, una storia largamente emotiva ed interessante. Certo il ritmo delle azioni e la loro pesantezza han dato qualche impressione alla folla, numerosa ed esaltata.
L’attacco napoletano, in ispecie nella ripresa, ha battuto a larghe ondate la barriera della difesa avversaria, tentando sorpassarla anche d’impeto, oltre che di stile, ma si è infranto per merito precipuo di Costa, passato a difesa, e del tiro estremo, cui perveniva dopo avere superato a fatica la decisa coalizione degli altri uomini chiamati anche a difesa: né è da dimenticarsi la bella giornata del portiere Ferranini che ha salvato innumeri situazioni per virtù propria ed un po’ anche per fortuna.
La Casertana, che aveva di fronte, ieri, però, un Internaples cui la sicurezza della vittoria tarpava le ali dell’efficacia e della potenza ed al quale non riusciva per molte cause a dare al match tono diverso da quello imposto dai suoi avversari merita ampia lode per l’impegno e per la volontà dimostrati. Grandi calci, sì senza scopo, ma puntigliosa energia di reazione, persistenza eccessiva, anche, ma encomiabile sforzo di generose travolgenze.
In poche parole è ieri esistita contro l’undici di Carcano una squadra, una compagine che, pure inferiore per giuoco e per uomini, ha saputo impegnare a fondo l’avversario, insidiandolo anche pericolosamente.
[…]
mantenendo inspiegabilmente il giuoco alto, non ci hanno fatto assistere alle belle discese concretate con trame eleganti di passes e di dribblings, rendendo pan per focaccia alle carezze… avversarie. Le linee, disunite, sono state inferiori all’attesa. Strana caratteristica quella dei nostri azzurri: l’attacco riesce ben presto a segnare! Ecco sul campo una vivida bellissima serie di offensive entusiasmanti per stile e per velocità, ecco folgoranti discese, irte di palleggi precisi e sapienti, ecco cross travolgenti
e belle centrate. Il goal non corona gli sforzi dell’attacco? Vedrete freddezza, indecisioni, fredde ceneri, ravvivate a volte da barlumi di fiamma, fino al goal sospirato! Nella partita d’ieri, ancora una volta l’Internaples ha mostrato tale caratteristica. E’ evidente, però, che la sorpresa di trovarsi di fronte ad una squadra che, una volta dominata, mostrava insospettate facoltà di resistenza, ha indebolita l’azione degli uomini di Carcano, i quali però,
hanno saputo chiudere, per tutta la partita, salvo brevi incursioni, gli avversari in stretta difesa. Dell’Internaples ottimi Pelvi, Marra e i due Ghisi; della Casertana il trio difensivo e Costa. Per la cronaca, gli azzurri, dopo avere sciupati due calci di rigore, segnavano su una terza previsione del genere con Claar: a 30 secondi dalla fine, Pino Ghisi marcava il secondo punto. Lodevole l’arbitraggio di De Martino.

28 febbraio 1926: Puteolana-Internaples 0-2

Inizialmente previsto il 31 gennaio, rinviato al 28 febbraio. A tavolino per forfait.

7 febbraio 1926: Stabia-Internaples 0-6

Non è disponibile al momento la cronaca di questa partita.

Prima Divisione – Semifinali di Lega Sud Girone A

14 marzo 1926: Fortitudo-Internaples 1-1

Da “L’Impero” del 15 marzo 1926:

Sui campi della Capitale
Fortitudo-Internaples
(Stadio Nazionale)
La Fortitudo inizia domani sui campi della Capitale il secondo episodio del gran dramma sportivo che per mesi e mesi tiene in orgasmo e in apprensione tutta una moltitudine di cittadini.
Nel mentre l’Alba scende a Taranto, contro i biancoverdi della Pro Italia, i rossobleu di Borgo ospitano la poderosa compagine dell’Internaples.
L’incontro è di cartello e per la Fortitudo rappresenta il primo severissimo collaudo.
I rossobleu hanno terminato il girone eliminatorio a mezza lunghezza dall’Alba.
Essi, dopo prove durissime superbamente superate, sono caduti sotto le ondate di assalto dei laziali e degli albini.
L’ultima speranza di poter ancora conquistare il titolo (il reclamo per la partita perduta alla Rondinella) è caduta col rigetto del reclamo stesso.
Tutto questo non c’entra un gran che con la contesa di domani, ma può costituire sempre un eccellente incentivo per la Fortitudo a combattere con maggior impegno per non sfigurare nel duello a distanza con la rivale biancoverde.
L’Internaples giunge a Roma vergine di sconfitte. Esso ha condotto un campionato a gran carriera, vincendo, in casa e fuori, quasi sempre a mani basse.
Sotto le cure esperte ed appassionate dell’ex nazionale Carcano, la squadra partenopea è oggi, e meritatamente, all’avanguardia del calcio campano-meridionale.
Gli stessi livornesi, che ultimamente allo Stadio si batterono con l’Alba, ebbero per i giocatori dell’Internaples parole quanto mai lusinghiere.

La squadra è un complesso di atleti dal valore indiscutibile che svolgono un gioco di ottima intesa, piacevole e robusto che non trova soverchiamente difficile lo scardinamento delle difese avversarie.

La squadra è combattiva e non si arrende facilmente. Ha facoltà di ricupero veramente degna di rilievo.

Tuttavia riteniamo che questa sua prima calata sul terreno dello Stadio, non debba riuscirle eccessivamente felice.

La Fortitudo, quadrata e possente compagine dal cuore di ferro, attende a piè fermo l’urto.

Le sue possibilità sono fortissime.

Se la squadra di Borgo potrà allineare tutti i suoi uomini migliori, l’Internaples tornerà ai patri lari col primo insuccesso della annata.

Da “L’Impero” del 16 marzo 1926:

Sui campi della Capitale
Fortitudo-Internaples alla pari 1-1
Raramente il pubblico ha avuto modo di assistere ad un incontro così poco avvincente e così sconclusionato come quello di ieri fra romani e napoletani.
Se non avessimo veduto altre volte all’opera le due contendenti, a giudicare da quanto abbiamo veduto ieri, dovremmo dire che il gioco del calcio nelle regioni centro-meridionali ha fatto ben pochi e apparenti progressi.
L’abilità e l’oculata rigidezza dell’arbitro signor Pinasco è andata sprecata in un incontro come quello di ieri allo Stadio fra Fortitudo e Internaples che ci ha riportati ad ammirare (!) un gioco vecchio di dieci anni, privo d’ogni bellezza, di ogni finezza, d’ogni accorgimento tecnico e tattico.
Ambedue le squadre hanno deluso.
La Fortitudo, mancante di Scandola, è incappata in una giornata più nera della caligine. La poderosa e quadrata compagine che, una ad una, aveva saputo irresistibilmente piegare tutte le avversarie romane, è stata ieri assolutamente irriconoscibile.
I suoi avanti sono stati assolutamente fermi. La linea di attacco non è esistita come organicità d’insieme, né tampoco è esistita nei suoi singoli componenti, dai quali mai è partita una di quelle azioni fulminee e travolgenti che in altre occasioni avevano aperto la via del goal avversario.
La difesa si è comportata meglio, ma anche qui nulla di eccezionale.
Vittori solo, benché il goal segnatogli da Ferrari fosse parabilissimo, non ha tradito la sua fama. Imprecisi e fallosi i terzini, dal calcio malienzo e nient’altro potente, la squadra ha accusato qui un’altra sua falla di rilevante entità. Troppo lento, quasi spatico Scaramucci per essere redditizio; più preciso, più tempista il Bianchi (anch’egli però mancante di un forte rimando), ove non fossero accorsi energicamente i sostegni: assai spesso, troppo spesso, gli avanti partenopei si sarebbero trovati soli e padroni della situazione davanti a Vittori.

La linea mediana ha permesso alla Fortitudo di reggere con un certo decoro fino alla fine d’una partita che sembrava alla mercé degli avversari.

Come al solito Ferraris IV è emerso sui compagni, svolgendo un gioco affannoso e sovente impreciso ma pur sempre efficace, esaurendosi però in un lavoro massacrante che non potrà non fargliene risentire a breve scadenza tutta la gravità.

Ferraris è stato di una continuità portentosa riuscendo spesso a salvare, con la sua tempestiva presenza, le critiche situazioni create dall’errata posizione dei suoi terzini.

Zamporlini e Scocco lo hanno coadiuvato mirabilmente nelle azioni difensive, immobilizzando le due ali velocissime, senza mai cedere all’improba fatica.

La linea di mezzo è però caduta nel peccato comune, di lasciare cioè completamente isolata quella d’attacco, la quale già di per sé slegata, priva anche del dovuto rifornimento, ha vagato per il campo non riuscendo che raramente a portare una seria ed organica minaccia alla rete brillantemente difesa da Pelvi.

Tuttavia, con una linea attaccante scombussolata e fiacca ogni oltre dire, la Fortitudo per poco non ha colto il successo. Un colpo di testa di Bramante che ha mandato la palla a viaggiare sulla traversa dalla parte opposta a quella dove si trovava Pelvi, ed un bolide di Delfini scoccato ad un minuto dalla fine e miracolosamente parato dal rosso portierino napoletano hanno fatto correre il rischio alla squadra partenopea di tornare a casa con una amara delusione.

La Fortitudo può però essere lieta dell’esito. E’ indubbio che in seguito la squadra potrà e farà assai meglio di ieri, comunque nelle condizioni in cui si è presentata di fronte all’Internaples, il risultato pari rappresenta per essa una soddisfacente soluzione.

***

Dell’Internaples è difficile poter dire se quello di ieri rappresenta un successo od uno smacco.

La squadra di Carcano ha tenuto il campo con assai maggior autorevolezza e disinvoltura che non la Fortitudo ed una sua vittoria sarebbe stata regolare, tuttavia se la si dovesse misurare col metro fortitudiano il giudizio che se ne trarrebbe non le sarebbe eccessivamente favorevole.

E’ oltremodo improbabile che all’Internaples si ripresenti un’occasione così propizia come quella di ieri, di una Fortitudo cioè che ha combattuto molto al disotto del suo valore e che ha reso meno della metà di quello che normalmente usa rendere.

Se contro una Fortitudo che era l’ombra di se stessa, non ha saputo cavarsela che coll’incontro pari, l’Internaples non è poi quel formidabile team che le cronache di passati incontri ci hanno fatto credere. Sarà bene però, prima di dare un giudizio definitivo, attenderla ad un’altra prova.

Ieri la sua esibizione non è stata soverchiamente brillante. I suoi attaccanti, ottimi nell’impostare e nello svolgere piacevoli trame d’attacco, sono stati forse ancor più inconcludenti ed indecisi degli avversari nel momento culminante dell’azione.

L’intelaiatura della compagine è però assai solida.

L’estrema difesa è difficilmente sormontabile. Pelvi, agilissimo e dal colpo d’occhio di rara intuizione, offre un senso di sicurezza quale pochi altri guardiani sanno dare.

Marra è un castigo di Dio che non fallisce una palla, dal calcio potentissimo dalla mobilità sconcertante che supplisce ad iosa alle lievi manchevolezze del fino, astuto ma ormai anziano Minter.

La linea di mezzo non è forse irresistibile ai lati, ma ha in Ghisi un atleta poderosissimo e ed instancabile che distribuisce con oculatezza e con precisione e che un senso sviluppatissimo della posizione gli permette di trovarsi ovunque senza troppo sprecare delle sue forze.

I suoi compagni laterali gli sono nettamente inferiori. Il vecchio Carcano gioca con astuzia e con impegno ma ormai dalla sua parte si passa con una certa facilità.

Gli attaccanti filano ottimamente ma perdono il controllo della palla nell’area di rigore avversaria.

Il gioco dei partenopei è stato di migliore fattura di quello dei rosso-bleu. Essi lo svolgono con una padronanza sulla palla che ieri mancò ai fortitudiniani. Inoltre sanno smarcarsi rapidamente e non inviano al compagno se non dopo essersi assicurati che il tiro non sia intercettato dai mediani avversari.

In complesso una squadra ottimamente inquadrata che ieri non ha vinto un po’ per sfortuna ed un po’ per l’efficace difesa di Vittori e della seconda linea rosso-bleu.

La partita

Alle 15 e 10 entrano in campo le squadre: prima l’Internaples e quindi la Fortitudo, entrambe applauditissime. Un poderoso gruppo di supporters napoletani saluta alla voce l’undici concittadino. Cominciano i tiri di prova, ma subito entra l’arbitro sig. Pinasco di Genova che chiama i giuocatori: consueto scambio di fiori, il triplice eja, gli applausi del pubblico e quindi i due undici si allineano nella formazione seguente:

Fortitudo: Vittori, Scaramucci, Bianchi P., Scocco, Ferraris IV, Zamporlini, Delfini, Bianchi A., Blamonte, Sansoni III, Canestrelli.

Internaples: Pelvi, Minter, Marra, Carcano, Ghisi II, Toth, Valente, Sallustro, Ghisi I, Ferrari, Sacchi.

La Fortitudo, che ha avuto contraria la sorte e giuoca contro sole, dà il calcio di invio alle 15 e 15 precise; la palla staziona un momento al centro e quindi l’Internaples se ne impadronisce e porta la prima minaccia alla rete di Vittori. La difesa rosso-bleu è sorpassata, ma Scaramucci interviene e riesce a liberare in corner; tira Valente, ma fuori.

La palla torna a metà campo e il giuoco langue; qualche accenno a pesantezza prova l’immediato intervento di Pinasco e al 5′ minuto un primo tiro di punizione contro i napoletani viene alquanto male sfruttato dai rosso-bleu. Corner contro Napoli all’8′ minuto e poi è ancora l’Internaples che attacca; il suo giuoco che si svolge preciso ed armonico preferentemente fra i tre uomini del centro, con passaggi secchi e brevi, confonde la difesa romana che stenta a ritrovarsi. Al 12′ un colpo di testa di Ferrari sfiora la traversa, ma subito dopo la Fortitudo sembra riprendersi e riesce a marcare una leggera superiorità. Prevalenza, però, non conclusiva e che non porta ad alcun risultato concreto: Ferraris tira a Fiori e poco dopo Canestrelli sciupa uno dei pochi passaggi precisi di Sansoni III. Calcio di punizione contro Napoli al 18′: tira Scaramucci e la palla piomba dinanzi alla rete azzurra: mischia paurosa e confusa; Bianchi ha la palla, ma si attarda e Pelvi può miracolosamente impadronirsene e allontanare la insidia. Secondo corner contro Napoli, sempre da destra: niente di fatto.

I napoletani passano alla controffensiva: Ferraris si prodiga, alla perfezione coadiuvato da Zamporlini e Scocco, ma in un giuoco quasi negativo perché i suoi rimandi troppo lunghi e potenti vengono raccolti solo dalla difesa avversaria che rifornisce con maggiore precisione i propri avanti.

La prevalenza degli ospiti è palese e non accenna a terminare: rare sgroppate di Sansoni, Bramante e Bianchi lasciano il tempo che trovano e vengono facilmente respinte. I forwards rosso-bleu sono oggi assolutamente inconcludenti: manca ad essi del tutto la più modesta oculatezza ed anche la foga proverbiale mostra di averli abbandonati. Buon per loro che anche gli avanti azzurri non brillano per decisione e risolutezza; le azioni ben iniziate, bene organizzate e meglio svolte, in area di rigore, sembrano perdere ogni efficacia ed il tiro conclusivo tarda troppo a venire e d’altra parte Scaramucci e Bianchi non permettono che si passi.

Al 30′ Canestrelli sciupa un’occasione propizia e due minuti dopo Sansoni lo incita. Il pubblico, evidentemente deluso, non sa più incitare e rimane freddo e inerte.

Nuova azione degli azzurri e questa volta la minaccia viene dalla estrema destra: Valente fugge lungo la linea laterale di fallo e, vanamente marcato da Zamporlini, scocca un cross potente a mezza altezza: Vittori intuisce il pericolo e si getta in tuffo, ma la palla gli sfugge e Ferrari, prontissimo, la scaraventa nella rete. – Goal! Siamo al 35′ minuto. I supporters napoletani scattano in piedi e urlano la loro gioia e applaudono; il pubblico romano non ha nemmeno la forza di mostrarsi cortese!…

Fortitudo, alla frustata che l’ha colpita in pieno, si scuote e reagisce: pare che ai leoncelli di Borgo sia tornato il coraggio più ardente. Discesa rabbiosa e fulminea che sconvolge in tromba linea mediana e terzini: urlo di speranza della folla, ma Canestrelli tira fuori. Il giuoco immediatamente cala di tono. Fall-Kick contro gli ospiti al 44′: Toth, in una rimessa in giuoco su fallo laterale, tocca con i piedi la linea, e Pinasco, cui nulla sembra sfuggire, fischia la punizione.

Tira Scaramucci e per la terza volta egli riesce ad imprimere al pallone la traiettoria elicoidale: Pelvi interviene, ma non riesce a respingere e Sansoni III può marcare il pareggio pochi secondi prima che l’arbitro fischi la fine. Fra il pubblico si invertono le parti: clamore entusiasta dei romani, silenzio assoluto dei cittadini partenopei!…

Nell’intermezzo fervono le discussioni: nessuno è convinto del giuoco delle due squadre, giuoco freddo e monotono. I romani tuttavia, dall’apparente risveglio fortitudiniano, sperano cose migliori… ma anche i napoletani sperano!

L’incertezza è del resto brevissima perché alle 16 e 15 Pinasco richiama in campo le squadre e la danza ricomincia… Fortitudo attacca e culmina con un tiro insidiosissimo di Sansoni: Pelvi para fortunosamente, la palla va a fallo ed il conseguente calcio d’angolo viene risolto da un tempestivo intervento di Minter. Sono i rosso-bleu che impongono l’offensiva e gli azzurri retrocedono a difendere la loro casa.

Il giuoco, però, è ben lungi dal soddisfare e si risolve in una monotona serie di combinazioni imprecise ed irresolute che aumentano il disagio e la freddezza del pubblico.

Non riusciamo a segnare più alcuna fase di rilievo. Né un tiro di punizione, né un calcio d’angolo, ambedue contro Napoli, riescono ad imprimere al giuoco una maggiore energia. Al 17′ Canestrelli, solo dinanzi alla rete, sciupa la facile conclusione, mandando a rimbalzare il pallone sulla decrepita pista di legno. Altro corner contro Napoli al 30′ minuto, che per poco dà alla Fortitudo la sospirata vittoria: tira Delfini, Bramante riprende di testa, ma la traversa respinge lontano e poco dopo una quasi analoga situazione si ripete fra i napoletani. Un cross di Valente che fallisce di pochi centimetri l’obiettivo.

Non vi è più niente che abbia il potere di interessare ed è facile intuire come sia poco probabile che il punteggio possa variare. Un potente e bellissimo tiro di Delfini, viene altrettanto magnificamente parato da Pelvi e pochi minuti dopo sopraggiunge la fine, che viene salutata da rari e scarsi applausi, anche questi, forse, di liberazione…

Eccellente l’arbitraggio di Pinasco, da cui non ci si poteva attendere di più: non un solo fallo gli è sfuggito ed ha saputo mantenere il giuoco nelle linee più corrette, assolutamente scevro di qualsiasi accenno a giuoco pesante.

Il pubblico lo ha più volte e meritatamente applaudito.

Dal “Corriere della sera” del 15 marzo 1926:

ROMA. Fortitudo e Internaples 1-1. – I napoletani segnano per primo con Ferrari al 35° minuto del primo tempo. Fortitudo pareggia con Sansoni nove minuti dopo. Arbitro Pinasco.

Da “Il calcio”:

FORTITUDO – INTERNAPLES 1-1

Roma. La prima partita di semifinale del girone A, giuocatasi a Roma tra fortitudiani e napoletani si è svolta da ambo le parti con quell’impegno che la posta meritava.

Prevalenza iniziale dei romani. Al 7° Marra, pressato da Bramante, si salva in corner. Al 10° Sacchi ha la palla ma Zamporlini gliela toglie. Sacchi non potrà più muoversi francobollato dal bravo halver fortitudiano.

Le azioni poi si equivalgono. Bramante ha una fuga spezzata da Minter. Valente fa trattenere il respiro ai supporters rossobleu con una sua azione irruente. Si ha ora, a metà del primo tempo, una bella cavalcata romana: Bramante, arretrato, passa a Sansoni III: Pelvi para il tiro, riprende Bianchi I, che calcia alto. Al 4° (?) Valente centra debolmente di lontano. Il vento sposta la traiettoria naturale del pallone. Vittori para, ma si lascia sfuggire il pallone che, ripreso da Ferrari, entra in rete. Stanno per scadere i primi 45 minuti quando Sansoni III viola con un bel tiro la rete di Pelvi. La ripresa ha più respiro e nessun spostamento di punti. Arbitro Pinasco.

21 marzo 1926: Internaples-Messinese 5-0

Da “Il Mattino” del 23-24 marzo 1926:

L’attacco napoletano travolge la Messinese
L’evidente distacco fra le due squadre non ha trovato nel punteggio il suo indice esatto: altri tre goals all’attivo degli azzurri avrebbero, con più lampante risalto, stabilito meglio le differenze di classe e di giuoco tra le compagini in campo.
Avevamo attesa una prova più convincente degli ospiti, dopo il risultato di Messina. Il Liberty, è vero, era riuscito a batterli sul loro campo, ma non aveva potuto salvare la propria rete, difesa da un atleta che risponde al nome di Visciano; immaginavamo, quindi, una squadra efficace soprattutto in difesa, ma dotata anche di un attacco, certo non superlativo, almeno efficiente.
La Messinese, è esistita, invece, come squadra organica solo nel primo quarto d’ora di giuoco. Lanciato all’inizio quasi di scatto, quintetto offensivo siciliano, mercé la sua irruenza, gli halves azzurri, tardi ad iniziare il proprio lavoro, e penetrava fino a Pelvi, impegnato presto in due difficili parate. Conclusive azioni in linea, a base di tecnica, ma concreta, impegnavano a fondo l’estrema difesa napoletana che, per colpa di Minter, per filo non marcava un autogoal. Forse inebriata da questo inizio felice, forse profittando della sorpresa avversaria la Messinese mostrava in tale tempo chiarezza di elaborazione, vivacità di scatto e decisioni rimarchevoli: la partita appariva ai nostri occhi sotto un aspetto ben diverso da quello facilmente previsto.
La scena doveva, però, presto mutare. Gradualmente l’Internaples, che sorpreso dal velocissimo inizio avversario aveva perduto il controllo del match, imponeva la propria azione, stabiliva la sua autorevolezza di giuoco, assumeva il comando dell’incontro. Halves ed attaccanti riprendevano contatto e la difesa riacquistava lena: il magnifico quintetto azzurro entusiasmava per la bellezza delle proprie azioni.
Capovolto così il ritmo del match, la Messinese subiva mano a mano l’ascesa napoletana verso il perfetto rendimento complessivo difendendosi con serrata lena per il timore, cedendo di schianto, come squadra, nella ripresa: tali, in pochi tratti, i caratteri del match giuocato ieri all’Arenaccia.
La prova dell’undici azzurro non ci ha, però, accontentati.
L’Internaples avrebbe dovuto uscire, ieri, dal campo con un bottino maggiore, preziosissimo nei riguardi del goal-average: si può dire, invece, che tutto abbia fatto per ottenere l’opposto.
L’attacco cittadino, del quale tuttavia abbiamo ammirato bellissime ed organiche azioni, non ha avuto che a tratti il suo pieno largo respiro: il giuoco è stato monotono per la sua impostazione, frammentario nel suo svolgimento.
L’insistere di continuo a sinistra ci ha fatto assistere a brillanti virtuosismi del duo Sallustro-Carcano, ma ha privato la linea dell’altro suo splendido settore: Sacchi-Ferrari. […]
Anche ieri il nostro undici è apparso, così, abulico alle prime battute; sarà, perciò, opportuno che Carcano curi tale inconveniente, dipendente piuttosto da snobismo che da vere e proprie cause tecniche, al fine di evitare dolorose sorprese.
Passando all’esame degli uomini e delle linee, è doveroso riconoscere alla Messinese doti di animo e di foga rimarchevoli. La difesa siciliana è apparsa ottima più che per i suoi elementi individualmente, per la collettiva azione degli halves e dei backs, chiusi in una ostinata e rabbiosa reazione. L’attacco, invece, tagliato netto dal suo sostegno, è fallito in pieno, a parte le sue prime azioni.
Mancano alla squadra soprattutto gli uomini. Certo, al contrario, non mancano al team accenni tecnici, sia pure di natura spiccia. E’ la classe individuale che è poca, in generale. Solo Labruna e Sparacino all’attacco, i due Fulci, Ritter e Gentile nelle linee arretrate si fanno notare per giuoco e per doti: Lucchesi ha salvata la squadra da una più dura punizione.
Degli azzurri Sallustro ha avuto la sua giornata: tre bellissimi goals hanno premiato il suo sforzo generoso ed intelligente. E Ghisi, che ha marcati gli altri due punti, ha avuto azioni felicissime, ma ha ristretto troppo al centro il suo giuoco: Ferrari, prestato più ad inviare precisi palloni sia a Carcano che a Sacchi, si è distinto per le luci della sua personale azione; Sacchi, invece, è stato trascurato dai compagni di linea, in ispecie nella ripresa: brillantissimo Carcano. I mediani napoletani hanno costituito il più efficace sostegno dei propri attaccanti: ottimi Ghisi e Marra: la difesa è apparsa salda e omogenea. Pelvi, pochissimo impegnato, ha avuto due parate degne della sua classe e della sua fama.
L’incontro, che sul finire ha visto in campo un po’ di nervosismo fra i giuocatori, è stato diretto da Torre di Taranto; molto pubblico e grande entusiasmo nelle tribune.
MESSINESE – Lucchesi, Gentile e Ritter, Fulci II, Mondello e Pocobello, Stracuzzi, Fulci I, Sparacino, Labruna e Lavalle.
INTERNAPLES – Pelvi, Claar, Minter, Toth, P. Ghisi e Marra, Sacchi, Ferrari, Ghisi E., Sallustro e Carcano.

Dal “Corriere della Sera” del 22 marzo 1926:

NAPOLI. – Internaples batte Messina 5-0. – I napoletani hanno dimostrato la loro superiorità sin dal primo tempo con due goals segnati al 20° e al 40° minuto da Sallustro. Nella ripresa l’Internaples ha segnato altri tre goals: due con Ghisi e uno con Sallustro. Arbitro Torro.

28 marzo 1926: Anconitana-Internaples 1-1

Non è disponibile al momento la cronaca di questa partita.

18 aprile 1926: Internaples-Liberty 2-0

Da “Il Mattino” del 18-19 aprile 1926.

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2 maggio 1926: Internaples-Fortitudo 3-1

Da “Il Mattino” del 4-5 maggio 1926:

L’Internaples assume risoluto il comando
del girone battendo la Fortitudo per 3-1
L’Internaples può essere superbo del risultato di domenica. Contro una squadra dal giuoco deciso e veloce, dall’insidia pronta e dall’astuzia fulminatrice, contro un team fornito in ispecie di una mediana autorevole e di una estrema difesa omogenea, gli azzurri, dopo un tempo incolore, hanno poi dato tutta la loro energia per guadagnare la vittoria.
I campioni campani, preoccupati più degli uomini che del giuoco, apparivano all’inizio fermi, lasciando quasi liberi gli avversari, quasi favorendo il loro ritmo di offesa. Il semplice, ma eficace, sistema romano di sfruttamento delle ali trovava ben presto il suo impiego, insieme a pericolose serie di allunghi, che applicavano le estreme maglie cittadine ad un difficile lavoro di intercettamento. Toccava al nostro attacco tentare le prime reti della sua tecnica e corretta insidia: un penalty ottenuto per fallo contro il bravo Fiorini era parato dal portiere romano.
Nulla può disaminare quanto lo sfiorare un’affermazione e sentirsi respinti dalla sorte! Gli azzurri, un po’ incerti, su di una carica a Pelvi, lasciato in balia degli avversari, subivano al quinto minuto, a porta vuota, un goal, su tiro di Canestrelli.
Sembrava allora che un triste vento di sfortuna, spirava contro i napoletani; riusciva, così, facile ai romani imporre per un certo tempo il ritmo della propria semplice, ma insidiosa offensiva.
Ed ecco che la folla, agghiacciata dallo svolgimento infelice del match, entra in campo col suo appassionante entusiasmo. Sorretti da una volontà superiore, […] sferrati dallo sdegno del pubblico, gli azzurri [si riscattano] […].
[…] Due tiri di Sacchi e Ghisi hanno tolto il respiro, poi, a dieci minuti dalla fine del tempo la splendida azione del goal: Fiorini, in possesso del ball, su allungo di Marra, centra preciso e Ghisi [… segna], tra […] applausi.
[… L’Internaples si porta in vantaggio …]
L’attacco cittadino ben presto riannoda le sue file: una fantastica traversa su tiro di Ferrari, apparso ieri magnifico salva un goal sicuro. L’azione napoletana insiste con superba efficacia ed ecco che Fiorini, su passaggio di Ghisi, centra deciso ed infila con uno splendido tiro la rete di Bramante: la folla scatta in irrefrenabile gioia.
La partita non muta il suo tono: un quarto goal, segnato da Ghisi, viene giustamente annullato per offside: il fischio dell’arbitro saluta la vittoria dei napoletani, che nella risposta hanno addirittura schiantata la forte avversaria.
Contro uomini pericolosi quali i rossobleu, gli azzurri hanno chiaramente mostrato i loro pregi ed i loro difetti. Parliamo dei primi, perché non vogliamo rattristare la gioia collettiva con critiche, pur giuste che siano.
Carcano ha potuto pienamente giudicare quello che occorrerà fare per la sua squadra.
I campioni campani meritano la lode più viva per il magnifico animo mostrato.
Qualunque squadra avrebbe potuto risentire di un inizio così sfortunato ed infelice. Gli azzurri, però, hanno saputo rafforzare il loro cuore, ottenendo il giusto premio alle loro fatiche.
La parte migliore del team è stato l’attacco, che ha avuto E. Ghisi e Ferrari in magnifica giornata, entusiasmante il primo per le sue inesauribili e generose galoppate, splendido l’altro di maturazione tecnica e per intelligenza di giuoco.
Sacchi, Sallustro e Fiorini, che ha il merito di aver segnato anche un bellissimo punto, sono stati in tutto degni dei due compagni.
La linea ha avuto azioni splendide per impostazione e per efficacia, uscendo dal campo trionfatrice del match.
I mediani, dopo un time incerto, si sono pienamente ritrovati nella ripresa.
Pino Ghisi ha avuto, così, momenti realmente scintillanti di azione, oscurando perfino il magnifico Ferraris IV, suo diretto rivale. Ottimo Marra; di certo rendimento, ma falloso ed ostinato a dar via libera all’ala, Toth.
La difesa napoletana, sfavorita prima dal vento e dalla preoccupazione, è stata poi sicura e brillante: Pelvi, emozionato e poco affiatato ai backs, ha alternati i momenti di incertezza a belle parate.
Nel complesso, l’Internaples si è nettamente staccato per giuoco e per affiatamento di linee dai suoi avversarii.
La Fortitudo, che non può disporre di un attacco della stessa forza della sua difesa, conta all’offensiva due uomini di grande valore: Scardola e Canestrelli. Le azioni pericolose da essa svolte hanno avuto origine solo da questi due atleti, apparsi degni della loro fama.
La mediana ha pienamente riconfermato il giudizio sul suo valore. Poche squadre possono disporre di una simile. Sugli halves romani, principalmente, ha battuto l’onda irrompente dell’attacco napoletano. Ferraris IV nel primo tempo ha spadroneggiato, ma ha nettamente ceduto nella ripresa: ottimi i due laterali.
L’estrema difesa rosso-bleu è stata all’altezza della sua linea di centro.
Bramante, Bianchi e De Micheli hanno tentato l’impossibile per salvare la propria rete.
L’arbitraggio di Gasperini, del [?], è apparso semplicemente magnifico per prontezza, per energia e per imparzialità.
Nulla ha turbato la magnifica giornata di sport che costituisce pel football campano una data indimenticabile non solo per il successo ottenuto, ma per l’ambiente magnifico in cui si è svolta l’asprissima lotta.
Lo svolgimento del match, il netto distacco di tecnica, la generosa anima che ha rifulso nei napoletani hanno chiaramente mostrato agli stessi romani, tristemente sorpresi, la magnifica ascesa del calcio campano.

Da “La Gazzetta del Mezzogiorno” del 4 maggio 1926:

Internaples-Fortitudo 3-1

NAPOLI, 3.

Un importante match di foot-ball è stato quello svoltosi ieri al campo sportivo dell’Arenaccia tra l’Internaples e la Fortitudo di Roma.

Dopo una vivace battaglia, i campioni della Campania guadagnarono la partita con tre goals a uno.

 

9 maggio 1926: Messinese-Internaples 0-5

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16 maggio 1926: Internaples-Anconitana 4-0

Da “Il Mattino” del 16-17 maggio 1926.

Dal “Mattino” del 18-19 maggio 1926:

L’Internaples sicura finalista

dopo la vittoria sull’Anconetana per 4-0

Bleu d’Agnano

Per il primo anno la squadra cittadina ha vinto un girone di finale di campionato, e la sorte ha voluto che il successo fosse consacrato su quel campo di Bagnoli, che vide i primi palpiti d’uno sport, che anche fra noi ha conquistato tanti favori. E’ proprio il caso di spolverare l’etichetta lanciata lo scorso anno: Napoli ha una squadra. L’Internaples è succeduto al Savoia nel primato regionale e si è imposto a tutte le squadre del Sud pel suo giuoco organico, intelligente, ordinato, pel virtuosismo degli uomini d’attacco, inesauribili di finte e di astuzie, per la quadrata tenacia dei mediani laterali, l’accorto rifornire di un centro half, che ha fiato da vendere e tattica distributiva, per la volenterosità e la solerzia dell’estrema difesa. Così inquadrato l’Internaples ormai marcia sicuro alla conquista del primato assoluto nel Sud e con notevolissime chances di vittoria.

Il team di Ascarelli ha oggi tutta l’autorità dello squadrone destinato a giocare il tutto per tutto contro la squadra vincente di Lega Nord senza tema di sfigurare.

Ieri all’Ilva gli azzurri hanno vinto di intelligenza e di classe. Gli uomini di attacco costituiscono il motore del team (saldamente poggiato sullo chassis elvetico della seconda linea), quando gira senza perdere un colpo non v’è squadra che resiste al suo martellare, regolare ed incessante. Gli azzurri hanno imposto la loro superiorità con scioltezza di azioni, vivacità di ben combinate discese tutte portate con criterio alla fase finale.

Non arbitraria è quindi la previsione che la vincente di Lega Sud non sfigurerà tecnicamente di fronte a quella del Nord.

***

Qualche appassionato si è sorpreso della mancanza di ogni risposta da parte del “Corriere” alla sequela di contumelie spifferate con generale leggerezza da parte di una parte della stampa romana. Mi sono sempre piccato di avere il fiuto buono: non fermo che la caccia che meriti la cartuccia.

[…] Sarà una partita difficile, ma i nero-stellati in gran forma sapranno superare i nuovi ostacoli ed affermarsi come l’Internaples nell’altro girone. Una finale Lega Sud fra squadre campane sarebbe un trionfo, la vittoria dell’una come dell’altra passerebbe in seconda linea di fronte di quella di regione: bella, chiara, completa.

M.A. [probabilmente Mario Argento]

***

Contro un Internaples scintillante di un giuoco offensivo brillantissimo, forte di un sostegno inesorabile, sicuro anche in difesa, e, soprattutto, animato da una forza morale magnifica, l’Anconetana non ha potuto, dopo i due primi goals, non essere avvinta dalle spire di una sconfitta ben grave.

Errerebbe però chi credesse ad una sua resa a discrezione: il team di Bakony, fino all’ultimo, anche quando la perdita del suo centroavanti faceva sentire gravemente il suo vuoto, ha combattuto con il cuore più saldo, tentando di salvare almeno l’onore.

Non manca all’Anconetana base tecnica e rendimento individuale: il team difetta, invece, di quella classe collettiva che deriva dalla fusione di giuoco e di temperamento, dell’affiatamento fra le linee e, soprattutto, di un efficace sostegno.

Della squadra la difesa si è fatta largamente ammirare Amsel, veramente fantastico nelle parate alte, ha salvato la sua casacca da una sconfitta ben più grave. Forte di un coraggio magnifico, intuitivo e perfetto nella posizione, Amsel ha impressionato subito il pubblico, riscuotendo la più larga messa di applausi.

La estrema difesa è stato il più saldo reparto dei rossi di Ancona, anche quando la mediana appariva sommersa, i backs sono rimasti, con Amsel, a sbarrare la via all’incalzante offensiva napoletana.

La debolezza della squadra è apparsa, come supponevamo, negli halves, dei quali il migliore è stato senza dubbio Chiatti. Manca alla linea l’efficace sostegno dell’attacco, l’intercettamento del lavoro degli insides avversari.

30 maggio 1926: Liberty-Internaples 2-2

Da “La Gazzetta del Mezzogiorno” del 1 giugno 1926:

Il Liberty pareggia con l’Internaples

dominando completamente gli avversari.

Il campionato calcistico centromeridionale ha chiuso la serie degli incontri con la bellissima partita giocatasi ieri sul Campo degli Sports fra il nostro Liberty e la squadra campione campana dell’Internaples.

Il discreto pubblico convenuto sull’amato ground di Via Carbonara, ha dato l’addio, anzi l’arrivederci alla squadra in campo, con l’animo ancora vibrante d’entusiasmo per la magnifica battaglia combattuta e per l’alto valore confermato dai nostri calciatori, capaci di fermare all’incontro nullo uno squadrone della forza di quello napoletano, un team completo ed omogeneo, che si appresta a combattere la bella, con l’Alba di Roma, per la vittoria assoluta nel Campionato centro-meridionale.

Chi non ha assistito all’incontro di domenica, potrà pensare che le note che oggi verghiamo, a due giorni dalla contesa, hanno sapore campanilistico. Ma con la stessa sincerità con la quale abbiamo più volte esaltato da queste colonne, il valore delle squadre calcistiche, oggi affermiamo che il Liberty ha largamente meritata la vittoria, e che solo un capriccio della sorte non ha premiato domenica i migliori in campo.

La prima fase del match ha visto gli uomini impegnati in belle fasi di offesa e di difesa in ambo i campi, il che ne fa scaturire la logica conseguenza di un equilibrio di forze nelle due squadre, sebbene le nostre note sull’incontro registrano un maggior numero di azioni portate dagli attaccanti di Perilli alla porta superbamente difesa da Pelvi.

Ma quando alla ripresa, l’Internaples ha risentito l’handicap del sole di fronte e di un primo tempo combattuto accanitamente per assicurarsi il punto della vittoria tanto sospirato, il Liberty, partito decisamente all’offesa, si è installato nel campo napoletano, costringendo la squadra avversaria a piegare in stretta difesa e chiamando Pelvi ad un coraggioso e duro lavoro. I biancoazzurri di Toht han potuto così impegnare appena una sol volta Visciano, il che dice come la squadra ospite sia stata completamente dominata!

Eppure, malgrado la superiorità, i baresi non hanno vinto!

Il primo tempo, che in particolar modo ha visto tutta la generosità degli sforzi compiuti dal Liberty, si è chiuso con due porte a favore dei napoletani contro una per i baresi… Una sorte più benigna e più… cosciente, avrebbe dovuto esprimere questa prima fase del match con l’inversione del risultato, poiché di tanto erano meritevoli le squadre in campo. Una volta, due, tre Lella, Perilli, Costantino han fallito magnifici palloni a pochi metri da Pelvi. I bianco bleu però non sono stati punto scoraggiati dalla sorte avversa: per essi, qualunque fosse stato il risultato di domenica, non portava beneficio alcuno ai fini della classifica. Era però vivo il loro desiderio di dare al proprio pubblico l’esatta espressione del valore della squadra, che se non fosse stata più volte colpita dalla disgrazia nel corso del campionato, avrebbe certamente chiuso con più onore le semifinali centro-meridionali.

Questa ferma volontà di vincere non ha fatto sentire ai baresi il peso di un primo tempo laborioso e la durezza del gioco avversario; essi han pressato da vicino Pelvi, attentamente guardato da tutta la sua squadra, cogliendo il pareggio su calcio di rigore tirato da Costantino. Mai come questa volta il penalty ha premiato gli offesi, poiché l’effrazione, più che essere nociva alla squadra biancobleu, ha dato a questa l’occasione di segnare un punto del quale ne era più che meritevole.

L’incontro, come abbiamo detto, è stato combattutissimo; alla miglior tecnica dimostrata dall’Internaples, il Liberty ha opposto una maggior foga e una più forte volontà di vincere.

I bianco-azzurri napoletani, se si esclude il portiere ed il centro sostegno, ci sono apparsi mediocri in tutte le linee: quel che si può dire di una squadra buona, non ottima. I baresi invece hanno avuto una larga falla nei mediani e l’attacco, noi crediamo, sia stato il più colpito dalla guigne, mentre a volte è parso precipitoso.

L’esame degli uomini mette in primissima linea il piccolo e coraggioso Pelvi: non v’è parola sufficiente per elogiare le sue gesta, e l’Internaples senza di lui avrebbe certamente subito una dolorosa sconfitta. Buona la coppia dei terzini con Iaquinto e Claar: questi due atleti han fatto sfoggio di un magnifico gioco di testa; essi però non han dato gran rendimento alla squadra, poiché tutti i palloni facilmente respinti sono stati tirati a distanza, il che ha reso appariscente ma non sostanziale il loro gioco. La mediana biancoazzurra è imperniata su Toht, un atleta dotato di magnifiche qualità fisiche e tecniche; egli ha spesso supplito a qualche deficienza dei compagni di linea, che nell’ordine vanno citati per Marra o Valente. L’attacco ha un trio centrale che fila in perfetto accordo: Sallustro, Ghisi I e Ferrari, giocano con buona intesa e con saggia distribuzione: peccato però che i preziosi palloni passati agli esterni, trovano in Sacchi e Fiorini due elementi non completamente corrispondenti alla bisogna.

Il Liberty ha allineato la solita difesa: Visciano in porta ha avuto buone occasioni per farsi ammirare e i due goals non sono imputabili a lui. Alla coppia dei terzini il Liberty deve la magnifica affermazione, Vescina e Loiacono, per le ragioni che in seguito diremo, han sentito il peso di tutto l’attacco avversario; essi si sono prodigati in numerosi e magnifici rimandi, facendo sfoggio di una potenza di tiro e di una perfetta entente di gioco. Dove la squadra barese ha in gran parte mancato è stato nella linea degli halves. Assente ancora Minunno, Tomescio è stato sempre il migliore dei mediani: egli ha dovuto in gran parte sopperire alle manchevolezze del centro, perché Sartoris, dopo una malattia che lo ha fatto assentare dal campo per circa un mese, ha ripreso a giocare domenica, in minorate condizioni fisiche. Albanese, sulla squadra ha dato quanto i suoi mezzi potevano: certo non è la sua costituzione quella che poteva aver ragione dei massicci attaccanti avversari. L’attacco, ha avuto in Costantino il miglior uomo: il biondo estremo destro, si è affatto assai applaudire con il magistrale goal segnato nel primo tempo da oltre 40 metri di distanza.

Ha diretto bene l’incontro Galassi di Roma.

Per la cronaca i punti sono stati segnati da Ghisi e Ferrari per l’Internaples e da Costantino per il Liberty.

Le squadre han giocato nella seguente formazione:

Internaples: Pelvi, Iaquinto, Claar, Marra, Toth, Valente, Fiorini, Sallustro, Ghisi I, Ferrari, Sacchi.

Liberty: Visciano, Vescina, Lojacono, Tomezzo, Sartoris, Albanese, Costantino, Haydu, Perilli, Lella, Bellomo.

PAOLO MAGRONE

Prima Divisione – Finale di Lega Sud

11 luglio 1926: Alba-Internaples 6-1

Da “Il Mattino” del 13-14 luglio 1926:

ALBA E JUVENTUS IN VANTAGGIO
ALLE FINALI CALCISTICHE NAZIONALI
***
ROMA, 11 – Di due parti ben nette e distinte si compone la dolorosa arenata della prima giornata delle finali Lega Sud.
L’una, la disamina serena fatta dal critico sportivo, l’altra l’umano risentimento di chi dello sport ha vissuto le più belle e le più nobili vicende.
[…]
Il naufragio della squadra azzurra (che indossava la malaugurata maglietta bianca e bleu) è stato tanto completo quanto inesplicabile.
Quali, infatti, le ragioni della deficienza di quella che era ritenuta la miglior linea mediana centro-meridionale?
Ad essa sola si deve se la tanto auspicata vittoria si è tramuta in una amara e diremmo quasi vergognosa sconfitta.
Eravamo convinti che non si doveva contare su una difesa che potesse reggere al diretto confronto con quella avversaria; ma una buona giornata della linea mediana, ed il conseguente rifornimento dello sbrigliato quintetto attaccante facevano sperare in una buona affermazione dei nostri colori.
Tutto ciò invece è mancato.
Pino Ghisi, il beniamino del pubblico napoletano, forse perché fuori allenamento, non ha retto al difficile posto di centro-sostegno.
Il trio albino lo ha costantemente passato in tromba.
I laterali si sono lasciati vincere dalla emozione ed hanno permesso che le insidiose ali romane scorazzassero indisturbate.
[…]
Non si può far colpa ai forwards se gli attacchi non hanno avuto la sperata conclusione, come non sono imputabili al povero e caro Pelvi i goals segnatigli.
L’Alba nella sua nuova formazione si è portata assai bene.
Ricci non è stato molto impegnato.
I terzini potenti e sicuri hanno allontanato quasi sempre la minaccia avversaria.
La linea mediana, quella cioè che costituiva il tallone di Achille della squadra, con Degni a centro, è apparsa ringiovanita: ha sostenuto fino alla fine mirabilmente i propri avanti, ed ha contribuito largamente alla vittoria romana.
Dell’attacco il reparto migliore è stato il sinistro.
Ziroli e Maneschi hanno portato il maggior numero di attacchi pericolosi sotto la rete di Pelvi.
Bucovic ha legato bene coi compagni di linea.
Lo Prete è, ancora una volta, sempre lento e impreciso.
Il signor Pinasco, impressionato dalla importanza del match, e forse (dobbiamo dirlo?) anche un poco in cattiva giornata, ha visto nel primo quarto d’ora di gioco troppi falli napoletani e ben pochi romani.
Non sappiamo quanto ciò abbia potuto influire sul generale andamento della partita. Si è rimesso subito, però, ed il secondo tempo è stato arbitrato con imparzialità.
Non ci soffermeremo molto a lungo nella descrizione delle fasi di gioco: male impostata la partita non poteva aver esito diverso.
Poche parole dunque di pura cronaca:
I primi quaranta minuti di gioco han visto le due squadre in campo portare l’attacco pericoloso: e per quanto le azioni segnassero una lieve prevalenza nessun indizio poteva far prevedere il catastrofico esito della partita.
Al 41′ minuto si ha il primo goal albino.
Iaquinto provoca un [?]: Lo Prete invia a Degni il quale liberissimo passa a Ziroli e questi non fatica a segnare imparabilmente.
Il secondo tempo si apre con alcuni minuti di gioco napoletano. Al 7′ un bellissimo centro di Sacchi non può essere sfruttato da Ghisi perché questi cade davanti alla rete di Pelvi.
Da questo minuto non vediamo più che undici maglie bianco-verdi e una disperata difesa campana.
Ma i nostri son demoralizzati. Al 9′ è Ziroli che segna il 2° goal; al 17′ Bucovic porta a tre il vantaggio avversario.
Al 27′ su bella fuga di Sacchi Ghisi raccoglie e segna il goal dell’onore.
Speriamo che questo possa essere l’inizio di una nuova fase di gioco, ma le azioni ritornano in campo campano e al 31′ Lo Prete segna di testa e al 35′ e al 39′ Maneschi porta a sei il bottino.
Poche parole ora nei riguardi del pubblico. Un fatto stranissimo si è verificato: i supporters romani alla fine della partita invece di
inneggiare giustamente ai propri atleti, a dimostrazione della gioia si sono scagliati contro giocatori e supporters azzurri, provocando l’intervento della forza pubblica, che ha dovuto caricare più volte la folla.
Non è stata risparmiata dalla invasata folla romana neanche qualche gentile signora napoletana, che aveva affrontate le fatiche di un viaggio per sostenere la propria squadra e dividere con essa la gioia e il dolore.
E ciò, maggiormente inesplicabile, dopo le proferte di amicizia sportiva dei romani e le prove di stima e di simpatia di cui sono stati fatti segno dagli azzurri cittadini.
Le squadre si sono allineate nella seguente formazione: Alba: Ricci, Mattei, Bianchi, Rovida, Degni, Berti, Lo Prete, Frasanelli, Bukovic, Maneschi, Ziroli.
Internaples: Pelvi, Minter, Iaquinto, Toth, P. Ghisi, Marra, Sacchi, Ferrari, Ghisi E., Sallustro, Fiorini.
Una nota di plauso vada agli organizzatori del treno speciale che ha trasportato alla Capitale oltre cinquecento supporters azzurri.

Da “La Stampa” del 12 luglio 1926:

Le finali della Lega Sud
Alba batte Intarnaples (6-1)
Roma, 12, mattino. Allo Stadio Nazionale si è svolta la prima finale del campionato di calcio della Lega del Sud, fra l’Alba di Roma, vincitrice del girone A, e l’Internaples di Napoli, vincitrice del girone B. L’Alba ha vinto ieri sul suo campo, davanti ad un meraviglioso pubblico, per ben sei goals ad uno.
L’inizio del primo tempo ha subito visto una discesa fulminea dell’Alba. La difesa napoletana, specie per l’insufficienza della seconda linea, ha avuto molto lavoro, ma ha saputo assolvere il compito: Minter, in ispecie, si è rivelato un ottimo terzino. Il portiere del Napoli è subito impegnalo da pericolosi tiri di Mattei e salva con un perfetto plongeon. Le discese degli albini continuano ininterrotte ed al 16° minuto l’Alba ottiene il primo corner, che però non dà alcun risultato. Si ha quindi un breve risveglio dei napoletani. Il portiere albino viene impegnato da insidiosi tiri che riesce a parare superbamente. I romani tornano inesorabilmente sull’area dell’Internaples, segnando verso la fine del tempo il primo goal per merito di Ziroli.
La ripresa è tutta in favore dell’Alba e segna la debacle dell’Internaples.
Al 9° minuto è ancora Ziroli che viola, la porta
avversaria approfittando di una melée. Il terzo goal è segnato al 17° minuto da Maneschi su passaggio di Bucovi. Loprete segna con un magnifico colpo di testa il 4° goal al 31° minuto, Maneschi al 35° e Bucovi al 39° completano la serie dei goals albini.
Internaples ha segnato l’unico goal al 27° minuto per merito di Ghisi con un colpo di testa, salvando così l’onore della giornata.
Il pubblico ha applaudito lungamente i vincitori che domenica giuocheranno il retour-match a Napoli. Vi è stato qualche incidente tra i supporters delle due squadre, subito sedato.
L’intervento dei supporters napoletani è stato numerosissimo.
Oltre quelli venuti in ferrovia, ne sono giunti in automobile e in motocicletta. Ha arbitrato imparzialmente Pinasco, della Sestrese.

Da “L’Impero” del 13 luglio 1926:

LA FINALE DELLA LEGA SUD

Alba batte Internaples 6-1

Il primo urto fra le due finaliste della Lega Sud, Alba e Internaples, svoltosi allo Stadio, si è concluso con una clamorosa vittoria della squadra romana.

Anche le più ottimistiche, le più lusinghiere previsioni sono state sorpassate: l’Alba ha ottenuto il suo più convincente trionfo proprio contro la squadra che s’era annunciata più forte, contro quell’Internaples che avrebbe dovuto fare giustizia sommaria dell’incauta avversaria che le fosse capitata fra i piedi.

L’Internaples scesa a Roma con la convinzione assoluta d’una immancabile vittoria, ha conosciuta la più amara delle delusioni quando sembrava che il successo finale, al quale per un’intera annata aveva teso con ogni sua possa, stesse per arriderle. Poiché, se non tutti, certo una stragrande maggioranza di competenti e di sportivi delle due città, davano come sicura vincitrice la squadra partenopea.

L’Alba ha smentito ogni più sensato pronostico. L’Alba si è confermata per l’ennesima volta una compagine di prim’ordine.

E’ sempre la stessa squadra bizzarra che non ha saputo che pareggiare o cogliere una striminzita vittoria con avversarie di limitatissimo valore, ma è la stessa che ha tenuto vittoriosamente testa a celebrati squadroni del Nord, dove il gioco del calcio ha raggiunto una maturità tecnica meravigliosa, ed è pur sempre il team che con due soli uomini di rinforzo ha saputo piegare, sia pure in un incontro amichevole quello squadrone juventino che si appresta a disputare al Bologna, con grandi probabilità di successo, il massimo titolo nazionale.

L’Internaples non s’attendeva certo un’avversaria di tanto valore ed in così superba efficienza. La squadra napoletana, dopo aver validamente retto per tutto il primo tempo, è mancata nel secondo, quando i romani hanno impresso al gioco un ritmo più martellante.

Il reparto che per primo s’è lasciato andare alla deriva, è stato quello difensivo. Tolto Pelvi che non poteva fare di più di quello che ha fatto, gli estremi difensori hanno lasciato un varco aperto in permanenza.

***

Minter e Jaquinto, e anche la linea mediana, sebbene questa in misura minore, non hanno più saputo efficacemente arginare l’attacco albino, quando questo, superbamente sostenuto dall’impareggiabile Degni, ha cercato la grande vittoria.

Minter con un piazzamento di rara oculatezza e precisione, supplisce alla meglio alle ormai palesi deficienze fisiche. Jaquinto, pur essendo più giovane, non è della classe dell’ex Minter, mentre di questi possiede i difetti in misura ben più notevole.

Nella linea mediana impera Ghisi. Il bruno giocatore è stato instancabile ma non è stato, sulla fine, quando occorre lo sfoggio finale delle migliori qualità atletiche e tattiche, convenientemente aiutato dai due compagni laterali.

All’attacco Ferrari, Ghisi II e Sallustro hanno svolto un gioco assai ammirato di passaggi veloci e precisi, ma essi vi hanno insistito troppo in area di rigore. Quell’indecisione esasperante sotto la porta avversaria che si rimproverava agli albini, ieri era totalmente passata ai giocatori azzurri. Il gioco d’intesa, più che quello in profondità, è la dote più pregevole degli attaccanti napoletani ed essi, da questo lato sono stati pari se non superiori ai romani, tuttavia lo scatto finale decisivo manca loro in maniera preoccupante.

Sacchi è stato tagliato fuori dal resto della linea dall’inesauribile Rovida, mentre Fiorini non è stato all’altezza dei compagni.

Tuttavia l’Internaples non è una squadra di poco conto. Si è battuta bene e con coraggio ammirevole fin quasi alla fine e non s’è sfasciata che quando ormai le sorti erano irrimediabilmente segnate.

Contro un Alba come quella di ieri v’era poco da fare, comunque siamo certi che nella partita di ritorno che si svolgerà a Napoli, la squadra di Minter saprà riconquistare se non in pieno, certamente in parte, la fiducia dei suoi affezionati supporters.

***

L’Alba ha conseguito la sua più bella vittoria dopo la partita più strenuamente combattuta.

Liberati i suoi giocatori dall’incubo di una spada di Damocle, rimasta sospesa per mesi e mesi sulla squadra, l’Alba ha ritrovato di colpo la sua magnifica saldissima struttura, e l’andatura dei tempi migliori.

Gli sportivi romani debbono essere grati alla compagine bianco-verde. Mercé essa, il titolo di campione Centro-sud corre serio rischio di rimanere ancora nella Capitale.

L’uomo migliore della squadra è stato Degni. Egli ha fatto una partita spettacolosa, ad andatura massacrante dall’inizio alla fine. […]

18 luglio 1926: Internaples-Alba 1-1

Dal “Corriere di Napoli” del 14 luglio 1926:

Nervi a posto!

L’Internaples è stata battuta dall’Alba clamorosamente.

Dal “Corriere di Napoli” del 17 luglio 1926:

LE FINALI DI CALCIO

Tutta Napoli sportiva all’Arenaccia!

Cancellerà il calcio cittadino la sua Caporetto

con la più brillante rivincita?

Internaples-Alba

(Domani: ore 17; arbitro Dani)

Il disastroso risultato del match allo Stadio appare ancora quale colpo mancino da una triste sorte inferto […].

Da “La Stampa” del 19 luglio 1926:

L’Alba campione della Lega Sud
Napoli, 19, mattino. Il più grande pubblico di appassionati che Napoli ricordi di aver visto ha assistito ieri alla partita di ritorno Internaples-Alba, per la finale del titolo del Centro-Sud. La partita, arbitrata da Dani, in complesso è risultata incolore per il grande handicap che gravava sulla squadra cittadina, compromessa dal disastroso risultato di Roma. Infatti, poiché d’accordo le squadre avevano stabilito di far vigere la norma del goal average, l’Internaples avrebbe dovuto vincere almeno per 5 a 0, invece fino dal primo tempo l’Internaples, pure dominando letteralmente e pure mantenendosi costantemente all’attacco, non è riuscita a segnare per la salda difesa dell’Alba. Si è avuto subito l’impressione che solo una debacle improvvida avrebbe potuto permettere un largo punteggio. Il primo tempo è terminato alla pari 0 a 0.
La ripresa è stata giocata con ardore sempre decrescente, man mano che la passione napoletana andava allentandosi, la partita e diventata monotona. Il gioco è peggiorato e l’Internaples fu vittima della depressione morale, che provocò la sconfitta di Roma; si sono viste, così le sue deficienze. Quattro uomini hanno tenuto fronte alla riscossa albina: Minter, Clar, Toth e Valente, e l’Alba non poté segnare il punto della vittoria. Nel secondo tempo i napoletani ottengono un calcio di rigore per fallo evidente di Mattei.
Claar segna il punto, fra il delirio del pubblico. Sulla rimessa in giuoco Sacchi è colpito con un calcio ed esce dal campo, ove non rientrerà più malgrado le più energiche cure. Quindi la squadra napoletana comincia a cedere. Si avverte la mancanza del centro sostegno, ove Ghisi II scorrazza inutilmente. L’attacco che ha lavorato moltissimo risente della fatica e man mano che il tempo passa la speranza di risalire il goal-average; la speranza, già vana, diventa un mito. L’Alba si riprende, ma si ha l’impressione che non giuochi con grande impegno, e poche ma slegate azioni terminano con tiri sbagliati e per lo più alti. Verso la metà del tempo l’arbitro fischia un fallo grave di Claar, e Mattei segna il pareggio su penalty. La partita continua stanca e fra il disinteresse del pubblico, e la fine trova l’Alba campione della Lega Sud.

Da “L’Impero” del 20 luglio 1926:

NAPOLI, 18 – Il campo dell’Arenaccia è insolitamente affollato, gremitissimo di spettatori. Quando entrano in campo gli albini, fischi sonori e urla altissime partono dalla folla che impreca contro i romani. Calorosi applausi sono invece rivolti alla squadra napoletana, dalla quale si reclama la “Vittorio Veneto” calcistica.
L’arbitro Dani – che durante l’arbitraggio risentirà enormemente l’influenza del pubblico sino a dimostrare chiaramente di “aver paura” – fischia l’inizio alle 17.10.
Primo tempo: Alba giuoca contro sole. Tecnica temporeggiatrice.
Gli azzurri ne approfittano per sferrare una offensiva veramente poderosa. Ricci non ne lascia passare una; Mattei e Bianchi
sono impagabili nello estenuante lavoro di intercettamento e di rimando inesorabile. L’offensiva dell’Internaples, demoralizzante per qualunque altra compagine, che fosse stata al posto dell’Alba, è martellante e non lascia respirare. Nessuna delle due squadre riesce a segnare.
Durante l’intervallo i giuocatori romani, ritiratisi negli spogliatoi, stanno per essere aggrediti vigliaccamente e malvagiamente da un numeroso gruppo – circa 200 – di napoletani. Un manipolo di soldati romani, dato di piglio ad una pompa, allontanano l’insidia.
Secondo tempo: l’offensiva romana si rivela e si sviluppa in pieno. L’Internaples è chiusa, dominata, asseragliata. Minter e Claar fanno sforzi erculei per “tenere” la marea travolgente albina.
Sacchi è costretto a uscire dal campo per contusioni riportate in uno scontro con Mattei.
Infuria intanto la tempesta da parte del pubblico. Gravi incidenti si verificano alla tribuna dove ogni romano ch’è riconosciuto è apostrofato, colpito con bastoni e sassate ed espulso dal campo.
Sono scene selvagge dalle quali non sono risparmiate neppure le signore; e si ripetono prima durante e dopo la partita. Scene che non possono essere descritte, per non vituperare troppo una popolazione intera e per non diffamare uno sport che non ha nulla a che vedere con le gesta odierne.
I goals sono stati segnati nella ripresa ed ambedue su calci di rigore: il primo al 4’ da Claar, per l’Internaples, e il 2° al 25’ da Bucovi per l’Internaples [sic, per l’Alba].
Poi la partita ha termine. All’uscita dal campo dell’Arenaccia si riaccende la caccia al romano. Si deplorano così nuovi feriti che devono riparare all’ospedale.
La sconfitta è amara per i napoletani, ma la vittoria è netta, regolare e meritata da parte dell’Alba, la quale si fregia oggi del titolo di squadra campione meridionale.

Da “La Gazzetta dello Sport” del 19 luglio 1926:

La finale Lega Sud

Internaples-Alba: 1-1

NAPOLI, 18 – La partita ha avuto una fisionomia ben distinta nei due tempi. Nel primo l’Internaples ha iniziato a tutta [?] e ha dominato dal principio alla fine con attacchi rabbiosi e serrati che hanno messo a dura prova il poderoso trio difensivo albino. Apparve pure evidente la tattica prudente dell’Alba, preoccupata di non esaurirsi preventivamente in vani sforzi e perniciosi contrattacchi.

Nella ripresa, dopo 5 minuti ancora di superiorità partenopea, culminata nel goal su penalty segnato dagli azzurri, le fasi della partita si capovolgono nettamente e obbligano al lavoro la difesa napoletana, oggi davvero meritevole di elogio altissimo. I romani sono stati però favoriti dall’uscita fuori campo di Sacchi al 5′ in seguito a una serrata melèe con Mattei e nella minorata efficienza degli azzurri che hanno finito per risentire dei generosi sforzi del primo tempo. E’ così che l’Alba riuscì a pareggiare, anch’essa su penalty, al 26° minuto.

[…] Così l’Alba giustamente mantiene il titolo di campione della Lega Sud mostrando di essere attualmente la squadra migliore.

Il pubblico non è stato all’altezza della sua tradizionale ospitalità. I supporters locali hanno mostrato senza ritegno il loro risentimento per l’intemperanza di Roma e hanno dato luogo a numerosi gravi incidenti, prima, durante e dopo la partita.