Archivio mensile:Luglio 2018

La stagione dello scisma

LA STAGIONE DELLO SCISMA

Comunque il malcontento delle grandi squadre per l’allargamento elefantiaco del campionato aveva raggiunto il punto di non ritorno. Vittorio Pozzo, dirigente del Torino e futuro CT della Nazionale, aveva proposto un progetto di riforma, il “Progetto Pozzo”, che restringeva la Prima Divisione nell’Italia Settentrionale a solo 24 squadre. Le 24 maggiori società italiane, approvando il Progetto Pozzo, firmarono il cosiddetto “patto di Milano” con il quale stabilirono che sarebbero state loro le 24 elette ammesse alla Prima Divisione secondo il Progetto Pozzo, escludendone tutte le altre. Secondo il bollettino ufficiale del Parma F.B.C., le 24 firmatarie il “patto di Milano”  erano le seguenti: Juventus F.C., Torino F.C., U.S. Torinese, U.S. Pro Vercelli, Casale F.C., Novara F.A., Alessandria U.S., Savona F.C., Genoa F.C., Andrea Doria S.G., U.S. Livorno, Pisa S.C., Milan F.C., Internazionale F.C., U.S. Milanese, Legnano F.C., Brescia F.C., A.C. Vicenza, Hellas F.C., Padova A.C., Venezia A.C., Bologna F.C., Modena F.C., A.C. Mantova. Si noti la presenza dell’U.S. Torinese, che poi, tradita dalle altre firmatarie, già all’atto della costituzione della Confederazione Calcistica Italiana sarebbe stata esclusa dalla Prima Divisione C.C.I., sostituita dallo Spezia.

Le società escluse dalla lobby delle 24 protestarono per la loro iniziativa, mostrandosi (almeno per alcune di esse) non del tutto contrarie a un progetto di snellimento del campionato ma biasimando le 24 del “patto di Milano” per aver stabilito che esse soltanto avevano diritto alla massima divisione. Fecero notare che dalle 24 era stata esclusa una squadra semifinalista subnazionale, la Bentegodi di Verona, nonché due finaliste regionali come Saronno e Trevigliese, mentre al contrario erano state ammesse squadre che avevano disputato eliminatorie regionali deludenti, come il Brescia eliminato con infamia e disonore in uno dei sei gironcini eliminatori lombardi propedeutici al girone finale lombardo. La neopromossa Novese, sicura nelle proprie potenzialità, si annunciò non del tutto contraria al Progetto Pozzo, pur preferendo rinviarlo alla stagione 1922-23 perché entro un anno anche la Novese sarebbe entrata tra le 24 maggiori società italiane. Guidate dalla Novese, le società minori stipularono il “patto di Novi”, con cui giurarono di opporsi con tutte le forze alla lobby delle 24 firmatarie del “patto di Milano”.

All’Assemblea Federale del 23-24 luglio 1924 si arrivò al punto di rottura. Il 23 luglio fu messo ai voti il Progetto Pozzo, con la condizione che, in caso di approvazione, le 24 elette non sarebbero state scelte dalla FIGC ma sarebbero state solo e soltanto le firmatarie del patto di Milano. Le società minori si opposero e fecero bocciare il Progetto Pozzo, principalmente perché “non al progetto Pozzo in sé e per sé sono contrari, ma al patto di Milano, che 24 squadre hanno stretto, per proclamarsi  appartenenti all’elite del football italiano, senza diritti di appello alle altre” (da “Il corriere della sera” del 24 luglio 1921). Il giorno successivo si tentò un compromesso, e venne avanzata la proposta di un campionato 1921-22 a 36 squadre (di cui le 16 semifinaliste del campionato 1920-21) suddiviso in tre gironi da 12, le cui ultime quattro sarebbero retrocesse in cadetteria senza sostituzione (in modo da far disputare il campionato 1922-23 secondo il Progetto Pozzo), mentre l’ottava classificata di ognuno dei gironi avrebbe disputato spareggi di qualificazione al campionato di massima serie successivo contro le migliori della cadetteria. Anche questa proposta venne respinta, a causa dell’inflessibilità delle 24. Si ebbe così uno scisma, e le 24 secedettero dalla FIGC istituendo ufficialmente, nel corso di una riunione tenutasi tra il 27 e il 28 agosto 1921,  una propria Confederazione, la C.C.I. (Confederazione Calcistica Italiana), che avrebbe organizzato il proprio campionato secondo il Progetto Pozzo.

Le due federazioni cercarono di riconciliarsi ma senza esiti. Un tentativo ci fu ad Alessandria il 3 settembre 1921, in cui CCI e FIGC cercarono di giungere a un compromesso, proponendo una massima serie a 32 squadre, divise in quattro gironi da otto, in cui le vincenti si sarebbero contese il titolo di Campione in un girone finale mentre le altre avrebbero partecipato alla “Coppa Italia”. Il campionato si sarebbe concluso già a febbraio. Tuttavia anche questo tentativo non andò a buon fine.

Il bollettino ufficiale del Parma (numero di settembre 1921) pubblicò due proposte di compromesso, quello della FIGC e quello della CCI. La proposta della FIGC era la seguente:

  • Disputa per la stagione 1921-22 di un campionato di selezione a 72 squadre divise in gironi regionale, le cui migliori 24 (o 32) si sarebbero qualificate al campionato di massima serie successivo secondo il Progetto Pozzo.
  • Campionato 1921-22 a 24 o 32 squadre, di cui 16 sono le semifinaliste 1920-21, e le altre 8 o 16 sono da scegliere mediante incontri di qualificazione a girone semplice (partite di sola andata) tra le 56 rimanenti.

La proposta della CCI, invece, era la seguente:

  • Disputa di due tornei per la stagione 1921-22, di cui uno della FIGC e uno della CCI. Quello della CCI avrebbe compreso 24 squadre, quello della FIGC le rimanenti (comprese quelle della Seconda Divisione CCI). Le due dodicesime classificate (ultime) del torneo della CCI sarebbero retrocesse nel torneo della FIGC, sostituite dalle prime due classificate del torneo della FIGC. Invece le due undicesime classificate della CCI avrebbero disputato incontri di qualificazione contro la terza e la quarta classificata del torneo della FIGC.
  • A partire dalla stagione 1922-23 lo statuto della CCI avrebbe avuto applicazione completa e il campionato di Prima Divisione sarebbe stato disputato da 24 squadre, cioè 20 dal torneo della CCI 1921-22, due dal torneo FIGC 1921-22 e le due vincenti degli incontri di qualificazione tra le due undicesime classificate della CCI e la terza e la quarta classificata del torneo della FIGC.

Le controproposte della CCI furono tuttavia respinte dalla Presidenza Federale, e lo scisma non rientrò. Nella stagione 1921-22 si disputarono così due campionati.

LO STORICO TITOLO DELLA NOVESE

Il campionato federale, cominciato il 2 ottobre, continuò con la solita formula dei campionati regionali. I sei campioni regionali avrebbero disputato i gironi di semifinale. Le vincenti di ognuno dei due gironi di semifinale si sarebbero contese il titolo federale con partita e contropartita. Il girone piemontese, vinto dalla matricola Novese, vedeva in origine la Biellese al posto della Torinese, in quanto questi ultimi in origine erano passati alla CCI, per poi essere ingiustamente esclusi dalla Prima Divisione. A inizio novembre avvenne lo scambio Biellese-Torinese, con i primi che passarono a disputare la Seconda Divisione CCI e i secondi che presero il loro posto nella Prima Categoria FIGC. La Torinese, che l’anno prima aveva eliminato Juventus e Casale nelle eliminatorie regionali e tanto aveva fatto soffrire la Pro in semifinale, non riuscì a contrastare la Novese, chiudendo seconda e venendo eliminata. Gli altri campioni regionali furono Esperia (di Como), Sampierdarenese (di Genova), Petrarca (di Padova), SPAL (di Ferrara) e Pro Livorno.

Nel girone A delle semifinali furono inserite Novese, Petrarca e Pro Livorno, mentre nel girone B finirono Sampierdarenese, SPAL ed Esperia. Il girone A fu vinto abbastanza agevolmente dalla Novese, staccando di tre punti il Petrarca: decisiva la vittoria in trasferta per 3-1 ottenuta sui padovani, dopo il passo falso casalingo all’andata (1-1). Il girone B fu invece più agguerrito: Sampierdarenese e SPAL chiusero in vetta, rendendo necessario uno spareggio sul campo neutro di Milano che vide trionfare i genovesi (2-1 ai tempi supplementari).

La finale tra Novese e Sampierdarenese fu abbastanza equilibrata: dopo due scialbi pareggi a reti bianche, nella “bella” sul campo neutro di Cremona la Novese uscì vittoriosa per 2-1, laureandosi così campione d’Italia per la prima e unica volta della sua storia. Decisivo fu il gol di Carletto Gambarotta nella “bella”.

Qual è il valore di questo scudetto? È innegabile che un requisito essenziale per l’affermazione novese fu l’assenza delle grandi società, a cui la piccola formazione piemontese non seppe mai tenere sistematicamente testa né prima né dopo la vittoria del 1922. Da questo punto di vista, ogni confronto col successo del Casale ottenuto nel regolare campionato del 1914, appare fuori luogo. Sarebbe tuttavia ingeneroso non riconoscere i meriti della squadra biancoazzurra in questa annata. I novesi annoveravano infatti fra le loro fila alcuni importanti giocatori, desiderosi di rimanere nell’organigramma federale, giunti da società secessioniste: tra di essi, basti citare Santamaria e tre dei fratelli Cevenini. Trattavasi dunque di un organico di tutto rispetto, che dominò per tutta la stagione il torneo affermandosi nettamente come la miglior squadra del campionato, vincendolo con pieno merito.

Nello stesso tempo si disputò la prima edizione della Coppa Italia. Privata delle 24 grandi, questo torneo fu disputato esclusivamente da squadre minori di Prima Categoria e di Promozione. Solo 23 delle 46 squadre di Prima Categoria si iscrissero alla competizione  e di queste solo Novese e Pro Livorno presero effettivamente parte alla fase nazionale del massimo campionato federale. Snobbata dunque dalle squadre maggiori del torneo federale (i futuri campioni d’Italia della Novese diedero forfait nei quarti di finale contro l’Udinese), la finale della competizione vide l’inopinata vittoria per 1-0 (ai tempi supplementari) del Vado (squadra di Promozione Ligure) sull’Udinese (squadra di Prima Categoria Veneta), grazie a una rete di Levratto al 118°.

Qual è il valore della vittoria del Vado (che non militava in massima serie)? Sicuramente i liguri vinsero con merito la competizione, compiendo in un certo senso un’impresa, considerando che ai quarti eliminarono sul campo il Pro Livorno semifinalista nazionale di Prima Categoria, mentre in finale ebbero la meglio sull’Udinese seconda classificata nel girone veneto e dunque sulla carta più forte. Tuttavia ogni paragone con il trionfo del Napoli (all’epoca militante in Serie B) nel 1961-62 appare inopportuno in quanto i partenopei vinsero un’edizione del torneo non boicottata, a cui parteciparono tutte le grandi. Invece il Vado vinse un’edizione privata delle 24 secessioniste e snobbata da molte delle squadre più forti a livello federale (la Novese diede forfait ai quarti mentre Sampierdarenese, Esperia, SPAL e Petrarca nemmeno si iscrissero). Detto questo, quella del Vado fu comunque un’impresa.

L’ULTIMO TRIONFO DELLA PRO VERCELLI

Il campionato confederale, cominciato il 2 ottobre, vide nel Girone A un’accesa lotta per il primato tra due squadre del Quadrilatero Piemontese, la sorpresa Novara e il campione in carica Pro Vercelli. I novaresi partirono forte, vinsero le prime sette partite e mantennero la vetta solitaria fino all’ultima giornata nel girone d’andata, allorquando la sconfitta di Bologna costò l’aggancio dei leoni bianchi. Nel girone di ritorno le due squadre procedettero appaiate, con qualche effimero sorpasso, fino alla diciottesima giornata, allorquando la Pro sorpassò di nuovo il Novara e non si fece più raggiungere, vincendo il girone con quattro punti di vantaggio sui rivali. Nel girone B invece la lotta tra Genoa e Alessandria per il primato fu accanita solamente nel girone d’andata, rimanendo appaiate in vetta per molte giornate. Il grifone chiuse il girone d’andata al comando con 19 punti, seguito a un punto di distanza dai piemontesi. Nel girone di ritorno i piemontesi crollarono abdicando dalla lotta al titolo: il Genoa vinse il girone con 37 punti, mentre l’Alessandria chiuse seconda a quota 28.

La finale tra Genoa e Pro Vercelli fu molto equilibrata. La partita d’andata, disputata a Vercelli il 7 maggio, si chiuse a reti bianche. A questo punto il Genoa sembrava favorito, avendo il vantaggio di disputare il ritorno in casa, ma la Pro Vercelli riuscì nell’impresa di espugnare il suo campo, imponendosi per 2-1.

Nel frattempo al Centro-Sud era in svolgimento il campionato della Lega Sud. Al campionato centro-meridionale furono ammesse tre nuove regioni: Marche, Puglia e Sicilia (mentre la Toscana fu spostata al Nord). I campioni regionali avrebbero preso parte alla fase finale ad eliminazione diretta. La Puteolana confermò il primato regionale vincendo 12 partite su 12, come anche i romani della Fortitudo. L’Anconitana vinse il campionato marchigiano, l’Audace di Taranto quello pugliese, il Palermo quello siciliano. Nella fase a eliminazione diretta la Puteolana eliminò l’Anconitana (3-0), mentre l’Audace eliminò il Palermo (1-0) ma fu a sua volta eliminata dalla Fortitudo (4-1). La finale tra Fortitudo e Puteolana, disputata a Roma il 4 giugno 1922, fu vinta dai primi per 2-0, a causa di una sfortunata autorete di Lobianco e della rete di Bramante nella ripresa.

La finalissima fu dunque disputata tra Pro Vercelli e Fortitudo. Lo spostamento delle toscane nel campionato della Lega Nord tuttavia rese di nuovo la finalissima un incontro dall’esito scontato. All’andata a Roma (11 giugno) i bianchi leoni ebbero gioco facile a imporsi per 0-3. Secondo La Stampa, “la Fortitudo si è battuta bene, si è battuta con ogni energia ed ha dato tutto quanto era possibile dare senza scoraggiamenti e senza debolezze. Ha dovuto piegare di fronte ad un’avversaria realmente forte e, più che forte, poderosa. Se sulla carta i bianchi erano già favoriti, sul campo è risultato evidente che la preferenza loro accordata non era concessa a caso. L’ingresso nell’arena dei due undici ha fatto saltare subito agli occhi la grande sproporzione che atleticamente correva tra essi: alti, ben piantati, massicci i vercellesi; più snelli e meno completi i romani. La differenza di struttura dei componenti i due teams non poteva fare a meno di influire sull’andamento della partita. Il peso ha avuto la sua buona parte. I vercellesi sfondarono con più facilità le linee avversarie e lo sfruttamento di questo vantaggio, fatto del resto senza eccessive scorrettezze, ha dato un po’ ai nervi al pubblico effettivamente sentimentale ed alquanto tenero per i colori rosso-bleu. Ma i campioni del nord non si sono imposti solo per le loro qualità atletiche. Essi sono stati superiori anche per il magnifico controllo che hanno sul pallone. Il maggiore fiato ha completato quella somma di virtù e di qualità che hanno fatto pendere la bilancia a favore dei bianchi”. Il ritorno a Vercelli (18 giugno) vide imporsi ancora i bianchi leoni per 5-2. Secondo “Il corriere della sera”, “il punteggio dice più che altro lo slancio e la generosità dei giocatori della Fortitudo, i quali seppero ben figurare di fronte ai bianchi campioni; ed i romani, per qualche tempo, poterono accarezzare la speranza di un match pari poiché i bianchi, in cattiva giornata, non diedero che rare prove della loro bravura e della loro superiorità”. E ancora: “I romani giocarono con molto brio dimostrando una buona resistenza. La difesa forte e sicura permise alla linea di sostegno ed agli attaccanti di ottenere un punto nel primo tempo ed un secondo nella ripresa segnati in modo nettamente imparabile da Canestrelli, ottima e veloce ala destra”. Imponendosi, come già detto, sia all’andata che al ritorno, la Pro Vercelli vinse così il suo settimo titolo nazionale.

LA RICONCILIAZIONE

Nel frattempo, il divieto imposto dalla FIFA alle società della CCI di disputare amichevoli contro squadre estere facilitò la riconciliazione tra Federazione e Confederazione. Furono intavolate nuove trattative, e fu proposto dalla FIGC già nel dicembre 1921 (accordi di Brusnengo) di far disputare il campionato unificato 1922-23 a 50 squadre. Questa prima proposta non andò in porto, in quanto troppo distante dal Progetto Pozzo, e alla fine, dopo ulteriori trattative, il 22 giugno 1922 si trovò l’accordo: il campionato 1922-23 della Lega Nord sarebbe stato disputato da 36 squadre, da ridursi a 24 a partire dalla stagione successiva onde applicare il “Progetto Pozzo”. Questa riforma dei campionati divenne nota come “Compromesso Colombo”, da Emilio Colombo, direttore della Gazzetta dello Sport, che ne fu l’artefice. Colombo stabilì che delle 36 squadre ammesse, 18 sarebbero state sicuramente CCI (le squadre classificate dal 1° al 9° posto nei due gironi CCI), 12 sicuramente FIGC (la prima e la seconda classificata dei sei campionati regionali), e 6 sarebbero state scelte mediante spareggi di qualificazione tra una squadra federale e una confederale. I sei spareggi di qualificazione finali videro la vittoria di quattro squadre confederali (Livorno, Brescia, Derthona e Inter) e di due federali (Rivarolese e Pastore). E’ da notare la salvezza in extremis dell’Inter, autore di una stagione disastrosa chiusa all’ultimo posto nel proprio girone, e la promozione del Derthona, Campione della Seconda Divisione CCI. Delle confederali retrocedettero Venezia, battuta a sorpresa dalla Rivarolese, e Spezia, sconfitta dal Pastore di Torino, nonché il Vicenza (eliminata nel turno preliminare CCI dal Derthona). Tuttavia, la fusione tra Livorno e Pro Livorno liberò un posto in Prima Divisione, per cui si disputarono nuovi spareggi di qualificazione che videro la vittoria dello Spezia, che fu dunque riammesso nella massima divisione.

L’allargamento elefantiaco del campionato, la crescita del calcio toscano e i successi di Inter e Pro Vercelli

LA RIPRESA POSTBELLICA DEL CAMPIONATO

Per quattro anni (1915-1919) non si disputò alcun campionato a livello nazionale a causa dell’entrata in guerra dell’Italia nella prima guerra mondiale. Solo nel 1915-16 fu organizzata la Coppa Federale a livello nazionale (con l’esclusione delle squadre venete e del Centro-Sud) vinta dal Milan. Nelle tre stagioni successive furono disputate numerose coppe regionali di guerra oltre ai campionati regionali di Terza Categoria.

Con la vittoria nella guerra, conclusasi nel 1918, si era troppo in avanti con la stagione per organizzare un campionato nazionale per la stagione 1918-19. Si stabilì dunque che il campionato sarebbe ripreso nel 1919-20.

Nel 1919, alla ripresa del campionato dopo la sospensione bellica, si decise di accantonare la riforma del 1914, ammettendo al campionato settentrionale di Prima Categoria ben 48 squadre, suddivise in otto gironi eliminatori: Liguria, Piemonte A, Piemonte B, Lombardia A, Lombardia B, Terre Redente, Veneto, Emilia. Tuttavia, a causa del procrastinarsi dell’annessione all’Italia della Venezia Giulia, la batteria delle Terre Redente fu soppressa, sostituita da un terzo girone destinato alla Lombardia. Fu stabilito che delle 48 squadre partecipanti solo le migliori 24 avrebbero preso parte alla Categoria A 1920-21, mentre le restanti sarebbero state declassate in Categoria B. Tuttavia anche questa riforma non fu attuata, addirittura le retrocessioni in Promozione per le ultime classificate furono annullate, e al campionato settentrionale di Prima Categoria per la stagione 1920-21 furono ammesse ben 64 squadre.

FINALI TURBOLENTE

Nel frattempo il campionato 1919-20 si era concluso con la vittoria dell’Internazionale, che ebbe la meglio su Juve e Genoa nel girone finale dell’Italia Settentrionale, e poi sconfisse il Livorno (campione centro-meridionale) per 3-2 nella Finalissima. Le finali del torneo settentrionale, disputate con il sistema del girone semplice (partite di sola andata in campo neutro) furono alquanto turbolente. La prima partita delle finali, Juventus-Genoa, disputata il 16 maggio sul campo dell’Internazionale, finì 3-2 a favore dai bianconeri, ma fu caratterizzata dall’arbitraggio controverso di Varisco dell’U.S. Milanese, accusato dai genoani di aver arbitrato a favore dei bianconeri, e da gravi intemperanze da parte del pubblico. Il Genoa concluse la partita in otto, a causa dell’infortunio di Santamaria in seguito a un contrasto di gioco, dell’espulsione di Dellacasa per proteste e del rifiuto di Traverso di proseguire la partita sempre per proteste. A un certo punto il pubblico inferocito invase il campo costringendo il contestato arbitro alla fuga e fu solo grazie all’intervento delle forze dell’ordine che la partita potè riprendere dopo venti minuti di sospensione ed essere portata a termine.

La settimana successiva, sul campo del Genoa, si disputò Internazionale-Juventus. Il pubblico genoano, ancora inferocito per la sconfitta subita contro i bianconeri e l’arbitro e conscio che solo una vittoria dell’Inter avrebbe rimesso in gioco il grifone, fischiò pesantemente i bianconeri ad ogni loro azione, incitando invece i neroazzurri alla vittoria. La Juventus, influenzata dal clima ostile, perse così per 1-0 con i neroazzurri.

A questo punto la terza partita del girone Inter-Genoa avrebbe dovuto disputarsi il 30 maggio sul campo della Juventus. Sennonché la Federazione, temendo problemi di ordine pubblico visti i precedenti, decise di rinviare la partita alla settimana successiva facendola disputare a Modena. Ne uscì un pareggio per 1-1 e la vittoria del campionato settentrionale da parte dei neroazzurri. Nel frattempo il campionato centro-meridionale stava volgendo al termine. Alle semifinali centro-meridionali (due gironcini da tre) si erano qualificate Pisa, Livorno, Fortitudo, Audace, Internazionale (di Napoli) e Puteolana. I gironi A e B furono vinti agevolmente da Livorno e Fortitudo che si contesero il titolo centro-meridionale nella finale in programma il 13 giugno sul campo neutro di Bologna. Alla fine prevalsero i labronici per 3-2. La finalissima nazionale si disputò così tra Internazionale e Livorno.

Alla vigilia della finalissima tra labronici e neroazzurri, il quotidiano partenopeo “Il Mezzogiorno” si lamentò dell'”antisportivo” sistema del “girone semplice” (partite di sola andata) con cui si erano svolte le fasi finali del campionato, sostenendo che molto probabilmente con il “girone doppio” (partite di andata e di ritorno) sarebbe stato il Genoa a prevalere e non l’Inter:

“Lo spazio tiranno ci ha impedito di comunicare ai nostri lettori l’esito della semifinale del campionato italiano di calcio che contrapponeva domenica a Bologna le due vincenti del gruppo centro-meridionale, Fortitudo di Roma e U.S. Livornese. Il match, combattutissimo, vedeva una bella vittoria dei campioni di Livorno e la strenua resistenza dei rosso-blu di Roma, in cattiva giornata. Il punteggio di 3 a 2 indica a sufficienza la passionalità e la continuità della lotta.

Dopo tale match pertanto l’U.S. Livornese, che s’è così aggiudicato il titolo di campione centro-meridionale, dovrà, in un molto prossimo avvenire, misurarsi e combattere con l’Internazionale di Milano [… per il campionato], ormai alla fine, che ha provocato tante discussioni e tante lamentele.

La F.I.G.C. ha cominciato bene col dividere le semifinaliste, dopo le eliminatorie per ogni regione, in due grandi gruppi, settentrionale e centro-meridionale. Alla loro volta cotesti gruppi erano divisi il primo in tre batterie, il secondo in due.

Quando s’è poi trattato di far giocare tra loro le finaliste, le vincenti cioè di ogni gruppo, il grande ente ha errato nel sistema da seguire.

Stabilito, giustamente, che, mentre le tre vincenti delle batterie settentrionali si disputassero il titolo di campione settentrionale, le vincenti delle due batterie centro-meridionali avessero dovuto combattere per il titolo di campione centro-meridionale, salvo poi a disputare tra loro il titolo assoluto, ha malamente scelto di far svolgere coteste semifinali e la finale col sistema mai abbastanza criticato dell’antisportivo girone semplice.

E’ avvenuto quel che umanamente bisognava prevedere, un vero e proprio capovolgimento imprevisto e, conveniamone, anche ingiusto.

Lottare infatti per un’intera stagione, sostenere [opere?] rilevanti, sfiorare quasi l’ambito successo per poi perdere brutalmente ogni speranza in un sol match è anche e soprattutto antisportivo.

L’antico e giusto sistema del girone doppio permetteva invece ad una squadra battuta in un match – spesso per incompletezza, in cattiva giornata e per… l’arbitro – di ritentare la prova nel retour match e pertanto giuocare intere le proprie chances.

E della cattiva prova dell’innovazione fanno fede i risultati sino ad oggi. Nell’Italia Settentrionale il Genoa, che era uscito vincente nella sua batteria su teams del valore della Pro Vercelli, del Legnano, del Milan, per una giornata sfortunata contro la Juventus ed un match pari con l’Internazionale perdeva il campionato che da tutti era preveduto suo appannaggio. L’Internazionale, invece, piegando a Genova, col favore del pubblico genoano, la torinese Juventus, che a Milano aveva battuto il Genoa, e facendo match nullo col Genoa, si assicurava la vittoria. Ma ove avessimo avuto il sistema del girone doppio avrebbe potuto l’Internazionale raggiungere la vittoria? Non crediamo, che anzi è nota a tutti i competenti l’effettiva inferiorità dei nero-blu milanesi di fronte ai campioni della Superba.

Lo stesso è accaduto nel gruppo centro-meridionale, ove campione assoluto risultava, in un solo match, l’U.S. Livornese, che batteva di misura una Fortitudo incompleta e in cattiva giornata.

E ci pare che basti…

Abbiamo fatto questa chiacchierata è perché il pubblico dei veri sportmen sappia i difetti del girone semplice e perché non è detto che negli anni venturi i nostri undici, quest’anno in cattive acque, non possano trovarsi ad essere tra i probabili campioni centro-meridionali.”

L’Inter fu alquanto fortunata nel corso dell’incontro contro i labronici, disputato il 20 giugno sul campo neutro di Bologna, anche per l’arbitraggio. Innocenti del Livorno si infortunò nei primi minuti, e, anche se tornò brevemente in campo nonostante fosse acciaccato, alla fine dovette abbandonare il campo, lasciando la sua squadra in dieci per la maggior parte dell’incontro; per giunta i labronici fallirono un rigore e non riuscirono a concretizzare alcune palle gol. L’Inter riuscì ad andare in segno per ben tre volte nel primo tempo, anche se, lamentano le cronache livornesi, il terzo gol era viziato da un fuorigioco, e l’arbitro non aveva visto due falli di mano interisti nella propria area (dunque due possibili rigori negati al Livorno). Il primo tempo si chiuse così 3-0 per l’Inter. Nella ripresa il Livorno attaccò, e l’Inter, stordita, calò nettamente il ritmo. Al 38° della ripresa Magnozzi accorciò le distanze e quattro minuti dopo in mischia il Livorno riuscì ad andare ancora a segno. L’Inter, terrorizzata, temette il beffardo pareggio anche se mancavano solo tre minuti dalla fine. E il Livorno in effetti ebbe l’occasione per pareggiare ma non riuscì a concretizzarla. Infine l’arbitro fischiò la fine dell’incontro, e i neroazzurri poterono tirare un sospiro di sollievo.

LA MINACCIA DELLO SCISMA

Nel frattempo, il 4 luglio 1920 si svolse l’assemblea federale a Torino, una delle più turbolente nella storia della Federazione: le grandi squadre chiedevano la riduzione del massimo campionato a 24 squadre, ma erano in minoranza rispetto alle società minori e la loro proposta fu rifiutata, e la FIGC fu spostata da Torino a Milano. Di fronte all’ennesimo allargamento del campionato, che per la sola Italia Settentrionale avrebbe compreso ben 64 squadre, i delegati piemontesi, forti delle maggiori squadre, decisero di abbandonare per protesta l’assemblea e di costituire una federazione indipendente, la LIGC (Lega Italiana Giuoco Calcio), presidente Luigi Bozino (presidente anche della Pro Vercelli), che avrebbe organizzato un campionato regionale; ad essa aderirono anche molte squadre liguri, tra cui le maggiori.

Di fronte a questa grave crisi, il congresso federale tentò di ricomporre lo scisma indicendo un’assemblea straordinaria per il 19 settembre presentandosi inoltre dimissionario al fine di facilitare la riappacificazione. Le trattative con i secessionisti ebbero buon esito e il 25 settembre lo scisma si ricompose.

GIOCO RUDE

Nella stagione 1920-21 presero parte al massimo campionato 64 squadre al Nord e 24 al Centro-Sud per un totale di ben 88 compagini. Alle semifinali dell’Italia Settentrionale avrebbero dovuto partecipare 12 squadre, successivamente ampliate a 16. Le eliminatorie regionali occuparono la maggior parte del campionato e terminarono soltanto ad aprile, riservando alcune sorprese come le eliminazioni della Juventus e del Casale, e la qualificazione della rivelazione del torneo, l’U.S. Torinese. Le semifinali si protrassero fino ai primi di luglio spossando le squadre partecipanti. Addirittura Torino e Legnano, dopo un pareggio ad oltranza nello spareggio per stabilire la prima classificata nel girone di semifinale, si ritirarono dal torneo perché spossate dall’interminabile campionato.

Le finali del torneo settentrionale videro la vittoria della Pro Vercelli, che sconfisse per 4-0 l’Alessandria e ottenne una risicata vittoria per 2-1 (ai tempi supplementari ad oltranza) contro il Bologna. La Pro Vercelli finì inoltre nel mirino per il suo gioco rude che provocava sovente infortuni ai giocatori avversari: ne fecero le spese l’Inter (che poi decise in segno di protesta di ritirarsi dal torneo) nelle semifinali e l’Alessandria nelle finali. Anche il Pisa (campione centro-meridionale) ne avrebbe fatto le spese nella finalissima del 24 luglio 1921. All’indomani della partita sospesa tra Pro Vercelli e Internazionale del 10 aprile 1921 “La Gazzetta dello Sport” commentò:

Invece il pubblico si è allontanato dal campo disgustato. Perché? Per la rudezza del giuoco vercellese? Per le due vittime della violenza colla quale l’incontro si è disputato o perché invece un complesso di circostanze dolorose hanno interrotto la bellezza dell’incontro? […] Fossati al 35′ del primo tempo, in una carica violenta con Corna, si ebbe un calcio che gli procurò la frattura di una gamba. Fossati fu portato fuori dal campo ed il match poté continuare con l’Internazionale ridotto in dieci uomini. […] Nella ripresa al 10′ minuto avviene poi un battibecco tra Ara e Scheidler, ed Ara, che aveva ricevuto qualche insulto dal pubblico, assesta un calcio al neroazzurro. […] Il guardalinee intanto avvisa l’arbitro Crivelli dell’incidente Ara-Scheidler; ed il primo è espulso dal campo. Al 15′ minuto Da Sacco intercetta il ball a Corna. Il vercellese gli è addosso, e il neroazzurro riceve un calcio in uno stinco che gli produce la frattura di una gamba. […]

La partita fu sospesa dall’arbitro per le intemperanze del pubblico e i due giocatori infortunati furono portati in ospedale. Qualche settimana dopo l’Internazionale, dopo aver strappato un pari alla sorpresa U.S. Torinese (uno spettacolare 4-4 con la Torinese beffata allo scadere dalla rete del pareggio neroazzurro), si ritirò dando forfait nelle rimanenti quattro partite da recuperare. In questo modo l’Inter favorì la qualificazione della Pro Vercelli alle finali a svantaggio dell’U.S. Torinese, che, dopo aver perso 2-0 a Vercelli, al ritorno a Torino si impose sui favoriti leoni bianchi per 3-0. Con gli scontri diretti in parità, a fare la differenza furono i due forfait dell’Internazionale contro la Pro Vercelli e il beffardo 4-4 tra Internazionale e Torinese, con i piemontesi che si erano fatti raggiungere proprio allo scadere. La Pro Vercelli conquistò le finali con 10 punti in classifica, la Torinese si dovette accontentare del secondo posto a quota 9. Anche nella prima partita delle finali contro l’Alessandria, sul risultato di 4-0 in favore della Pro, il giocatore alessandrino Moretti si infortunò in un violento contrasto con Rampini, nel tentativo disperato di impedirgli di andare ancora a segno, e l’Alessandria si ritirò dal campo. Il risultato di 4-0 fu confermato dalla Federazione. Invece la decisiva finale contro il Bologna non ebbe incidenti di questo tipo. Il Bologna passò in vantaggio nel primo tempo, fu ripreso nella ripresa e subì il “golden goal” (anche se ante litteram) della disfatta soltanto al 128′, nel corso dei tempi supplementari ad oltranza. Al termine della partita, tuttavia, vi fu un grave incidente: mentre un tram trasportava il pubblico verso la stazione, vennero sparati contro la vettura dei colpi di rivoltella, che ferirono alcune persone; «Fascisti!», fu urlato alla vettura; «No, Footballers!», fu risposto, e gli sparatori si ecclissarono. Il Bologna presentò reclamo chiedendo l’annullamento e la ripetizione della finale per presunto errore tecnico dell’arbitro, in quanto, a dire dei felsinei, il “golden goal” vercellese avrebbe dovuto essere annullato per fuorigioco. Tuttavia la Federazione respinse il reclamo omologando il risultato della partita e confermando che sarebbe stata la Pro Vercelli ad affrontare nella finalissima il Pisa.

La finale fu disputata contro il dinamico Pisa di mister Ging, campione dell’Italia centro-meridionale. Vinto il campionato toscano spuntandola sul Livorno (campione centro-meridionale in carica), il Pisa nel girone di semifinale ebbe la meglio sui romani della Fortitudo grazie a una vittoria per 2-1 in trasferta nello scontro diretto (è da rimarcare che i romani erano riusciti a strappare un pari a Pisa all’andata) e infine in finale sconfisse il Livorno per 1-0.

La finalissima tra Pro Vercelli e Pisa ebbe luogo a Torino il 24 luglio 1921, arbitrata dal signor Olivari. Il Pisa aveva protestato per la scelta di Torino (molto più vicina a Vercelli che non a Pisa) come campo neutro, ma invano. Al 12° Gnerucci del Pisa subì un bruttissimo fallo dal vercellese Rampini fratturandosi la tibia e venendo costretto a uscire lasciando la squadra in dieci. L’arbitro Olivari non fischiò nemmeno fallo, figurarsi espellere Rampini. Approfittando della superiorità numerica, la Pro Vercelli creò numerose palle gol, ma il portiere pisano Gianni fece grandi interventi salvando più volte il risultato, anche se non poté fare nulla sul tiro di Ceria che sbloccò il risultato al 39°. Il primo tempo si concluse così 1-0 per la Pro Vercelli. Al 47° il Pisa pareggiò con Sbrana che trasformò un rigore, ma la Pro Vercelli, sfruttando la superiorità numerica, continuò ad attaccare trovando sempre però un grande Gianni a opporsi ai loro tiri. Alla fine, al 63°, Rampini riuscì a riportare in vantaggio la Pro, con un gol però, lamentano i pisani, viziato da un fuorigioco. Viale del Pisa andò su tutte le furie, protestando con l’arbitro per il mancato annullamento del gol e venendo espulso. Con il Pisa ridotto in nove da Rampini e dall’arbitro, la Pro Vercelli ebbe gioco facile a mantenere il risultato di 2-1 a proprio favore e a vincere il suo sesto titolo nazionale. Il Pisa presentò reclamo contestando l’arbitraggio di Olivari e chiedendo la ripetizione della partita con altro arbitro e in un campo più neutro di Torino, ma esso venne respinto e così la Pro Vercelli fu proclamata Campione d’Italia 1920-21.

I trionfi di Casale e Genoa e la sospensione bellica del campionato

LA RIVALSA DEL CASALE

Nel campionato 1913-14, allargato da 18 a 29 squadre per la sola Italia Settentrionale, ebbe fine il dominio della Pro Vercelli, vincitrice di cinque degli ultimi sei campionati, ma soprattutto si ebbe la rivalsa del Casale, che riuscì a realizzare lo scopo per cui esso era stato fondato. In seguito al secondo titolo nazionale vinto dai Bianchi Leoni, nel 1909, essendo le città di Casale e Vercelli  divise da ataviche rivalità di origine medievale, i casalesi non potevano tollerare di vedere questa continua serie di successi vercellesi, ragion per cui, al termine di un’infuocata assemblea all’istituto tecnico di Casale Monferrato, il professor Raffaele Jaffe decise di fondare una squadra con l’esplicito intento di fermare i Leoni; la scelta del colore delle maglie fu ovvia: in contrapposizione alle Bianche Casacche della Pro, il neonato Casale sarebbe sceso in campo vestito completamente di nero. Dopo un quinquennio il Casale riuscì finalmente a interrompere l’egemonia della Pro. Sul filo di lana, per un solo punto, Genoa e Casale riuscirono a eliminare la Pro Vercelli nel girone eliminatorio. Il ruolino di marcia delle tre compagini fu impressionante e forse tutte e tre avrebbero meritato di qualificarsi alla fase finale: purtroppo il regolamento prevedeva che una delle tre avrebbe dovuto per forza essere eliminata, e fu la Pro a farne le spese.

Per quanto riguarda gli altri gironi eliminatori, si segnala il ritorno della Juventus, che, dopo il ripescaggio, si era rinforzata, e il risultato fu che i bianconeri riuscirono insieme all’Internazionale a qualificarsi alle finali, eliminando il Milan, che nelle stagioni precedenti era stato l’avversario più ostico per la Pro Vercelli. Nel girone veneto-emiliano si qualificarono ancora una volta senza problemi Vicenza e Hellas. Il girone finale dell’Italia Settentrionale vide il dominio del Casale che vinse sette partite consecutive (tra cui i due scontri diretti contro il Genoa, alla fine seconda classificata) accumulando un ampio margine sulle inseguitrici. La sconfitta contro la Juventus del 7 giugno 1914 riavvicinò i grifoni, ma già la settimana successiva i nerostellati, espugnando il campo dell’Internazionale, vinsero il campionato con due punti di vantaggio sul Genoa. La partita da recuperare contro il Vicenza, ritenuta irrilevante, fu disertata dai nerostellati che persero la partita per forfait e ricevettero pure una pesante multa dalla Federazione. Ora non rimaneva che disputare la finalissima contro la Lazio, che aveva dominato il campionato centromeridionale, vincendo tutte le quattordici partite disputate, segnando 65 reti e subendone solo 5.

Il confronto tra nerostellati e biancocelesti non ebbe storia: il 5 luglio, in casa propria, il Casale si impose per 7-1 (rete della bandiera siglata da Zucchi II), e e fu vittorioso anche nella partita di ritorno disputata a Roma la settimana dopo, seppur accontentandosi di un modesto 2-0. Casale Monferrato divenne così, a esclusione delle intricate vicende del 1922, la più piccola città del Bel Paese a vincere un regolare campionato di calcio.

UNA NUOVA RIFORMA DEI CAMPIONATI

Nel frattempo, all’assemblea federale del 2 agosto 1914, fu approvata una nuova riforma dei campionati, che prevedeva, a partire dalla stagione 1915-16, la scissione della Prima Categoria in una Categoria A e in una Categoria B, entrambe a 18 squadre. Fu previsto che per l’Italia Settentrionale avrebbero partecipato al campionato 1914-15 ben 36 compagini, suddivise in 6 gironi da sei, mentre 16 di esse avrebbero preso parte alle semifinali (4 gironi da 4). Le prime tre classificate di ognuno dei gironi eliminatori sarebbero state ammesse al nuovo campionato di massima serie, la Categoria A. Le squadre escluse dalla Categoria A, tolte tre delle sei ultime che avrebbero dovuto retrocedere in Promozione per fare posto ai tre campioni regionali di Promozione, sarebbero state declassate nella Categoria B. Le 18 squadre partecipanti alla Categoria A sarebbero state suddivise in tre gironi. Le vincenti di ciascuno dei gironi si sarebbero contese nel girone finale il titolo di Campione d’Italia, mentre l’ultima di ogni girone sarebbe retrocessa in Categoria B, sostituita dalle vincenti dei tre gironi della cadetteria. L’ultima classificata di ciascuno dei gironi di Categoria B sarebbe retrocessa in Promozione, sostituita dalle vincenti dei tre campionati regionali di Promozione.

Fu prevista anche l’istituzione di una coppa nazionale, la Coppa del Re, ma, anche a causa della sospensione bellica a fine stagione, questa idea fu accantonata e mai più ripresa, se non, ampiamente modificata, nel 1922, con la creazione della Coppa Italia.

IL CAMPIONATO INTERROTTO

Nel frattempo lo scoppio della prima guerra mondiale condizionò lo svolgimento del campionato. La mobilitazione preventiva dell’esercito, decisa da Vittorio Emanuele III, mise in seria difficoltà i numerosi club già in difficoltà per la partenza della classe 1894 per la leva obbligatoria fra settembre ed ottobre 1914. Il Savoia di Milano rinunciò già dalla prima gara, e l’Itala di Firenze addirittura prima della redazione dei calendari, mentre un mese di gioco bastò per stroncare l’esistenza del Piemonte, costretto a sciogliersi il 29 novembre 1914.

Le eliminatorie regionali ebbero termine a dicembre e tutte le grandi squadre non ebbero problemi a superarle o quantomeno a evitare il declassamento nella Categoria B. Risaltarono comunque le qualificazioni di Juventus Italia di Milano e della torinese Vigor, e l’eliminazione dell’US Milanese per mano del Como. In realtà l’US Milanese avrebbe dovuto addirittura retrocedere in quanto aveva perso lo spareggio contro il Brescia, con cui era appaiato al terzo posto. Sennonché la Federazione punì le rondinelle per il tesseramento irregolare di un giocatore (Alessandro Bollani), assegnando la sconfitta a tavolino nella partita in cui era sceso in campo, un 2-2 contro la Milanese. Il Brescia scivolò dunque al quarto posto, retrocedendo al posto dei meneghini.

Qualche sorpresa ci fu soprattutto al Centro-Sud, dove finì il dominio regionale della Lazio, sopravanzata dal Roman; e anche in Toscana le due livornesi SPES e Virtus Juventusque andarono incontro a una stagione deludente, mentre il campionato fu appannaggio del Pisa; per rinforzarsi, SPES e Virtus decisero dunque di fondersi, costituendo nel febbraio 1915 l’Unione Sportiva Livorno. Nel frattempo i bianco-celesti, secondi classificati, da regolamento avrebbero dovuto essere eliminati, ma nel frattempo fu sporto reclamo per la posizione irregolare del giocatore Lissone del Roman, con la richiesta della sconfitta a tavolino del Roman in tutte le partite in cui era stato schierato irregolarmente (il che avrebbe fatto balzare la Lazio al primo posto). Il presidente del Comitato Regionale Laziale era però anche presidente del Roman, e così fu raggiunto il compromesso di non punire il Roman ma di accontentare anche i biancocelesti allargando il girone finale dell’Italia Centrale anche alle seconde classificate di Lazio e di Toscana. Lazio e Lucca furono dunque ammesse a tavolino al girone finale dell’Italia Centrale. Tale decisione fu la fortuna dei biancocelesti, che il 16 maggio 1915 vinsero il girone finale dell’Italia Centrale, qualificandosi alla finale centro-meridionale contro la vincente di Internazionale-Naples. In Campania, infine, il campionato cominciò solo ad aprile, con l’iniziale vittoria dell’U.S. Internazionale. Tuttavia, la vittoria dell’Internazionale fu annullata per il tesseramento irregolare dei giocatori Pellizzoni e Steiger e le due partite mandate a ripetere. L’Internazionale vinse la prima ripetizione per 3-0, ma il Naples si impose nel retour match per 4-1. Lo spareggio per stabilire la qualificata alla finale centro-meridionale contro il campione dell’Italia Centrale non ebbe mai luogo per la sospensione bellica del campionato.

Nel frattempo nell’Italia Settentrionale i gironi di semifinale, cominciati a gennaio e terminati solo dopo Pasqua a causa del rinvio di intere giornate a causa delle nevicate, videro la vittoria di Genoa, Torino, Internazionale e Milan. Il girone finale fu molto equilibrato: il Genoa sembrò la squadra più continua, ma incappò in una grave debacle alla terza giornata, allorquando subì un umiliante 6-1 in trasferta per mano del Torino. Ciononostante, alla vigilia dell’ultima giornata, era in vetta con due punti di vantaggio su Torino e Inter: un pareggio in casa con il Torino, e il titolo di Campione sarebbe stato suo. Tuttavia, la partita contro il Torino del 23 maggio 1915 non si disputò mai.

Infatti, eventi politici di ben più alta levatura investirono la settimana precedente la gara. Il Parlamento italiano aveva votato giovedì 20 i pieni poteri al governo, affinché l’Italia potesse entrare nella Prima guerra mondiale. Sabato 22 venne dichiarata la mobilitazione generale, e domenica 23 la FIGC decise “l’immediata sospensione del campionato”. Nella stessa domenica l’Italia dichiarò guerra all’Impero austro-ungarico.

Il campionato fu dunque sospeso quando mancava una giornata dal termine nel girone finale dell’Italia Settentrionale, quando mancavano da disputare le seguenti partite: Genoa-Torino e Milan-Internazionale. Il Genoa era in vantaggio di due punti su Torino e Inter, quindi l’esito era ancora incerto: se Torino e Inter avessero vinto contemporaneamente all’ultima giornata, avrebbero raggiunto il Genoa in vetta, rendendo necessario addirittura un triangolare di spareggi. Nel caso di sola vittoria del Torino, invece, si sarebbe dovuto disputare uno spareggio tra genoani e torinisti. Il Genoa aveva a disposizione due risultati su tre per vincere il girone, ma il Torino aveva scoperto i punti deboli della linea difensiva genoana e per tale motivo nella gara di andata aveva vinto addirittura 6-1. Proprio in virtù di questo risultato, alla vigilia della partita decisiva, i granata erano sicuri delle proprie forze ed erano ben determinati a vincere anche il ritorno riaprendo il campionato. Tuttavia Genoa-Torino del 23 maggio 1915 non si disputò mai. All’entrata delle due squadre in campo fu letto loro il comunicato della Federazione con cui veniva ordinata la sospensione del campionato resasi necessaria dall’entrata in guerra dell’Italia. Per lo stesso motivo, ovviamente, non si disputò nemmeno Milan-Inter. La decisione scontentò sia rossoblu che granata, che avrebbero preferito giocare. Si tenga presente che non tutte le partite di campionato, soprattutto nelle serie minori, furono sospese in quel giorno: alcune di esse, soprattutto quelle tra squadre geograficamente vicine, furono fatte disputare, come la partita di ritorno del Campionato meridionale di Prima Categoria tra Internazionale e Naples (terminata 4-1 per il Naples) o le partite dei campionati lombardi di Promozione e di Terza Categoria. Anche la partita Milan-Inter avrebbe potuto disputarsi, in quanto tra squadre della stessa città, se fosse stato possibile disputare anche Genoa-Torino. L’impossibilità di disputare quest’ultimo incontro, a causa dei problemi di trasporto del Torino per recarsi a Genova e per il sopraggiungere di un temporale, nonché per la mobilitazione generale, portò a sospendere la disputa anche della stracittadina di Milano, in modo da mantenere una classifica con tutte le squadre a parità di partite disputate. Dopo il 23 maggio, il campionato fu definitivamente sospeso. Tutti gli incontri in programma per il 30 maggio, come l’ultima giornata del girone finale lombardo di Promozione e la partita di spareggio tra Naples e Internazionale, non si disputarono a causa della definitiva sospensione di tutti i campionati.

Alla fine della guerra, nel 1919 la FIGC sembrò essere orientata ad assegnare il campionato 1914-15 al Genoa, in quanto era in testa al girone finale dell’Italia settentrionale a una giornata dal termine. Internazionale e Torino, tuttavia, sporsero reclamo contro l’assegnazione, a causa dell’esito ancora incerto del torneo. La situazione si risolse a favore del Genoa solo negli ultimi mesi del 1921, quando la FIGC, esaminati e respinti i reclami di granata e nerazzurri, decise di assegnare il titolo ai rossoblu. Il giorno 11 dicembre 1921 al Restaurant Francia avvenne la premiazione e la consegna delle medaglie d’oro dei calciatori genoani.

Il campionato centro-meridionale non fu tenuto in considerazione a causa del divario esistente tra i sodalizi del Nord e quelli del Sud. Nello stesso regolamento ufficiale 1914-15, gli articoli che trattano dei campionati di Prima Categoria, Promozione, Terza Categoria si riferiscono soltanto ai gironi settentrionali senza però specificarlo. Il campionato dell’Italia Centrale, Meridionale e Insulare nelle sue tre categorie veniva trattato a parte negli articoli immediatamente successivi, come se fosse di importanza minore rispetto ai campionati settentrionali. Di conseguenza, si può concludere che la FIGC considerasse il campionato settentrionale come quello principale, mentre quello del centro-sud era considerato come una sorta di appendice volta a dare una patente di nazionalità al torneo, una concessione fatta alle squadre del centro-sud per dare loro la possibilità teorica di giocarsi il titolo nazionale nella sfida conclusiva contro i vincitori del torneo principale. Nei numeri di aprile 1915 de “Il calcio – Bollettino ufficiale della FIGC”, c’è un articolo in cui vengono avanzati dei pronostici su quale squadra avrebbe vinto il “Campionato Italiano” tra Genoa, Torino, Inter e Milan. Queste quattro squadre vengono definite come le partecipanti alle “Finali del Campionato Italiano”, senza tenere in considerazione il torneo in corso al centro-sud. E’ a causa di questa consuetudine, accettata dalla stessa federazione, di considerare il campionato settentrionale come il campionato italiano tout court, snobbando quello centro-meridionale, che la FIGC, non essendosi potuta disputare la finale Nord-Sud dagli esiti considerati scontati, assegnò il titolo al Genoa.

Recentemente nel 2015 alcuni sostenitori della Lazio hanno sporto reclamo, richiedendo l’assegnazione del titolo 1914-15 a pari merito con il Genoa. Il dossier della Lazio mescola verità e falsità nel tentativo di ottenere dalla federazione l’assegnazione di quel campionato (che al 99% non avrebbe vinto se fosse stato ultimato). Se è vero infatti che il torneo dell’Italia Centrale non era stato affatto sospeso a una giornata dal termine e che la Lazio lo aveva vinto, è assolutamente falsa la tesi laziale che la Lazio sarebbe stata proclamata campione centro-meridionale a causa della presunta e inventata squalifica di Naples e Internazionale. Infatti le partite iniziali tra Naples e Internazionale furono semplicemente annullate e fatte ripetere, ma le due compagini partenopee non erano stato affatto squalificate e quindi erano ancora in lizza, al pari dei biancocelesti, per il titolo centro-meridionale. Nel giugno 2017 la Fondazione Genoa ha inviato alla FIGC un contro-dossier, con il quale ha smontato la parziale ricostruzione filolaziale, dimostrando che Naples e Internazionale fossero ancora in corsa al momento della sospensione del torneo. La FIGC si è presa del tempo prima di prendere una decisione definitiva, a questo punto se dovesse decidere per l’assegnazione alla Lazio, spero che per par condicio lo assegni anche a Naples e Internazionale di Napoli, in quanto la loro presunta squalifica è un’invenzione laziale non supportata da alcuna fonte dell’epoca.

L’allargamento del campionato e i successi della Pro Vercelli

L’AMMISSIONE DELLE SQUADRE NORD-ORIENTALI

Nella stagione 1910-11 la FIGC decise di allargare il campionato istituendo un campionato di Prima Categoria anche per la seconda sezione (Italia Nord-Orientale), la cui vincente avrebbe avuto la possibilità teorica di vincere il titolo nazionale disputando una finalissima contro il campione nord-occidentale. Di fatto il campionato nord-orientale di Prima Categoria, un gironcino di quattro squadre comprendenti tre venete e un’emiliana, fu snobbato dalla stampa dell’epoca. “La Stampa” e “La Stampa Sportiva” lo fecero passare addirittura per un campionato di Seconda Categoria, trattando il campionato nord-occidentale come se fosse il girone unico del Campionato di Prima Categoria. In effetti, nelle due annate 1910-11 e 1911-12 in cui il campionato si svolse con questa formula, la Pro Vercelli fu proclamata dalla stampa Campione d’Italia subito dopo la vittoria del girone nord-occidentale, senza nemmeno attendere l’esito scontato della finalissima contro il campione nord-orientale.

LA LOTTA TRA PRO VERCELLI E MILAN

La stagione 1910-11 cominciò con l’ammissione in Prima Categoria del Piemonte F.B.C. di Torino, ammesso in luogo della rinunciataria Ausonia di Milano. Anche il Casale inviò domanda di iscrizione ma la Federazione la respinse, non ritenendo ancora i nerostellati idonei alla massima categoria. Invece la Libertas di Milano, campione d’Italia di Seconda Categoria 1909-10, ritirò la sua domanda di iscrizione.  In questa stagione la Pro Vercelli si dovette guardare dal Milan, mentre i campioni in carica dell’Internazionale uscirono presto dalla lotta per il titolo. I rossoneri passarono addirittura momentaneamente in vetta, ma un calo nel girone di ritorno, con alcuni clamorosi passi falsi (Milan-Andrea Doria 0-1, Milan-US Milanese 0-2, Torino-Milan 5-1), permise ai bianchi leoni di sorpassarli e a prendere il largo: la Pro Vercelli vinse il girone con cinque punti di vantaggio sul Milan secondo. La finalissima con il Vicenza, campione nord-orientale, fu una formalità: la Pro fu vittoriosa per 3-0 a Vercelli e per 2-1 a Vicenza, confermando così il titolo nazionale.

Si segnala che la Juventus chiuse il campionato 1910-11 all’ultimo posto. Per sua fortuna, come ammise il settimanale “La Stampa Sportiva” di Torino, le retrocessioni non erano state ancora introdotte: “è ancora una semplice proposta l’esclusione dell’ultima classificata dai successivi campionati di Prima Categoria, che allora i guai sarebbero risultati maggiori”. Il campionato andò per le lunghe e si concluse solo a maggio a causa del rinvio di intere giornate a causa delle incessanti nevicate che interessarono il Triangolo Industriale. Il settimanale “La Stampa Sportiva” si lamentò della formula del campionato nord-occidentale (girone unico a nove squadre) perché allungava troppo il campionato, levando spazio alle coppe e alle competizioni alternative al campionato che un tempo si disputavano; inoltre, le partite delle squadre ormai tagliate dalla corsa al titolo, non interessavano nessuno, complice anche la mancata introduzione delle retrocessioni. Questo è quanto scrive “La Stampa Sportiva”:

Una prima considerazione di carattere generale: il sistema con cui si disputa il campionato italiano mena le cose troppo per le lunghe; il girone all’italiana del campionato assorbe tutta la stagione, impegnando quasi tutte le domeniche quasi tutte le squadre da novembre a giugno. Ora, a parte che le numerose manifestazioni degli sports estivi tolgono al football, dall’aprile in poi, qualunque interesse, questo viene assolutamente a mancare quando, a metà della lunga trafila dei matches e retour-matches, le squadre assumono una quasi netta posizione di classifica e solo continuano a giostrare per l’onore della firma. Allora succede… quello che succede verso la fine d’ogni campionato: che i giuocatori giuocano senza convinzione, che il pubblico diserta i campi, che i clubs non fanno più un soldo d’incasso e piangono miseria, che la F.I.G.C. paga le spese… dell’illogicità del suo regolamento.

Il settimanale “La Stampa Sportiva” avanzò due proposte: o tornare alle eliminatorie regionali (che farebbe finire il campionato in soli tre mesi in luogo dei sette in cui si è protratto il campionato 1910-11) o stabilire che, al termine del girone di andata, solo le prime cinque classificate avrebbero disputato quello di ritorno, eliminando tutte le altre. La formula fu tuttavia mantenuta anche nella stagione successiva, con l’ammissione del Casale, che portò a 10 le partecipanti al girone unico del campionato nord-occidentale.

Nella stagione 1911-12 la Pro Vercelli si dovette guardare dall’agguerrito Milan, avendo infine la meglio per un solo punto. Milan e Pro pareggiarono entrambi gli scontri diretti, ma i bianchi leoni riuscirono a prevalere sui rossoneri a causa del punto perso dal Milan alla prima giornata (inopinato pareggio casalingo contro il Piemonte fanalino di coda). La Pro Vercelli, proclamata Campione d’Italia dalla stampa già all’indomani della vittoria del girone unico nord-occidentale, non ebbe problemi a ratificare il titolo contro il derelitto Venezia (campione nord-orientale), battendo i lagunari per 6-0 e per 7-0.

IL PROGETTO VALVASSORI-FAROPPA

Il 31 agosto 1912 fu approvato il progetto Valvassori-Faroppa, piano di riforma dei campionati che stabiliva l’ammissione al massimo campionato anche delle squadre centro-meridionali, e inoltre abolì il girone unico nord-occidentale, tornando di fatto alle eliminatorie regionali. Al nord furono stabiliti tre gironi eliminatori (piemontese, ligure-lombardo e veneto-emiliano) di sei squadre ciascuno, le cui prime due classificate si sarebbero qualificate al girone finale per l’assegnazione del titolo di Campione dell’Italia Settentrionale, mentre l’ultima sarebbe retrocessa nel campionato regionale di Promozione. Invece al Centro-Sud furono disputati tre gironi regionali (Toscana, Lazio e Campania): i campioni regionali del Lazio e della Toscana si sarebbero scontrate per stabilire il Campione dell’Italia Centrale; la vincente della finale tra il campione dell’Italia centrale e il campione dell’Italia Meridionale e Insulare (ovvero il campione campano) avrebbe avuto accesso alla finalissima per il titolo nazionale contro il campione dell’Italia Settentrionale. Al campionato settentrionale furono ammesse 18 squadre, al campionato centro-meridionale 12, per un totale complessivo di 30 squadre.

UN NUOVO TRIONFO PER LA PRO

Il campionato 1912-13 cominciò ad novembre con le eliminatorie regionali che si protrassero fino a fine febbraio. Nel girone piemontese trionfò prevedibilmente la Pro Vercelli, mentre il secondo posto fu conteso da Casale, Torino e Piemonte. Furono i nerostellati a spuntarla, ottenendo una storica prima qualificazione alla fase finale. Nel girone ligure-lombardo furono invece Milan e Genoa a qualificarsi al girone finale, eliminando l’Internazionale. Infine, nel quasi irrilevante girone veneto-emiliano furono Vicenza e Verona a qualificarsi. Fanalini di coda dei tre gironi eliminatori furono Juventus, Racing Libertas di Milano e Modena; tutte e tre avrebbero dovuto retrocedere nel campionato di Promozione, ma le pressioni esercitate dai dirigenti bianconeri fecero sì che tutte le retrocessioni fossero annullate.

Il girone finale dell’Italia Settentrionale cominciò a marzo e finì a maggio con la vittoria netta della Pro Vercelli che staccò la seconda classificata di almeno cinque punti. In realtà la classifica finale non è certa, a causa dell’incertezza sul risultato di Genoa-Hellas. La partita Genoa-Hellas alla prima giornata fu rinviata a fine girone per il reclamo presentato dall’Internazionale contro l’ammissione del Genoa alle finali: l’Inter chiedeva l’ammissione alle finali al posto del Grifone, accusato quest’ultimo dai neroazzurri di aver schierato un giocatore irregolarmente tesserato. Il ricorso fu respinto e la partita recuperata il 25 maggio: il Genoa ottenne una facile vittoria sull’Hellas per 5-0, ma alcune fonti sostengono che l’Hellas ottenne la vittoria a tavolino per 1-0, probabilmente a causa della posizione irregolare di un giocatore del Genoa.  Se si prende per falsa la notizia della vittoria a tavolino dell’Hellas, secondo si classificò il Genoa, terzo il Milan e quarto il Casale. Se effettivamente è vera la notizia del ribaltamento a tavolino, la classifica finale vedrebbe al secondo posto il Milan e al terzo a pari merito Genoa e Casale. Il campionato dell’Italia Centrale, Meridionale ed Insulare fu vinto dalla Lazio, che si impose senza problemi nel campionato regionale, spadroneggiò contro la Virtus Juventusque di Livorno (campione toscano) ed ebbe infine la meglio in finale sul Naples a causa di un gol allo scadere che le permise di imporsi di misura in casa dei partenopei all’andata (al ritorno a Roma finì 1-1).

La finalissima tra Pro Vercelli e Lazio si disputò il 1 giugno 1913 sul campo neutro di Genova. La Lazio, che pure non aveva sfigurato in una recente amichevole disputata a Milano contro l’Internazionale, non fu mai in gara. Già all’8° minuto Berardo portò in vantaggio i vercellesi che raddoppiarono poi con Rampini al 38°. Nella ripresa, in svantaggio per 2-0, la Lazio si presentò con un altro piglio, portando “frequentemente la minaccia al portiere vercellese”, ma crollò nel finale, subendo altri quattro gol negli undici minuti finali: segnarono in successione Milano I al 79°, Corna all’82° e all’84° e infine allo scadere Berardo. La Pro Vercelli vinse così con un umiliante 6-0, anche se a dodici minuti dalla fine il risultato era ancora sul 2-0, dimostrando il netto divario allora esistente tra Nord e Sud.

Nel frattempo, come già detto, la Juventus era risultata retrocessa, insieme a Racing Libertas di Milano e al Modena. I dirigenti bianconeri (in particolar modo il signor Malvano) tentarono di mantenere la categoria mediante contatti altolocati con i vertici della Federazione, premendo affinché fosse allargato il campionato. Alla fine tali maneggi ebbero efficacia: in assemblea fu approvato il progetto Baraldi-Baruffini, che allargò i gironi regionali da 6 a 10 squadre per regione, e annullò tutte le retrocessioni, spostando inoltre la Juventus nel girone lombardo perché per lei non c’era spazio nel girone piemontese. I bianconeri si salvarono così dalla retrocessione.

Non passi lo straniero: lo sdoppiamento del campionato, i primi successi della Pro Vercelli e il controverso primo titolo dell’Inter

LO SDOPPIAMENTO DEL CAMPIONATO: FEDERALE E ITALIANO

All’epoca le squadre più forti e competitive avevano in rosa soprattutto giocatori stranieri residenti in Italia, soprattutto inglesi e svizzeri, riducendo di molto le possibilità ai giocatori italiani di giocare e dire la loro. Ciò generò i malumori di una fazione nazionalista, che chiese di escludere i giocatori stranieri dai campionati italiani in modo da permettere ai giocatori italiani di crescere ed emergere. All’assemblea federale del 1907, la FIF scelse di adottare un compromesso, stabilendo lo sdoppiamento del campionato in un campionato federale, al quale potevano prendere parte anche gli stranieri purché con residenza fissa in Italia, e in un campionato italiano, al quale erano ammessi solo giocatori italiani. Al vincitore del campionato federale sarebbe spettata la Coppa Spensley, a quello del campionato italiano la Coppa Romolo Buni. Questa fu la deliberazione dell’assemblea:

L’Assemblea delibera che il Regolamento organico sia modificato in modo da comprendere due gare di campionato: la prima chiamata Campionato Federale, libera a tutti i soci appartenenti alle società iscritte alla Federazione, anche se stranieri…, e la seconda chiamata Campionato italiano e riservata ai soli giuocatori italiani o nazionalizzati… Alla prima sarà assegnata la Coppa Spensley… Alla seconda sarà invece assegnata la Coppa Buni…

Il quotidiano “La Stampa” di Torino il 2 dicembre 1907 così riassunse la decisione della Federazione:

“Gli amanti di questo sport ricordano come sempre maggiore divenisse il numero degli stranieri partecipanti […impedendo] a società giovani di affermarsi a giocatori italiani o a cimentarsi in esse gare… Occorreva dunque escludere il campione straniero dalle Gare di campionato nazionale… Si decise quindi: 1° di far giuocare i campionati italiani soltanto a giuocatori italiani. 2° di indire, oltre a quel campionato, una gara di campionato federale, aperta a qualunque giocatore socio delle Società federate. Ambedue queste gare saranno suddivise in I, II e III Categoria. Concludendo, la gara preesistente fu lasciata tale e quale, cioè libera a tutti, ma le fu mutato il nome in Gara federale, mentre si istituì con il nome di Campionato italiano una gara importantissima, aperta ai soli italiani, e che avrà come premio la stupenda Coppa… Romolo Buni.”

IL BOICOTTAGGIO

Alle società “spurie internazionali” (cioè che facevano largo uso di giocatori stranieri), come Genoa, Milan e Torino, questo compromesso non andò bene, e, insieme a Libertas e Naples, abbandonarono per protesta l’assemblea. Vedevano nel cambiamento di denominazione del torneo misto da italiano a federale una diminutio capitis, e temevano che sarebbe stato solo il primo passo verso l’esclusione definitiva degli stranieri da qualunque campionato. In tutta risposta, la Federazione emanò allora il seguente ordine del giorno:

I delegati presenti, addolorati per il ritiro dei delegati delle società Club Torino, Milan Club, Libertas, Genoa Club, Naples FBC, affermano solennemente il concetto che nel proporre un campionato italiano riservato ai soli giuocatori italiani… hanno inteso dare maggior incremento al giuoco, diffondendolo ovunque in Italia, senza per questo pregiudicare i diritti delle società composte da giuocatori stranieri, alle quali hanno riservato la maggior gara di campionato federale.

Genoa e Torino non tornarono però sui propri passi e boicottarono sia campionato federale che italiano. Il Milan, invece, si iscrisse inizialmente al Campionato Federale in quanto voleva aggiudicarsi definitivamente la Coppa Spensley, ma si ritirò dal torneo il 1 gennaio 1908, a pochi giorni dal suo inizio, «in segno di protesta contro l’illegale ed arbitrario procedere della Federazione»; secondo “La Stampa”, infatti, «il Milan Club aveva inviato la propria iscrizione al Campionato Federale, subordinandola ai diritti acquisiti con vincere per due anni consecutivamente la Coppa Spensley, con il titolo di Coppa del Campionato Italiano. La Federazione non poteva aderire al desiderio del Milan Club, sconfessando le deliberazioni di una vasta maggioranza, che volle per l’avvenire destinata al Campionato Federale tale Coppa, mutando così titolo e significato alla medesima; e in questo senso il Comitato direttivo della FIF rispose al Milan Club, aggiungendo che in caso di nuova vittoria si sarebbe cercato di salvaguardare i diritti preesistenti». In una lettera scritta dal segretario del Genoa Goetzloff a “La Stampa Sportiva” nel 1908 venne affermato che la Federazione aveva reso la Challenge Spensley un trofeo permanente per rendere il campionato italiano più attraente; questo implica che il Milan, se anche l’avesse vinta per la terza volta, non se la sarebbe aggiudicata definitivamente. Il Milan dunque si ritirò dal campionato federale, e non prese parte nemmeno al campionato italiano.

IL CAMPIONATO FEDERALE 1908

Il risultato del boicottaggio fu che il campionato federale si risolse in una sfida a due tra Juventus e Andrea Doria, terminata solo dopo cinque mesi a favore dei bianconeri, a causa della disorganizzazione del torneo. Nella prima sfida, disputatasi a Genova il 19 gennaio 1908 la Juventus sembrò aver ipotecato il titolo battendo i doriani con un netto 3-0, ma perse inopinatamente il retour match di Torino del 23 febbraio (0-1). Tutto da rifare quindi, in quanto non contava la differenza reti (o equivalentemente il punteggio aggregato), ma semplicemente i punti in classifica. Tuttavia, la Juventus, avendo la differenza reti a suo favore, acquisì il diritto di disputare lo spareggio in casa propria. La “bella” del 15 marzo 1908 finì tuttavia in parità (2-2 dopo i tempi supplementari) e dovette essere ripetuta. La Juventus tuttavia chiese e ottenne l’annullamento dell’incontro per errore tecnico dell’arbitro (che aveva favorito il pareggio della Doria), conservando così il diritto di disputare lo spareggio in casa. La ripetizione dello spareggio annullato del 15 marzo si disputò addirittura il 10 maggio (!), sempre a Torino: questa volta i bianconeri ebbero nettamente la meglio (5-1), laureandosi così “Campioni Federali d’Italia 1908”. C’erano voluti ben cinque mesi, a causa della disorganizzazione del torneo. Infatti, anche in seguito al ritiro del Milan, il calendario originario (che prevedeva la disputa di Doria-Juve e Juve-Doria a quasi un mese di distanza, poiché anche i rossoneri erano inclusi nel calendario) fu mantenuto, invece di far disputare le due sfide a una settimana di distanza. L’intasamento del calendario, con bianconeri e doriani impegnati anche nel campionato italiano e nel torneo internazionale indetto da “La Stampa”, fece il resto. Il torneo farsesco a due ebbe così termine con ben tre mesi di ritardo.

IL CAMPIONATO ITALIANO 1908

Il campionato italiano di Prima Categoria vide invece l’eliminazione dei bianconeri per mano della debuttante Pro Vercelli (che nel frattempo nel febbraio 1908 si era laureata “Campione Federale d’Italia di Seconda Categoria” con la prima squadra), che si aggiudicò il campionato avendo la meglio nel girone finale su U.S. Milanese e Andrea Doria. La Pro Vercelli sembrava aver compromesso il campionato pareggiando contro il fanalino di coda Andrea Doria e a Vercelli contro la U.S. Milanese, ma, vincendo lo scontro diretto a Milano, riuscì a spuntarla per un solo punto sui meneghini. La formazione campione era costituita da: Innocenti, Salvaneschi, Celoria, Ara, Milano I, Leone, Romussi, Bertinetti, Fresia, Visconti, Rampini I.

IL RIAVVICINAMENTO

A fine stagione, si tentò un riavvicinamento tra le squadre “spurie internazionali” e la Federazione, ma la loro proposta di cambiare denominazione al “Campionato Federale” in “Campionato Federale Italiano” fu respinta. In compenso la Federazione deliberò che la Coppa Spensley venisse aggiudicata definitivamente al Milan, risarcendo così i rossoneri, e che al Campionato Federale fosse abbinata la Coppa Zaccaria Oberti.

Nel frattempo il 9 marzo 1908 alcuni soci del Milan, contrari alla linea di dialogo con la FIF dei vertici del Milan e favorevoli invece a un indiscriminato afflusso di giocatori stranieri, avevano abbandonato il Milan e fondato quella che sarebbe divenuta col tempo una delle tre principali società calcistiche italiane: l’Internazionale (comunemente abbreviata in Inter).

CAMPIONATO FEDERALE 1909

Il Campionato Federale cominciò ancora una volta per primo e questa volta non fu boicottato dalle squadre “spurie internazionali”. L’inizio della fase finale, previsto per febbraio, fu però rinviato di circa due mesi a causa dell’annullamento (e conseguente ripetizione) di alcune partite della fase regionale per irregolarità e del rinvio di altre a causa delle abbondanti nevicate che interessarono il Triangolo Industriale. Alla fase finale si qualificarono Pro Vercelli, U.S. Milanese, Genoa e Venezia. La Pro Vercelli, battendo in semifinale il Genoa, si qualificò alla finale contro la U.S. Milanese, che non aveva avuto problemi a regolare il derelitto Venezia vincendolo in entrambe le partite con punteggi umilianti (7-1 a Venezia e 11-2 a Milano). La Pro Vercelli vinse per 2-0 a Vercelli all’andata e impattò 2-2 a Milano al ritorno, aggiudicandosi così il Campionato Federale.

CAMPIONATO ITALIANO 1909

Nel frattempo cominciò anche il campionato italiano che però fu boicottato dalle squadre “spurie internazionali” Genoa, Milan, Torino (oltre all’Inter che nemmeno si iscrisse) e persino dalla “pura italiana” Pro Vercelli. Il settimanale “La Stampa Sportiva” commentò: «I Campionati italiani di quest’anno, se pur volgono relativamente a bene perché con lodevole fretta verranno in breve sbrigati, dal lato sportivo rappresentano invece una specie di… liquidazione volontaria per gli inaspettati e numerosi forfait dichiaratisi alla vigilia delle eliminatorie regionali». I primi forfait arrivarono il 28 marzo allorquando erano in programma le stracittadine Juventus-Torino e Milan-US Milanese: tuttavia torinisti e rossoneri decisero di dichiarare forfait, e di disputare tra loro una partita di Palla Dapples. Il settimanale “La Stampa Sportiva” commentò: «Ora noi chiediamo alla Federazione: è giusto che senza motivo plausibile una Società rinunci ad un match di Campionato per effettuarne un altro di gara libera sul proprio campo, defraudando in tal modo il Club avversario degli introiti che il match fissato dal Calendario avrebbe potuto procurare? È o non è una canzonatura questa di rinunciare ad un incontro di Campionato, per sostenerne in sua vece un altro nello stesso giorno, sul proprio campo, per la Palla Dapples? In Inghilterra simili irregolarità verrebbero punite con forti ammende, ed un forfait non giustificato comporterebbe la squalifica della squadra da tutte le altre gare di Campionato. Ci pensi la nostra Federazione a frenare in tempo queste licenze… poco poetiche, per la serietà e la correttezza dello sport italiano.» Il 2 maggio arrivarono altri due forfait: erano in programma Genoa-Andrea Doria e Pro Vercelli-Juventus, ma genoani e vercellesi dichiararono forfait, regalando l’accesso in semifinale a doriani e bianconeri. Il Genoa prese questa decisione per uniformarsi ai forfait di Milan e Torino, mentre la Pro Vercelli lo fece in quanto «troppo carica di allori e con tre o quattro elementi di prima squadra sotto le armi».

La Juventus, grazie ai forfait di Torino e Pro Vercelli e alla vittoria di misura sulla matricola Piemonte, si qualificò alle semifinali del torneo, dove doveva confrontarsi con l’Andrea Doria. Furono i bianconeri a prevalere alla “bella” e a qualificarsi alla finale contro l’U.S. Milanese che aveva battuto senza problemi il Vicenza nell’altra semifinale. Juventus e Milanese pareggiarono l’andata a Torino, ma al ritorno furono i bianconeri a espugnare il campo dei meneghini aggiudicandosi così il Campionato Italiano e la Coppa Romolo Buni.

IL CAMPIONATO 1909-10: IL CONTROVERSO SPAREGGIO TRA PRO VERCELLI E INTER

Nell’autunno 1909 si stabilì la ridenominazione della F.I.F. (Federazione Italiana Football) in F.I.G.C. (Federazione Italiana Giuoco Calcio) e la fusione dei Campionati Federali e Italiani in un unico campionato nazionale, a girone unico ma esteso alla sola Prima Sezione (Italia Nord-Occidentale). Vi presero parte nove squadre (il Piemonte rinunciò a parteciparvi preferendo iscriversi alla Seconda Categoria). Secondo l’articolo 2 del Regolamento dei Campionati 1909-10:

I Campionati Nazionali di calcio sono di I e II Categoria. Quello di I Categoria è suddiviso in Campionato Federale e Campionato Italiano. Al primo possono prendere parte anche giuocatori di nazionalità estera, residenti in Italia, il secondo è riservato esclusivamente ai giuocatori di nazionalità italiana.

Fu stabilito che il campione assoluto del girone unico si sarebbe aggiudicato il titolo di Campione Federale mentre la migliore tra le squadre pure italiane si sarebbe aggiudicato il titolo di Campione Italiano. Ovviamente era il titolo di Campione Federale l’unico che contasse davvero. La favorita Pro Vercelli si dovette guardare dall’Inter: i neroazzurri, dopo un inizio altalenante, vinsero 11 partite consecutive, recuperando così il divario dai bianchi leoni, ma non riuscirono a sorpassare i vercellesi a causa di una sconfitta per 4-0 subita a Genova contro il grifone.

Essendo Internazionale e Pro Vercelli in vetta a pari punti, si rese dunque necessario lo spareggio che si sarebbe dovuto disputare a Vercelli in quanto la Pro aveva la migliore differenza reti. Sennonché la Pro Vercelli chiese il rinvio della data stabilita per la disputa dello spareggio (24 aprile 1910) in quanto proprio in quel giorno aveva alcuni dei suoi giocatori impegnati in un torneo militare. L’Inter e la Federazione opposero un rifiuto, in quanto non erano disponibili altre date, essendo i neroazzurri impegnati in una tournée in Toscana e in Emilia a partire dal 1 maggio e anche a causa del debutto della nazionale italiana. Inoltre si sospettò che la Pro Vercelli temporeggiasse perché aveva alcuni giocatori infortunati, e non voleva scendere in campo incompleta.

La Federazione fu irremovibile sulla data del 24 aprile, e così la Pro Vercelli schierò in campo per protesta la quarta squadra, comprendente giovani di 11 anni. Il risultato fu un match burletta, terminato 10-3 in favore dell’Inter, che così si aggiudicò il suo primo titolo nazionale. Si narra che all’inizio della partita il capitano della Pro Vercelli Rampini II (fratello minore di Rampini I, titolare della prima squadra), “un bamboccio undicenne” alto poco più di un metro, si recò dal lunghissimo Fossati per presentargli dei cioccolatini, per poi dare un pezzo di gesso da lavagna a Peterlj affinché potesse conteggiare con esso il numero di gol che l’Internazionale avrebbe segnato. La cronaca prosegue notando che i vercellesi si segnarono apposta degli autogol per rendere più ampio il divario, e che l’Inter permise loro di segnare tre gol perché “i difensori neroazzurri, pur di non svolgere un giuoco forte, li lasciarono divertirsi a suo agio”. La cronaca nota che, al termine dell’incontro, “mentre gli Internazionali si avviavano al loro cascinale, qualcuno di essi ebbe a ricevere calci nelle gambe da qualche spettatore imbestialito”. Il cronista lodò inoltre “l’ammirevole contegno […dell’]Internazionale. Ai dileggi, alle provocazioni, essi opposero calma e serietà… Essi furono dei veri uomini di sport: e quegli undici marmocchi prepotenti, aizzati temerariamente all’insulto di tutta un’équipe valorosa, non si ebbero dai componenti di questa il minimo atto di violenza”.

Dopo la partita la Pro Vercelli presentò reclamo per la presunta posizione irregolare di Aebi dell’Internazionale, accusato di essere uno svizzero non regolarmente residente in Italia, e chiedendo le sconfitte a tavolino dell’Inter in tutte le partite in cui Aebi era stato schierato, che avrebbe consegnato la vittoria alla Pro. La Federazione respinse però il reclamo in quanto Aebi «è di nascita italiana e in Italia dimora dalla sua nascita – salvo una breve interruzione per causa di studio – ciò che gli permette di non cadere in incompatibilità col disposto degli articoli [del regolamento]». Il 1 maggio 1910 la Federazione squalificò la Pro Vercelli per tutto l’anno 1910, per aver subordinato «le gare di campionato ad altre gare indette da società o da enti privati» e per aver «incitato i suoi giuocatori a beffarsi degli avversari, dando così nessun esempio di correttezza sportiva, né verso gli avversari, né verso i propri giuocatori». La squalifica venne però in seguito amnistiata per permettere alla Pro Vercelli di prendere parte senza problemi al campionato 1910-11.

Dopo questo campionato la suddivisione in campionato federale e campionato italiano fu definitivamente abolita. E’ da notare che il campionato federale 1908 e il campionato italiano 1909 vinti dalla Juventus, e il campionato italiano 1910 vinto dalla Pro Vercelli non compaiono nell’albo d’oro, in quanto sono stati disconosciuti dalla Federazione.

 

I primi storici campionati di calcio

I PRIMI CAMPIONATI: IL DOMINIO DEL GENOA E IL PRIMO ALLORO ROSSONERO

Nel 1898 si disputò il primo campionato di football, a Torino, in una sola giornata. Vi partecipò il Genoa di Genova e tre squadre torinesi. In palio, abbinato al titolo di campione d’Italia, non vi era lo scudetto (introdotto solo nel 1924), ma la Coppa Duca degli Abruzzi. Ebbero la meglio i rossoblu genoani che si laurearono così campioni d’Italia per la prima volta. Il Genoa, vero mattatore del torneo, vinse anche i due campionati successivi, aggiudicandosi definitivamente la Coppa Duca degli Abruzzi (assegnata definitivamente alla squadra che l’avrebbe vinta per tre volte).

Nel 1901 fu il Milan a rompere l’egemonia genoana battendo i grifoni in finale per 3-0 e vincendo il suo primo titolo nazionale, ma i genoani si rifecero vincendo i tre campionati successivi e aggiudicandosi così definitivamente anche la Coppa Fawcus (messa in palio al posto della Coppa Duca degli Abruzzi). All’epoca il detentore in carica si qualificava direttamente alla finale. Nel frattempo nel 1904 fu introdotto il campionato di Seconda Categoria, inizialmente destinato alle sole squadre riserve, successivamente allargato alle prime squadre delle società non ammesse al massimo campionato. La massima serie prese dunque a chiamarsi “Prima Categoria”.

LA RIFORMA DEL TORNEO E I SUCCESSI DI JUVENTUS E MILAN 

Nel 1905 fu cambiata la formula del torneo, stabilendo che i campioni regionali di Lombardia, Liguria e Piemonte avrebbero disputato un girone finale all’italiana a tre con partite di andata e ritorno (“girone doppio”) per l’assegnazione del titolo nazionale. Il vincitore del campionato si sarebbe aggiudicato inoltre la Coppa Spensley, messa in palio al posto della Coppa Fawcus. Il favorito Genoa pareggiò entrambi gli scontri diretti contro la Juventus, ma, pareggiando 2-2 contro la U.S. Milanese fanalino di coda del girone, perse il titolo a favore dei bianconeri (che contro l’U.S.M. avevano ottenuto due vittorie).

Nel 1906 Juventus e Milan chiusero il girone finale in vetta a pari punti, rendendo necessario lo spareggio. Il primo spareggio, disputato a Torino, terminò in parità. La ripetizione avrebbe dovuto avvenire in campo neutro, ma la Federazione scelse come campo neutro quello della U.S. Milanese, suscitando le proteste bianconere che a quel punto per protesta diedero forfait, consegnando così il titolo al Milan. Nel 1907 a partecipare al girone finale furono Milan, Torino e Andrea Doria. Gli scontri diretti tra rossoneri e granata terminarono entrambi in parità ma fu il Milan a trionfare per un punto a causa dell’inopinato pareggio in cui il Torino era incappato alla prima giornata contro il fanalino di coda Andrea Doria. I rossoneri, avendo vinto due volte la Coppa Spensley, volevano vincere anche la successiva edizione del campionato per potersi aggiudicare definitivamente l’ambito trofeo. Sennonché intervenne la Federazione.

Campionati regionali emiliani 1925-26

Terza Divisione

Vi presero parte 22 squadre, suddivise in tre gironi.

Girone A: A.C. Bologna di Bologna, U.S. Bondenese di Bondeno, Cento F.C. di Cento, U.S. Copparese di Copparo, Libertas F.C. di Ferrara, Nettuno S.C. di Bologna, C.S. Sant’Agostino di Sant’Agostino.

Girone B: C.S. 83° Legione M.V.S.N. di Fiorenzuola, Pol. Casalecchio di Casalecchio di Reno, A.S. Fornovese di Fornovo di Taro, S.S. Juventus di Salsomaggiore Terme, Juventus Sportiva di Bologna, F.C. Sant’Ilario di Sant’Ilario d’Enza, Sassuolo F.C. di Sassuolo.

Girone C: F.C. Castelbolognese di Castel Bolognese, C.S. Francesco Baracca S.C. Pro Lugo di Lugo, C.A. Faenza di Faenza, U.S. Forti e Liberi di Forlì, U.S. Imola di Imola, U.S. Libertas Rimini di Rimini, U.S. Ravennate di Ravenna, U.S. Renato Serra di Cesena.

La prima classificata di ciascun girone accedeva alle finali interregionali per la promozione in Seconda Divisione, gestite dalla Lega Nord delle Società Minori, mentre le ultime due retrocedevano in Quarta Divisione. Tuttavia la Carta di Viareggio abolì la Quarta Divisione (che continuò a essere disputata per altre due stagioni solo per Lombardia ed Emilia) annullando conseguentemente tutte le retrocessioni.

Girone A

GIRONE A B
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BOLOGNA
BONDENESE
CENTO
COPPARESE
LIBERTAS
NETTUNO
SANTAGOSTINO
CLASSIFICA GIRONE A PT PARTITE GOL CASA GOL FUORI GOL
G V N P F  S V N P F S V N P F S
COPPARESE 17 12 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
CENTO 15 12 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
LIBERTAS 14 12 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
AC BOLOGNA 12 12 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
SANT’AGOSTINO 11 12 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
NETTUNO (-1) 8 12 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
BONDENESE 6 12 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?

Copparese qualificato alle finali interregionali.

Netturno e Bondenese retrocesse in Quarta Divisione, successivamente ripescate.

GIRONE B C
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CASALECCHIO
FORNOVESE
JUVENTUS
JUVENTUS SPORTIVA
83° LEGIONE
SANT’ILARIO
SASSUOLO
CLASSIFICA GIRONE B PT PARTITE GOL CASA GOL FUORI GOL
G V N P F  S V N P F S V N P F S
SASSUOLO 21 12 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
CASALECCHIO 18 12 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
83° LEGIONE 13 12 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
SANT’ILARIO 12 12 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
JUVENTUS 11 12 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
JUVENTUS SPORTIVA 8 12 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
FORNOVESE (-6) 0 12 0 0 12 ?  ? 0 0 6 ?  ? 0 0 6 ?  ?

Sassuolo qualificato alle finali interregionali.

Juventus Sportiva e Fornovese retrocesse in Quarta Divisione, successivamente ripescate.

GIRONE C C
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CASTELBOLOGNESE 6-1
FAENZA 9-0
FORTI E LIBERI 4-0
IMOLESE 1-2
LIBERTAS RIMINI 0-0 0-3 0-2 5-0 0-2 2-2 2-0
PRO LUGO 2-1
RAVENNATE 4-0
RENATO SERRA 4-0

 

CLASSIFICA GIRONE C PT PARTITE GOL CASA GOL FUORI GOL
G V N P F  S V N P F  S V N P F  S
FAENZA 21 14 10 1 3 56  14 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
FORTI E LIBERI 20 14 8 4 2 43  17 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
RAVENNATE 19 14 8 3 3 39  19 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
CASTELBOLOGNESE 16 14 6 4 4 25  18 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
RENATO SERRA 15 14 7 1 6 25  21 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
LIBERTAS RIMINI 8 14 3 2 9 13  39 2 2 3 9  9 1 0 6 4  30
PRO LUGO 7 14 2 3 9 10  39 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
IMOLESE 6 14 2 2 10 19  63 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?

Faenza qualificato alle finali interregionali di Terza Divisione.

Pro Lugo e Imolese retrocesse in Quarta Divisione ma ripescate per riforma dei campionati.

Di seguito i risultati del girone finora reperiti.

22-11-1925: Libertas-Pro Lugo 0-2.

29-11-1925: Forti e Liberi-Libertas 4-0.

06-12-1925: Libertas-Renato Serra 2-0.

13-12-1925: Libertas-Ravennate 2-2.

20-12-1925: Castelbolognese-Libertas 6-1.

27-12-1925: Imolese-Libertas 1-2.

07-01-1926: Libertas-Faenza 0-3.

07-03-1926: Pro Lugo-Libertas 2-1.

14-03-1926: Libertas-Forti e Liberi 0-2 (a tavolino).

21-03-1926: Renato Serra-Libertas 4-0.

28-03-1926: Ravennate-Libertas  4-0.

04-04-1926: Libertas-Castelbolognese 0-0.

11-04-1926: Libertas-Imolese 5-0.

18-04-1926: Faenza-Libertas 9-0.

Campionati regionali emiliani 1924-25

Terza Divisione

Le 17 squadre partecipanti furono suddivise in tre gironi.

Girone A: U.S. Gonzaga di Gonzaga, S.C. Suzzara di Suzzara, S.G. Fortitudo di Bologna, Sassuolo F.C. di Sassuolo, Santilario F.C. di Sant’Ilario, A.C. Bologna di Bologna.

Girone B: S.S. Casalecchio di Casalecchio di Reno, S.P.I.M. di Migliarino, U.S. Copparese di Copparo, Juventus F.C. di Bologna, Libertas F.C. di Ferrara.

Girone C: Faenza C.A. di Faenza, U.S. Castelbolognese di Castel Bolognese, Pro Lugo C.S. F. Baracca S.C. di Lugo, U.S. Forti e Liberi di Forlì, U.S. Ravennate di Ravenna, U.S. Libertas di Rimini.

La prima e la seconda classificata di ciascun girone accedono ai gironi di semifinale. Le vincenti dei due gironi di semifinale accedono alla finale per il titolo regionale e la promozione in Seconda Divisione.

Girone A

30-11-1924: S. Ilario-Fortitudo 1-3, AC Bologna-Gonzaga 0-1.

21-12-1924: AC Bologna-Suzzara 3-1, Fortitudo-Sassuolo 2-3.

28-12-1924: AC Bologna-Fortitudo (rinviata), S. Itario-Sassuolo 2-0.

11-01-1925: Fortitudo-Gonzaga 4-0, AC Bologna-Sassuolo 1-3.

08-02-1925: Suzzara-AC Bologna 5-0, Sassuolo-Fortitudo 2-0.

15-02-1925: AC Bologna-S. Ilario 0-1, Fortitudo-Suzzara 3-1.

GIRONE A B
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BOLOGNA 0-1 0-1 1-3 3-1
FORTITUDO 4-0 2-3 3-1
GONZAGA
SANTILARIO 1-3 2-0
SASSUOLO 2-0
SUZZARA 5-0

 

CLASSIFICA GIRONE A PT PARTITE GOL CASA GOL FUORI GOL
G V N P F  S V N P F  S V N P F  S
GONZAGA 13 10 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
SUZZARA 13 10 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
FORTITUDO 12 10 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
SASSUOLO 11 10 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
SANTILARIO 7 10 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
AC BOLOGNA 4 10 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?

Gonzaga e Suzzzara qualificati alle semifinali emiliane.

Girone B

30-11-1924: Juventus-Libertas 1-2, Casalecchio-SPIM 4-2.

07-12-1924: Libertas-Casalecchio 2-3.

21-12-1924: Libertas-Copparese 0-1, Juventus-Casalecchio 1-4.

11-01-1925: Casalecchio-Libertas 6-2, Juventus-SPIM 1-0.
08-02-1925: Casalecchio-Juventus 2-1.

15-02-1925: Libertas-SPIM (rinviata), Casalecchio-Copparese 2-0.

GIRONE B C
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A
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C
C
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C
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S
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M
CASALECCHIO 2-0 2-1 6-2 4-2
COPPARESE
JUVENTUS 1-4 1-2 1-0
LIBERTAS 2-3 0-1
SPIM

 

CLASSIFICA GIRONE B PT PARTITE GOL CASA GOL FUORI GOL
G V N P F  S V N P F  S V N P F  S
CASALECCHIO 12 8 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
SPIM 11 8 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
COPPARESE 8 8 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
JUVENTUS 8 8 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
LIBERTAS 1 8 0 1 7 ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?

Casalecchio e SPIM qualificati alle semifinali emiliane.

Girone C

30-11-1924: Ravennate-Castelbolognese 0-1, Faenza-Pro Lugo 6-0, Forti e Liberi-Libertas 5-1.

07-12-1924: Castelbolognese-Forti e Liberi (rinviata), Libertas-Faenza 0-1, Pro Lugo-Ravennate 0-3.

14-12-1924: Forti e Liberi-Ravennate 1-0, Faenza-Castelbolognese 3-1, Libertas-Pro Lugo 0-0 (0-2 a tavolino).

21-12-1924: Forti e Liberi-Pro Lugo 2-0, Ravennate-Faenza 1-0, Castelbolognese-Libertas 2-1.

28-12-1924: Pro Lugo-Castelbolognese 2-1, Libertas-Ravennate 1-3, Faenza-Forti e Liberi 1-0.

11-01-1925: Castelbolognese-Ravennate 5-1, Pro Lugo-Faenza 1-0, Libertas-Forti e Liberi 1-1 (0-2 a tavolino).

18-01-1925: Faenza-Libertas 1-0.

25-01-1925: Pro Lugo-Libertas 2-0 (a tavolino).

08-02-1925: Pro Lugo-Forti e Liberi (rinviata), Faenza-Ravennate 3-1, Libertas-Castelbolognese 1-2.

15-02-1925: Forti e Liberi-Faenza 1-0, Ravennate-Libertas 1-0.

GIRONE C C
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A
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E
CASTELBOLOGNESE 2-1 5-1
FAENZA 3-1 1-0 1-0 6-0 3-1
FORTI E LIBERI 1-0 5-1 2-0 1-0
LIBERTAS 1-2 0-1 0-2 0-2 1-3
PRO LUGO 2-1 1-0 2-0 0-3
RAVENNATE 0-1 1-0 1-0

 

CLASSIFICA GIRONE C PT PARTITE GOL CASA GOL FUORI GOL
G V N P F  S V N P F  S V N P F  S
FAENZA 14 10 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
CASTELBOLOGNESE 13 10 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
PRO LUGO 13 10 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
FORTI E LIBERI 12 10 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
RAVENNATE 8 10 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
LIBERTAS 0 10 0 0 10 4  21 0 0 5 2  10 0 0 5 2  11

Spareggio per il secondo posto (a Faenza): Castelbolognese-Pro Lugo 2-0 (a tavolino, sul campo 2-1).

Faenza e Castelbolognese qualificati alle semifinali emiliane.

Semifinali

Girone A

05-04-1925: Faenza-SPIM 3-1.

03-05-1925: Faenza-Suzzara 4-1.

SEMIFINALI GIRONE A F
A
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A
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S
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Z
Z
A
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A
FAENZA 3-1 4-1
SPIM
SUZZARA

 

CLASSIFICA PT PARTITE GOL CASA GOL FUORI GOL
G V N P F  S V N P F  S V N P F  S
FAENZA 8 4 4 0 0 ?  ? 2 0 0 7  2 2 0 0 ?  ?
SUZZARA 3 4 1 1 2 ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
SPIM 1 4 0 1 3 ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?

Faenza qualificato alle Finali emiliane.

Girone B

05-04-1925: Casalecchio-Castelbolognese (sospesa).

19-04-1925: Casalecchio-Castelbolognese 3-0.

26-04-1925: Casalecchio-Gonzaga 0-0.

SEMIFINALI GIRONE B C
A
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A
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C
C
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C
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S
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Z
A
G
A
CASALECCHIO 3-0 0-0
CASTELBOLOGNESE
GONZAGA

 

CLASSIFICA PT PARTITE GOL CASA GOL FUORI GOL
G V N P F  S V N P F  S V N P F  S
GONZAGA 6 4 2 2 0 ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
CASALECCHIO 5 4 2 1 1 ?  ? 1 1 0 3  0 1 0 1 ?  ?
CASTELBOLOGNESE 1 4 0 1 3 ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?

Gonzaga qualificato alle Finali emiliane.

Finali

FINALI EMILIANE
SQUADRE PUNTI G V N P GF GS
GONZAGA 2 2 1 0 1 3 3
FAENZA 2 2 1 0 1 3 3
DATA LOCALITÀ GIRONE FINALE LIGURE RIS.
25-5-1925 GONZAGA GONZAGA – FAENZA 2-0
1-6-1925 FAENZA FAENZA – GONZAGA 3-1

Essendo le due squadre a parità di punti in classifica, fu necessario disputare uno spareggio in campo neutro.

DATA LOCALITÀ SPAREGGIO RIS.
8-6-1925 BOLOGNA GONZAGA – FAENZA 2-1

Gonzaga Campione Emiliano di Terza Divisione 1924-25, promosso in Seconda Divisione.

Quarta Divisione

Girone A

21-12-1924: Salsomaggiore-Fiorenzuola 1-1

Girone B

14-12-1924: AS Bolognese-GS Bolognese 2-1, Aurora-La Sportiva 1-1.

21-12-1924: La Sportiva-AS Bolognese 2-1, GS Bolognese-Aurora 1-0.

11-01-1925: Aurora-AS Bolognese 3-1, La Sportiva-GS Bolognese 3-1.

Girone C

07-12-1924: Santagostino-Ferrara 4-5.

14-12-1924: Ferrara-Bondenese 3-3.

21-12-1924: Mizzana-Ferrara 1-2.

04-01-1925: Ferrara-Cento 0-1, Mizzana-Santagostino 3-1.

15-02-1925: Ferrara-Bondenese 3-0.

Girone D

14-12-1924: Alfonsino-Renato Serra 1-1, Imolese-Forlimpopoli (sospesa).

21-12-1924: Alfonsinese-Imolese 1-1.

28-12-1924: Imolese-Forlimpopoli 2-0.

11-01-1925: Alfonsino-Forlimpopoli 2-0.

Semifinali

Girone A

08-03-1925: La Sportiva-Imolese 2-1, Aurora-Renato Serra 2-0.

29-03-1925: Aurora-Renato Serra 2-0.

05-04-1925: La Sportiva-Renato Serra 2-0 (forfait).

19-04-1925: Imolese-La Sportiva 5-2, Renato Serra-Aurora 0-2 (forfait).

26-04-1925: Aurora-Imolese 0-0.

03-05-1925: La Sportiva-Aurora 0-0.

 

Campionati regionali emiliani 1923-24

Terza Divisione

Si iscrissero al campionato 13 squadre, suddivise in due gironi.

Girone A: U.S. Copparese di Copparo, C.A. Faenza di Faenza, U.S. Forti e Liberi di Forlì, S.P.I.M. di Migliarino, Libertas di Ferrara, U.S. Ravennate di Ravenna.

Girone B: A.C. Bologna di Bologna, U.S. Borgo San Donnino di Borgo San Donnino (odierna Fidenza), S.S. Casalecchio di Casalecchio di Reno, S.G. Fortitudo di Bologna, U.S. Gonzaga di Gonzaga, Juventus Sportiva di Bologna, S.C. Suzzara di Suzzara.

La prima e la seconda classificata di ciascun girone si qualificano al girone finale per il titolo regionale e la promozione in Seconda Divisione.

Girone A

28-10-1923: Libertas-Copparese 1-0, SPIM-Forti e Liberi 4-1, Faenza-Ravennate 1-1.

04-11-1923: Forti e Liberi-Copparese 5-0, Faenza-Libertas 4-1, SPIM-Ravennate 4-3.

11-11-1923: Libertas-SPIM 2-2, Copparese-Faenza 1-3, Ravennate-Forti e Liberi 3-1.

18-11-1923: Libertas-Ravennate 1-0, Forti e Liberi-Faenza 3-1, SPIM-Copparese 4-0.

25-11-1923: Forti e Liberi-Libertas 5-1, Faenza-SPIM 1-2, Copparese-Ravennate 3-3.

16-12-1923: Libertas-Forti e Liberi 1-1 (0-2 a tavolino), Ravennate-Faenza 1-1, Copparese-SPIM 1-4.

30-12-1923: Forti e Liberi-Ravennate 6-0, Copparese-Libertas 1-0, SPIM-Faenza 2-1.

06-01-1924: Libertas-Faenza (rinviato), Ravennate-SPIM (rinviato), Copparese-Forti e Liberi (rinviato).

27-01-1924: Forti e Liberi-SPIM 2-0, Faenza-Copparese 7-1, Ravennate-Libertas 1-1.

03-02-1924: SPIM-Libertas 3-1, Ravennate-Copparese 5-0, Faenza-Forti e Liberi 0-1.

10-02-1924: Ravennate-SPIM 3-0.

GIRONE A C
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COPPARESE 1-3 0-0 1-0 3-3 1-4
FAENZA 7-1 0-1 4-1 1-1 1-2
FORTI E LIBERI 5-0 3-1 5-1 6-0 2-0
LIBERTAS 1-0 0-2 0-2 1-0 2-2
RAVENNATE 5-0 1-1 3-1 1-1 3-0
SPIM 4-0 2-1 4-1 3-1 4-3

 

CLASSIFICA GIRONE A PT PARTITE GOL CASA GOL FUORI GOL
G V N P F  S V N P F  S V N P F  S
FORTI E LIBERI 15 10 7 1 2 26  9 5 0 0 21  2 2 1 2 5  7
S.P.I.M. 15 10 7 1 2 25  15 5 0 0 17  6 2 1 2 8  9
RAVENNATE 10 10 3 4 3 20  18 3 2 0 13  3 0 2 3 7  15
FAENZA 10 10 4 2 4 21  13 2 1 2 13  6 2 1 2 8  7
LIBERTAS 6 10 2 2 6 8  20 2 1 2 4  6 0 1 4 4  14
COPPARESE 4 10 1 2 7 7  32 1 2 2 6  10 0 0 5 1  22

Forti e Liberi e SPIM qualificati alle finali emiliane.

Girone B

28-10-1923: Suzzara-Borgo S. Donnino 2-2, Fortitudo-Juventus 6-1, Casalecchio-Bologna 0-0.

04-11-1923: Bologna-Suzzara 4-1, Borgo S. Donnino-Fortitudo 3-2, Gonzaga-Juventus 4-3.

11-11-1923: Juventus-Bologna 4-1, Fortitudo-Suzzara 1-2, Casalecchio-Gonzaga 1-2.

18-11-1923: Suzzara-Gonzaga 1-2, Bologna-Borgo S. Donnino 1-1, Fortitudo-Casalecchio 4-1.

25-11-1923: Casalecchio-Borgo S. Donnino 0-2, Juventus-Suzzara 1-5, Gonzaga-Bologna 7-1.

02-12-1923: Borgo S. Donnino-Gonzaga 3-1, Juventus-Casalecchio 2-4, Bologna-Fortitudo 0-2.

09-12-1923: Gonzaga-Fortitudo 3-0, Borgo S. Donnino-Juventus 5-0, Suzzara-Casalecchio 1-2.

16-12-1923: Borgo S. Donnino-Suzzara 2-0, Juventus-Fortitudo 2-2, Bologna-Casalecchio 1-1.

30-12-1923: Suzzara-Bologna 2-2, Fortitudo-Borgo S. Donnino 0-1, Juventus-Gonzaga 2-1.

06-01-1924: Bologna-Juventus (sospeso), Suzzara-Fortitudo (sospeso), Gonzaga-Casalecchio.

27-01-1924: Borgo S. Donnino-Bologna 4-1, Gonzaga-Suzzara 2-1, Casalecchio-Fortitudo 2-2.

03-02-1924: Borgo S. Donnino-Casalecchio 4-0, Bologna-Gonzaga 0-3, Suzzara-Juventus 0-1.

10-02-1924: Gonzaga-Borgo S. Donnino 0-1, Casalecchio-Juventus 3-3, Fortitudo-Bologna 6-1.

17-02-1924: Juventus-Borgo S. Donnino 1-1.

GIRONE B B
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A
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A
BOLOGNA 1-1 1-1 0-2 0-3 4-1
BORGO SAN DONNINO 4-1 4-0 3-2 3-1 5-0 2-0
CASALECCHIO 0-0 0-2 2-2 1-2 3-3
FORTITUDO 6-1 0-1 4-1 6-1 1-2
GONZAGA 7-1 0-1 3-0 4-3 2-1
JUVENTUS 4-1 1-1 2-4 2-2 2-1 1-5
SUZZARA 2-2 2-2 1-2 1-2 0-1
CLASSIFICA GIRONE B PT PARTITE GOL CASA GOL FUORI GOL
G V N P F  S V N P F S V N P F S
BORGO SAN DONNINO 21 12 9 3 0 29  8 6 0 0 21  4 3 3 0 8  4
GONZAGA 16 12 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
FORTITUDO 14 12 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
JUVENTUS 11 12 3 3 4 ?  ? 2 2 2 12  14 1 1 3 ?  ?
CASALECCHIO 10 12 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
SUZZARA 6 12 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
BOLOGNA 6 12 ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?

Borgo San Donnino e Gonzaga qualificati alle finali emiliane.

Finali

02-03-1924: Borgo S. Donnino-SPIM 2-0.

16-03-1924: Gonzaga-Borgo S. Donnino 2-5, Forti e Liberi-SPIM 3-1.

23-03-1924: Forti e Liberi-Borgo S. Donnino 0-2.

13-04-1924: SPIM-Borgo S. Donnino 1-2, Forti e Liberi-Gonzaga 3-5.

27-04-1924: Borgo S. Donnino-Forti e Liberi 2-0.

04-05-1924: Borgo S. Donnino-Gonzaga 1-1.

FINALI B
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BORGO SAN DONNINO 2-0 1-1 2-0
FORTI E LIBERI 0-2 3-5 3-1
GONZAGA 2-5
SPIM 1-2
CLASSIFICA GIRONE FINALE PT PARTITE GOL CASA GOL FUORI GOL
G V N P F  S V N P F  S V N P F  S
BORGO SAN DONNINO 11 6 5 1 0 14  4 2 1 0 5  1 3 0 0 9  3
GONZAGA 7 6 3 1 2 ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?
FORTI E LIBERI 3 6 1 1 4 ?  ? 1 0 2 5  8 0 1 2 ?  ?
SPIM 3 6 1 1 4 ?  ? ? ? ? ?  ? ? ? ? ?  ?

Borgo San Donnino campione emiliano di Terza Divisione e promosso in Seconda Divisione.

Quarta Divisione

Si iscrissero 14 squadre, suddivise in quattro gironi.

Girone A: Juventus di Salsomaggiore, Edera F.C. di Piacenza, Santilario F.C. di Sant’Ilario, G.S. Fiorenzuola di Fiorenzuola.

Girone B: Ferrara F.C. di Ferrara, U.S. Bondenese di Bondeno, C.S.S. Sant’Agostino di Sant’Agostino.

Girone C: Aurora F.C. di Bologna, U.S. Imolese di Imola, Castelbolognese F.C. di Castel Bolognese, C.S.F. Baracca di Lugo.

Girone D: U.S. Forlimpopoli di Forlimpopoli, Renato Serra di Cesena, U.S. Libertas di Rimini.

La prima e la seconda classificata dei gironi A e B si qualificano al girone A di semifinale. La prima e la seconda classificata dei gironi C e D si qualificano al girone B di semifinale. Le due vincenti i gironi di semifinale si contendono il titolo in una finale andata e ritorno.

Di seguito i risultati e le classifiche reperite.

Girone A

02-12-1923: Edera-Sant’Ilario 2-1, Fiorenzuola-Juventus.

09-12-1923: Juventus-Edera, Fiorenzuola-Sant’Ilario 3-2.

16-12-1923: Sant’Ilario-Juventus, Edera-Fiorenzuola.

Girone C

Aurora b. Pro Lugo 1-0

09-12-1923: Aurora-Castelbolognese 1-1.

Girone D

Libertas b. Renato Serra 3-0

Altri risultati non sono per il momento noti. Il campionato fu vinto dal Sant’Ilario.

Si disputò anche il campionato di Quinta Divisione, riservato alle terze squadre delle società di Prima e Seconda Divisione e alle seconde squadre delle società di Terza e Quarta Divisione. Il torneo fu vinto dal Bologna (terza squadra).

Si disputò inoltre il campionato di Sesta Divisione, riservato alle squadre “boys”. Il torneo fu vinto dal Bologna (“boys”).

Campionati regionali emiliani 1922-23

Terza Divisione

Al campionato presero parte 13 squadre, suddivise in due gironi.

Girone A: A.C. Bologna di Bologna, U.S. Borgo San Donnino di Borgo San Donnino (odierna Fidenza), S.S. Casalecchio di Casalecchio di Reno, Persiceto F.C. di San Giovanni in Persiceto, S.C. Suzzara di Suzzara.

Girone B: C.A. Faenza di Faenza, U.S. Forti e Liberi di Forlì, Juventus F.C. di Bologna, Libertas F.C. di Ferrara, U.S. Ravennate di Ravenna, S.P.I.M. di Migliarino.

La prima classificata di ogni girone accede alla finale per il titolo di campione emiliano di Terza Divisione. Il vincitore del campionato accede agli spareggi di qualificazione alla Seconda Divisione 1923-24 contro una squadra di Seconda Divisione.

Girone A

17-12-1922: Persiceto-Borgo S. Donnino 1-1, Casalecchio-Bologna 3-1.

07-01-1923: Borgo S. Donnino-Casalecchio 2-0, Suzzara-Persiceto 3-1.

14-01-1923: Bologna-Suzzara 1-2, Casalecchio-Persiceto 1-4 (annullato).

21-01-1923: Bologna-Borgo S. Donnino (rinviato), Suzzara-Casalecchio (rinviato).

28-01-1923: Persiceto-Bologna (rinviato), Borgo S. Donnino-Suzzara 1-0.

04-02-1923: Borgo S. Donnino-Persiceto 1-0, Bologna-Casalecchio 1-1.

11-02-1923: Casalecchio-Borgo S. Donnino 1-2, Suzzara-Bologna 5-1.

18-02-1923: Persiceto-Casalecchio 2-0.

25-02-1923: Borgo S. Donnino-Bologna (rinviato), Casalecchio-Suzzara 3-1.

04-03-1923: Bologna-Persiceto (sospeso), Suzzara-Borgo S. Donnino (rinviato).

11-03-1923: Persiceto-Suzzara (rinviato), Borgo S. Donnino-Bologna 1-0.

18-03-1923: Suzzara-Borgo S. Donnino 1-2, Persiceto-Bologna (rinviato).

25-03-1923: Casalecchio-Persiceto 2-2, Bologna-Borgo S. Donnino 0-0.

01-04-1923: Persiceto-Suzzara 2-0 (forfait).

08-04-1923: Bologna-Persiceto 0-3.

15-04-1923: Persiceto-Bologna 0-0.

GIRONE A B
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A
BOLOGNA 0-0 1-1 0-3 1-2
BORGO SAN DONNINO 1-0 2-0 1-0 1-0
CASALECCHIO 3-1 1-2 2-2 3-1
PERSICETO 0-0 1-1 2-0 2-0
SUZZARA 5-1 1-2 2-0 3-1

 

CLASSIFICA GIRONE A PT PARTITE GOL CASA GOL FUORI GOL
G V N P F  S V N P F  S V N P F  S
BORGO SAN DONNINO 14 8 6 2 0 10  3 4 0 0 5  0 2 2 0 5  3
PERSICETO 9 8 3 3 2 11  7 2 2 0 5  1 1 1 2 6  6
SUZZARA (-1) 7 8 4 0 4 14  11 3 0 1 11  4 1 0 3 3  7
CASALECCHIO 6 8 2 2 4 10  13 2 1 1 9  6 1 0 3 1  7
A.C. BOLOGNA 3 8 0 3 5 4  15 0 2 2 2  6 0 1 3 2  9

Borgo San Donnino qualificato alle finali emiliane.

Nota Bene: il Bologna (A.C.) in Terza Divisione non ha niente a che vedere con il glorioso Bologna che giocava e gioca tuttora in massima serie.

Girone B

17-12-1923: Juventus-Faenza 0-0, Ravennate-SPIM 0-0, Libertas-Forti e Liberi 4-0 (annullato).

07-01-1923: Faenza-Ravennate 2-1, Libertas-SPIM 2-1, Forti e Liberi-Juventus 6-2 (annullato).

14-01-1923: Libertas-Faenza 3-4, Ravennate-Juventus (sospeso), SPIM-Forti e Liberi 0-1.

21-01-1923: SPIM-Faenza 5-0, Forti e Liberi-Ravennate 6-0, Juventus-Libertas (rinviato).

28-01-1923: Juventus-SPIM 0-1, Faenza-Forti e Liberi 3-3, Libertas-Ravennate 1-4.

04-02-1923: Faenza-Juventus 0-1, SPIM-Ravennate 3-1, Forti e Liberi-Libertas 3-0.

11-02-1923: Ravennate-Faenza 1-3, SPIM-Libertas 1-0, Juventus-Forti e Liberi (sospeso).

18-02-1923: Forti e Liberi-SPIM 2-0, Faenza-Libertas 3-3, Juventus-Ravennate 2-0 (forfait).

25-02-1923: Faenza-SPIM 5-1, Ravennate-Forti e Liberi 0-2 (forfait), Libertas-Juventus (rinviato).

04-03-1923: Forti e Liberi-Faenza 5-1, Ravennate-Libertas 0-2, SPIM-Juventus (rinviato).

11-03-1923: Libertas-Forti e Liberi 1-1, Ravennate-Juventus 0-2.

18-03-1923: Juventus-Forti e Liberi 0-0.

25-03-1923: Juventus-Libertas 0-0.

01-04-1923: Forti e Liberi-Juventus (rinviato).

08-04-1923: Libertas-Juventus 4-7.

15-04-1923: Forti e Liberi-Juventus 1-1.

13-05-1923: SPIM-Juventus 2-3.

GIRONE B F
A
E
N
Z
A
F
O
R
T
I
E
L
I
B
E
R
I
J
U
V
E
N
T
U
S
L
I
B
E
R
T
A
S
R
A
V
E
N
N
A
T
E
S
P
I
M
FAENZA 3-3 0-1 3-3 2-1 5-1
FORTI E LIBERI 5-1 1-1 3-0 6-0 2-0
JUVENTUS 0-0 0-0 0-0 2-0 0-1
LIBERTAS 3-4 1-1 4-7 1-4 2-1
RAVENNATE 1-3 0-2 0-2 0-2 0-0
SPIM 5-0 0-1 2-3 1-0 3-1

 

CLASSIFICA GIRONE B PT PARTITE GOL CASA GOL FUORI GOL
G V N P F  S V N P F  S V N P F  S
FORTI E LIBERI 16 10 6 4 0 24  6 4 1 0 17  2 2 3 0 7  4
JUVENTUS 14 10 5 4 1 16  8 1 3 0 2  1 4 1 0 14  7
FAENZA 11 10 4 3 3 21  23 2 2 1 13  9 0 3 2 1  6
SPIM 9 10 4 1 5 14  14 3 0 2 11  5 1 1 3 3  9
LIBERTAS 7 10 2 3 5 16  24 1 1 3 11  17 1 0 4 6  14
RAVENNATE (-3) 0 10 1 1 8 7  23 0 1 4 1  9 1 0 4 6  14

Forti e Liberi qualificato alle finali emiliane.

Finali

FINALI EMILIANE
SQUADRE PUNTI G V N P GF GS
BORGO SAN DONNINO 2 2 1 0 1 2 2
FORTI E LIBERI 2 2 1 0 1 2 2
DATA LOCALITÀ GIRONE FINALE EMILIANO RIS.
22-4-1923 FORLÌ FORTI E LIBERI – BORGO SAN DONNINO 1-0
6-5-1923 FIDENZA BORGO SAN DONNINO – FORTI E LIBERI 2-1

Essendo le due squadre a parità di punti in classifica, fu necessario disputare uno spareggio in campo neutro.

DATA LOCALITÀ SPAREGGIO RIS.
13-5-1923 BOLOGNA BORGO SAN DONNINO – FORTI E LIBERI 2-1

Borgo S. Donnino campione emiliano di III Divisione, ammesso agli spareggi di qualificazione alla Seconda Divisione 1923-24 contro l’Ostiglia (squadra di Seconda Divisione), li perde e rimane in Terza Divisione.

Quarta Divisione

Girone finale

Data ignota: U.S. Copparese b. Renato Serra 2-0

03-06-1923: Renato Serra-Aurora F.C. 2-2

GIRONE FINALE A
U
R
O
R
A
C
O
P
P
A
R
E
S
E
R
E
N
A
T
O
S
E
R
R
A
AURORA
COPPARESE
RENATO SERRA 2-2

 

CLASSIFICA PT PARTITE GOL CASA GOL FUORI GOL
G V N P F  S V N P F  S V N P F  S
COPPARESE 8 4 4 0 0 ?  ? 2 0 0 ?  ? 2 0 0 ?  ?
AURORA 3 4 1 1 2 ?  ? 1 1 0 ?  ? 0 1 1 ?  ?
RENATO SERRA 1 4 0 1 3 ?  ? 0 1 1 ?  ? 0 0 2 ?  ?

Copparese campione emiliano di IV Divisione.

Si disputarono anche i campionati di V Divisione e di VI Divisione. Essi però non erano riservati alle prime squadre.

Il campionato di V Divisione, riservato alle riserve delle squadre di Terza e Quarta Divisione e alle terze squadre delle società di Prima e Seconda Divisione, fu vinto dal Modena (terza squadra).

Il campionato di VI Divisione, riservato ai “boys”, fu vinto dal Bologna (boys).