Naples Foot-Ball Club

LA FONDAZIONE

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Nel novembre 1905 fu fondata la sezione calcio del circolo nautico Canottieri Italia, presidente provvisorio Giolino Delfino, che nel febbraio 1906 si trasformò nel Naples Foot-Ball Club, colori sociali il bleu e il celeste. Nel marzo 1906 si tennero le prime elezioni sociali nelle quali fu eletto il primo presidente: Guido Fiorentino, campione di canottaggio. Il primo capitano fu Peter Jackson, descritto come “campione della First Union di Newcastle”.



Il club disputò le sue prime partite a Santa Lucia Nova nel dicembre 1905, successivamente nei primi mesi del 1906 si trasferì al campo dei Bagnoli in via Campegna, nei pressi della Cupa del Poligono, a circa 200 metri dal Poligono di tiro Vittorio Emanuele III. Il campo era periferico e difficilmente raggiungibile dai (pochi) tifosi, spesso parenti e amici dei calciatori. I campetti erano di fortuna e il clima sostanzialmente dilettantistico. Si narra che il portiere bleu-celeste Michele Conforti, quando l’azione si svolgeva lontano dalla propria metà campo, si sedesse su una sedia e si mettesse a conversare con gli spettatori a bordo campo. Spesso dopo la partita vincitori e vinti mangiavano insieme in una trattoria vicina.

In assenza di altre squadre napoletane il club organizzò partite amichevoli o di allenamento o con la propria squadra riserve o con equipaggi di squadre inglesi. Queste fasi primordiali della storia del club furono raccontate dal trisettimanale “La Rassegna Sportiva”, periodico sportivo fondato da Luigi Salsi, peraltro socio fondatore del Naples che arrivò a rivestire la carica di vicepresidente. Nel marzo 1906 perse per 4-1 contro l’equipaggio della nave inglese Canopic mentre nel settembre 1906 si affiliò alla FIF (Federazione Italiana Football, l’odierna FIGC). Dopo aver disputato ulteriori partite contro gli equipaggi di Suffolk e Cedric, il Naples ponderò la possibilità di iscriversi ai campionati italiani 1907 ma decise di rinunciare a causa delle elevate spese di trasferta richieste per disputare partite nell’Italia Settentrionale. Nella primavera 1907 disputò due partite contro squadre romane, una a Roma contro la Virtus e una sul proprio campo contro il Roman.

Nell’autunno del 1907 vi fu il problema del campo, dato che la divisione militare aveva negato l’utilizzo del campo dei Bagnoli. A causa dell’incapacità della dirigenza di trovare un campo di gioco alternativo, vi furono dei forti malumori tra i soci stranieri che addirittura minacciarono la secessione. Alla fine il rischio di secessione rientrò, anche se a fine dicembre 1907 il consiglio direttivo fu costretto alle dimissioni e la gestione del club fu affidata temporaneamente a un triumvirato. Nel frattempo però il Naples aveva perduto molti giocatori di talento, come l’ex genoano Mayer, l’ex milanista Carlo Bianchi, ma soprattutto il suo primo capitano, Peter Jackson di Newcastle, richiamato in Inghilterra per motivi professionali.

I PRIMI CAMPIONATI UFFICIALI

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Nel frattempo, tra l’autunno 1907 e il maggio 1908 sorsero nuove squadre di calcio a Napoli: la S.S. Napoli, l’aristocratico Open Air S.C., l’Audace e la Juventus. Alla fine, su insistenze delle società napoletane, la Federazione Italiana Football organizzò per la prima volta in Campania un campionato ufficiale a livello regionale di Terza Categoria. A tale torneo inizialmente erano iscritte Naples, Audace e S.S. Napoli, successivamente fu accolta l’iscrizione dell’Open Air, seppur giunta in ritardo. Il torneo cominciò il 15 marzo 1908. Dopo alcune partite, tuttavia, il torneo fu sospeso dalla Federazione in seguito a un episodio di grave indisciplina: durante la partita S.S. Napoli-Audace Matacena della S.S. Napoli sbagliò un rigore e per giunta insultò l’arbitro Bayon insistendo che in realtà il pallone fosse entrato in rete; Bayon estrasse il cartellino rosso ma Matacena rifiutò di abbandonare il campo costringendo l’arbitro a sospendere l’incontro e a scrivere un rapporto alla Federazione. La FIF di conseguenza sospese il campionato e dopo alcuni giorni stabilì che si dovesse ripetere daccapo, questa volta però con una formula a eliminazione diretta. Le semifinali videro il Naples sommergere 15-0 l’Open Air e la S.S. Napoli travolgere 9-0 l’Audace. La finale tra Naples e S.S. Napoli, disputata il 3 maggio 1908, terminò 1-1 rendendo necessaria la ripetizione, disputata il 24 maggio, nella quale il Naples prevalse di misura (2-1) aggiugandosi così il titolo di campione campano di Terza Categoria 1908. Sempre nel maggio 1908 si tennero le elezioni sociali nel corso delle quali fu eletto presidente Emilio Anatra, rimasto alla guida del club fino al 1921. Nel giugno 1908 il Naples disputò a Roma il torneo di educazione fisica venendo eliminato in semifinale per 6-0 dalla Juventus di Torino.

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Nell’autunno 1908 il Naples pareggiò 3-3 in amichevole con il Bari. Nel marzo 1909 ricominciò il campionato regionale di Terza Categoria e il Naples, battendo per 4-1 la S.S. Napoli e per 2-0 l’Open Air, si qualificò alla finale contro l’Audace, disputata il 18 aprile 1909 e vinta agevolmente per 4-0. Il Naples confermò così ancora una volta la propria supremazia regionale. Nel frattempo, la settimana prima il Naples aveva conseguito una vittoria di prestigio in Sicilia aggiudicandosi la Coppa Lipton grazie alla vittoria in finale (4-2) contro i padroni di casa del Palermo.

Nel frattempo il Naples si era iscritto, unica nell’Italia centro-meridionale, al Campionato Federale di Seconda Categoria 1909. Il problema è che tutti si erano dimenticati dell’iscrizione dei partenopei al torneo in questione, tanto che il Piemonte, allorquando vinse il girone finale dell’Italia Settentrionale nell’aprile 1909, venne definito da tutti campione nazionale. Solo a inizio giugno la FIF si rese conto dell’iscrizione dei partenopei al torneo e fissò per il 13 giugno la disputa della finale tra Naples e Piemonte sul campo neutro di Roma, onde ridurre le spese di trasferta per entrambe le finaliste, tenuto conto delle agevolazioni ferroviarie in quel periodo. Sennonché il Piemonte era stato appena squalificato dalla Federazione, ragion per cui il Naples fu impossibilitato a giocarci contro, per non incorrere anch’essa nella squalifica. La Gazzetta dello Sport propose l’assegnazione del titolo al Piemonte, essendosi il Naples qualificato alla finale senza disputare nemmeno una partita, mentre il Piemonte si era sudato l’accesso alla finale surclassando le seconde squadre dei grandi club dell’Italia Settentrionale. In effetti all’assemblea federale dell’ottobre 1909, non essendosi potuta disputare Naples-Piemonte, la Federazione decise di assegnare il titolo federale proprio ai piemontini.

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Nel frattempo, tra settembre e dicembre 1909 il Naples ebbe modo di aggiudicarsi altre competizioni amichevoli a livello regionale, come la Targa Clescovich e il torneo regionale di Caserta, imponendosi sulle altre compagini con punteggi tennistici, talvolta con scarti superiori alle 10 reti. Continuarono inoltre ad essere disputati incontri di allenamento con equipaggi di navi estere, e tra questi si registra un 7-1 rifilato all’equipaggio della corazzata francese Gaulois (ottobre 1909). Nelle elezioni di dicembre 1909 fu confermato Emilio Anatra come presidente, mentre fu eletto vicepresidente Luigi Salsi, il quale mise in palio un nuovo trofeo, la Coppa Salsi, dal regolamento simile a quello della più celebre Palla Dapples.

Nel febbraio 1910 il Naples si aggiudicò il campionato meridionale di Seconda Categoria, battendo in casa per 6-2 il Bari e poi vincendo per forfait dell’avversario anche il retour match in Puglia. In Terza Categoria il Naples schierò invece la seconda squadra, e anche per questo non riuscì a confermare il primato regionale, chiudendo al quarto posto il girone napoletano. Al campionato regionale si era peraltro iscritta una nuova compagine partenopea, l’Elios, fondata nel gennaio 1910. Il campionato regionale fu vinto dall’Audace che sconfisse in finale la Robur di Caserta.

Continuarono gli incontri amichevoli e il 20 marzo 1910 il Naples si aggiudicò anche la Coppa Città di Napoli battendo per 7-1 i padroni di casa dell’Open Air, organizzatori del torneo. A fine marzo 1910 il Naples si recò di nuovo in Sicilia per contendere la Coppa Lipton al Palermo. Questa volta i partenopei, privi di alcuni titolari che dovettero defezionare per malattia, persero per 4-1. Nel frattempo, nello stesso giorno (27 marzo 1910), la seconda squadra del Naples pareggiò per 0-0 una partita di Coppa Salsi contro l’Audace, conservando il possesso del trofeo in base al regolamento della competizione. L’Audace aveva tentato di sottrarre al Naples il possesso del trofeo approfittando della partenza dei titolari per la Sicilia per costringere la società bleu-celeste a schierare la seconda squadra, ma il Naples, seppur in 10 contro 11, riuscì a mantenere il risultato a reti inviolate, conservando così il possesso della Coppa.

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Il Naples, riempito di giocatori stranieri, confermò il predominio regionale anche nelle prime amichevoli della stagione 1910-11, imponendosi anche su delle rappresentative costituite dai migliori giocatori delle altre squadre partenopee. Il Naples si era rinforzato con i nuovi arrivi dei fratelli Koch, del mediano svizzero Emil Steinegger, del britannico McPherson e del centravanti belga Chaudoir. Il Naples non era tuttavia costituito soltanto da ottimi elementi stranieri, ma poteva contare anche su abili giocatori italiani, come Michele Scarfoglio, il migliore attaccante di tutta Napoli, nonché figlio dei celebri giornalisti Matilde Serao ed Edoardo Scarfoglio, ma anche il terzino Garozzo (di origini egiziane), Gaetano Del Pezzo e Fritz Giannini.

Nel marzo 1911 il Naples vinse di nuovo il campionato meridionale di Seconda Categoria, pareggiando 2-2 sul campo del Bari e poi vincendo la partita di ritorno con un umiliante 7-0. Tra marzo e aprile 1911 ottenne vittorie di prestigio battendo per 3-2 i marinai della nave inglese Arabik (che poco tempo prima aveva battuto per 3-0 nientemeno che il Genoa), per 3-1 la Lazio e vincendo la sua seconda Coppa Lipton rimontando il Palermo dallo 0-2 al 3-2. In queste vittorie decisivo si era rivelato il centravanti belga Leon Chaudoir. Il 9 e il 16 aprile 1911 Naples vinse altre due partite di Coppa Salsi, sempre contro l’Audace, ipotecando definitivamente il possesso perpetuo della Coppa. La seconda squadra nel frattempo fu iscritta al campionato regionale di Terza Categoria, campionato che però fu vinto dalla S.S. Napoli, che sconfisse in finale la Robur di Caserta.

LO SCISMA

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L’11 ottobre 1911 i giocatori stranieri del Naples abbandonarono la squadra fondandone una nuova, l’Unione Sportiva Internazionale. Il Naples ne risultò considerevolmente indebolito, perdendo tutti i suoi giocatori stranieri, nonché Michele Scarfoglio, partito soldato per la Libia. Gli unici veterani rimasti erano Garozzo, Del Pezzo e Giannini e la squadra fu rivoluzionata con l’arrivo di alcuni giocatori della sciolta Juventus di Napoli nonché di Casacchia dall’Audace. Per fortuna del Naples il terzino Capra del Torino si trovava proprio in quel momento a Napoli per il servizio militare e per pochi mesi funse da giocatore-allenatore per il Naples, dando nuova forza alla squadra. Con Capra come giocatore-allenatore ad allenarlo, in effetti il Naples, sebbene sfavorito sulla carta, sconfisse a sorpresa l’Internazionale nella prima stracittadina, grazie a una rete di Pasquali. L’Internazionale, tuttavia, dopo un periodo di appannamento, si riprese e quando cominciò il campionato meridionale di Seconda Categoria tra il Naples e l’Internazionale, furono questi ultimi ad avere la meglio dopo cinque combattute partite.

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Nel frattempo la Federazione decise di ammettere per la prima volta le società centro-meridionali nel massimo campionato. Naples e Internazionale, uniche iscritte nell’Italia meridionale e insulare, si contesero il titolo campano nonché dell’Italia meridionale e insulare: ebbe la meglio il Naples, che vinse entrambi i confronti, nonostante l’Internazionale si fosse rinforzata con gli arrivi di Michele Scarfoglio e di Casacchia, che avevano tradito i bleu-celesti. In occasione del retour match, fu peraltro inaugurato il nuovo campo del Naples, quello del Poligono. Purtroppo il Naples fu eliminato dalla Lazio nella finale centro-meridionale. Decisiva fu la sconfitta subita in casa e per di più in rimonta all’andata: la Lazio pareggiò a pochi minuti dalla fine e segnò il gol della vittoria proprio allo scadere. Dopo il pareggio 1-1 a Roma nel retour match crebbe il rammarico per l’esito della partita di andata, ma cosa fatta capo ha.

 

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Nella stagione 1913-14 l’Internazionale invece si prese la rivincita pareggiando 1-1 all’andata e imponendosi 2-1 al ritorno. Decisiva fu la doppietta dell’ex Scarfoglio che eliminò così il Naples dal campionato. In seguito alla prematura eliminazione, il Naples si concentrò sulle amichevoli recandosi a Roma il giorno di Pasqua 1914 per contendere la Coppa Noli da Costa alla Virtus Juventusque di Livorno e alle romane Roman e Audace. Il Naples si impose per 3-0 sui padroni di casa del Roman e sconfisse in finale (2-0) la Virtus Juventusque, portandosi a casa il trofeo.

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La stagione 1914-15 fu segnata da numerose difficoltà organizzative e il campionato in Campania potè cominciare addirittura soltanto a metà aprile. Il Naples perse nettamente 4-1 il retour match dopo aver pareggiato all’andata e avrebbe dovuto essere eliminato, sennonché la FIGC annullò le due partite e le mandò a ripetere per le posizioni irregolari dei giocatori dell’Internazionale Steiger e Pellizzoni, non assegnando la vittoria a tavolino al Naples assumendo la buona fede dell’Internazionale. Entrambe le compagini polemizzarono per la decisione federale: l’Internazionale perché ritenne ingiusto l’annullamento delle due partite e si ritenne il campione morale, il Naples perché voleva la vittoria a tavolino e non si accontentava della ripetizione delle partite. Le ripetizioni si disputarono a maggio inoltrato. Il 16 maggio l’Internazionale si impose con un netto 3-0, sette giorni dopo il Naples pareggiò i conti imponendosi per 4-1. Nel frattempo il campionato fu definitivamente sospeso a causa dell’entrata in guerra dell’Italia e così quel campionato campano rimase senza vincitori.

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Durante la prima guerra mondiale Naples e Internazionale si contesero, insieme ovviamente alle altre compagini campane (Savoia, Puteoli, Pro Napoli), numerose competizioni regionali, come la Coppa Internazionale e la Coppa Federale Campana. Nel 1919-20, con la ripresa del regolare campionato, furono ammesse al campionato regionale di Prima Categoria quattro nuove compagini: Puteolana, Bagnolese, Pro Napoli e Pro Caserta, anche se la Bagnolese si ritirò dal campionato prima del suo inizio (ma a calendario già compilato). Il Naples disputò un pessimo campionato facendosi sopravanzare non solo dall’Internazionale, ma anche da Puteolana e Pro Napoli, chiudendo quarta e venendo così eliminata. Perse tutte le stracittadine contro Internazionale e Pro Napoli, e le uniche due vittorie in campionato le ottenne contro il derelitto Pro Caserta, fanalino di coda del girone. In compenso fermò due volte sul pari la Puteolana, seconda forza del campionato. Dopo l’eliminazione subita il Naples si concentrò sulle amichevoli, e tentò di combinare un incontro prestigioso con la Pro Vercelli che tuttavia saltò. I bleu-celesti persero la finale del Trofeo Corriere di Napoli contro la Puteolana, in compenso si aggiudicarono la Coppa Ruffo battendo lo Stabia.

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Nella stagione 1920-21 il Naples riuscì a qualificarsi al girone finale campano, contendendo il secondo posto nel girone alla sorpresa Bagnolese. Alla vigilia dell’ultima partita, contro la dominatrice incontrastata del campionato regionale, la Puteolana (ancora a punteggio pieno a una partita dal termine), il Naples era seriamente intenzionato a vincere per non farsi sorpassare dalla Bagnolese, terza a un solo punto di distanza. Il Naples, approfittando di una cattiva giornata della Puteolana, si portò sul 3-0. A dieci minuti dalla fine, il pubblico puteolano, inferocito per i prezzi proibitivi e per l’arbitraggio di Mario Argento, invase il campo determinando la definitiva sospensione dell’incontro. Il Comitato Regionale prese pesanti provvedimenti in seguito all’invasione di campo dei tifosi puteolani, squalificando la Puteolana, togliendola dalla classifica, e assegnando il titolo regionale a tavolino al Naples (secondo sul campo). La Puteolana, estromessa dalle semifinali centro-meridionali in favore della Bagnolese, gridò al complotto del Comitato Regionale Campano, costituito a suo dire da dirigenti delle società partenopee invidiosi del suo dominio regionale incontrastato, per estrometterla a tavolino dato che non ci riuscivano sul campo. Il Naples, campione campano a tavolino, disputò dunque le semifinali centro-sud venendo inserita nello stesso girone di Lazio e Livorno. Chiuse al secondo posto ottenendo una vittoria (4-2) e un pareggio (4-4) contro i bianco-celesti ma perdendo entrambi i confronti con i labronici.

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Nella stagione 1921-22 il Naples disputò un campionato regionale mediocre, chiuso al quarto posto (su sette partecipanti) dietro Puteolana, Savoia e Internazionale. A fine stagione, nell’ottobre 1922, Naples e Internazionale, in difficoltà economiche, decisero di unire le forze fondendosi tra loro: nacque così l’Internazionale-Naples, meglio noto come Internaples.

L’EFFIMERA RIFONDAZIONE

In seguito alla fusione con l’Internazionale nell’Internaples (ottobre 1922), alcuni soci del Naples contrari alla fusione fondarono l’U.S. Napoli, il quale all’inizio della stagione 1923-24 cambiò denominazione in Speranza. I colori sociali erano il bianco e nero. Lo Speranza disputò il campionato campano di Seconda Divisione 1923-24 girone A (quello cittadino). Nella stagione 1924-25 disputò invece il girone A della Terza Divisione Campana. Nella stagione 1925-26 lo Speranza assunse dapprima i colori bleu-celesti e poi cambiò denominazione in Naples, iscrivendosi al campionato campano di Seconda Divisione 1925-26 (la seconda squadra si iscrisse invece al campionato riserve scontrandosi anche con le riserve dell’Internaples). Un articolo de “Il Mattino” del 4-5 ottobre 1925 attesta che a quella data il club si chiamasse ancora Speranza, pur avendo già assunto gli antichi colori del Naples (il bleu-celeste). L’articolo descrive anche i giocatori che lo Speranza avrebbe schierato nella nuova stagione 1925-26, tra cui diversi ex giocatori del Naples. I portieri erano Striano (che però era a rischio defezione per problemi professionali) e Cavalli “junior” (fratello minore di Guido Cavalli, ex portiere di Naples e Internaples). I terzini erano Gattegna (ex giocatore del Naples) e Gioffredi, descritti come degni della Prima Divisione. La linea mediana, che conservava dell’antico Naples “l’astuzia fine e la tecnica veloce”, era costituita da Bianculli “astuto negli spostamenti e preciso nei passaggi”, Giuseppe Picone “rude e tenacissimo nel suo gioco continuo” mentre per quanto riguarda il mediano destro si giocavano il posto da titolare Francesco Picone, Marino e Piscitelli. In attacco lo Speranza avrebbe probabilmente schierato Aldo Casabona, i fratelli Carlo, Marcello ed Ernesto Ghisi (altri ex giocatori dell’antico Naples), e D’Errico, nonché Garzia (ex giocatore della Cavese), Blount (ungherese ex bomber dell’Internaples) e Mendozza. Completavano la squadra una “pletora di ottime riserve e volitivi allievi”: Marino I, III, IV e V, D’Errico II, Barra, Garini, Frasca, Riso, Compare, Letizia, Picone III.

Nel giro di poche settimane lo Speranza, dopo aver assunto i colori dell’antico Naples, ne assunse anche la denominazione, di fatto rifondandolo. Un articolo de “Il Mattino” del 31 dicembre 1925 presenta un’ulteriore descrizione della squadra, considerandola una delle favorite per il titolo regionale di Seconda Divisione (insieme al Pro Poggiomarino). Il Naples schierava in porta il giovane Cavalli II, “degno erede del fratello maggiore” Guido Cavalli in quanto “dalla presa ferrea e dalle uscite precise”. Altri giocatori degni di nota citati erano Gattegna, “una delle colonne del vecchio Naples”, i mediani Bianculli, Picone e Gioffredi e gli attaccanti Bruschini, D’Errico e Caramanna.

Nel frattempo, nella notte tra l’11 e il 12 febbraio 1926, il rifondato Naples celebrò il ventennale con un veglione in maschera in casa Bruschini, a testimonianza che il nuovo Naples si considerasse in continuità con quello vecchio scomparso con la fusione con l’Internazionale. La festa si tenne dalle 23 dell’11 febbraio alle 7 del 12 febbraio, e ci fu anche il battesimo della “piccola mascotte bleu-celeste”, “sacerdote” il professor Bruschini (illustre medico e professore universitario) che lo celebrò in latino maccheronico.

 

Il Naples disputò il campionato regionale di Seconda Divisione 1925-26 lottando fino alla fine per il titolo regionale. A due partite dalla fine risultava primo a pari merito con Pro Poggiomarino e Scafatese, a quota diciasette punti, frutto di otto vittorie, un pareggio (1-1 a Poggiomarino) e una sconfitta (3-2 contro la Scafatese); tuttavia perse le ultime due partite (entrambi scontri diretti) e chiuse terzo dietro Poggiomarino (campione regionale) e Scafatese. Ecco alcuni giocatori della rosa del rifondato Naples: Cavalli II, Gattegna, Caserta, Picone I, Picone II, Gioffredi, Lugari, Bianculli, Sturiuolo, Bruschini I, Bruschini II, Bruschini III, D’Errico, Barra, Casalana. Tra i giocatori delle riserve vi erano: Striano, Piscitelli, Barca, Brancacco, Giovene, Caruselli, Gorini II, Marino I, Marino II, Migliore, Risa, Moldifora, Romeo Aloy. Il nuovo Naples disputò anche alcune amichevoli di prestigio, perdendo 1-0 in trasferta contro il Foggia e 3-2 contro la Casertana, entrambe compagini di categoria superiore.

Tuttavia dopo questa stagione il nuovo Naples scomparve nel nulla.